Le 10 migliori canzoni di Francesco Guccini

Il suo ultimo album, "Canzoni da intorto", non c'è da nessuna parte in streaming, quindi abbiamo dovuto comprarci il vinilone per ascoltarlo. In attesa che il disco ci arrivi a casa, ci siamo lanciati in una sfida impossibile: scegliere i brani più belli del cantautore emiliano. Eccoli

Francesco Guccini - foto di Mattia Zoppellaro
Francesco Guccini - foto di Mattia Zoppellaro

Dodici Canzoni da intorto. Ne era prevista qualcuna in più, ma il vinile prevede un lato A e un lato B. E Francesco Guccini, di musica liquida, non vuol sentir parlare, per cui il suo ultimo album in studio non può non rispettare questo dogma. Canzoni che il Maestrone cantava la sera in osteria con gli amici, sfilate dal repertorio di Fausto Amodei, Enzo Jannacci, Ivan Della Mea, Giorgio Strehler… Qualcosa è rimasto fuori, inevitabilmente. Esempio: la tracklist dell’ultimo album di Guccini avrebbe dovuto ospitare, oltre a Per i morti di Reggio Emilia, un altro brano di Amodei, Il tarlo, ma per la legge del lato A e lato B di cui sopra, non c’è stato nulla da fare.

Pensate quant’è difficile (e doloroso) inventarsi un album di cover. Quante ne passano per la testa e quante, invece, passano per la tagliola di una impietosa selezione... Un po’ come scegliere dieci brani per una playlist. Le dieci migliori canzoni di Guccini? Le dieci più rappresentative? Facciamo così: quelle che seguono sono dieci canzoni belle di Francesco Guccini. E a culo tutto il resto.

In morte di S.F.

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Nota anche come Canzone per un’amica (titolo col quale fu successivamente depositata in occasione  dell’iscrizione di Guccini alla Siae), In morte di S.F., inserita nell’album di esordio Folk Beat, n. 1, è dedicata alla memoria di Silvana Fontana, rimasta vittima di un incidente stradale lungo l’Autostrada del Sole. Sino alla fine della sua esperienza dal vivo, Guccini l’ha sempre utilizzata per aprire i propri concerti.

La locomotiva

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I live di Francesco Guccini erano sorretti da rituale: già detto di In morte di S.F. (ma dovremmo aprire un capitolo a parte anche per il manifesto che pubblicizzava i suoi concerti: quasi sempre lo stesso, con il faccione barbuto del cantautore in primo piano), la scaletta si concludeva senza tema di smentita con La locomotiva. Bis? Nemmeno a parlarne. Appena partivano i fatidici versi “Non so che viso avesse…” si capiva che, da lì a poco, sarebbe arrivata l’ora di tornarsene a casa. La locomotiva trae spunto da una storia vera, quella del macchinista anarchico Piero Rigosi che, in un giorno del 1893, “dirottò” un treno merci guidandolo dalla stazione di Poggio Renatico a quella di Bologna. Senza dubbio, si tratta della canzone più popolare scritta e cantata da Guccini.

L'avvelenata

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Un’altra canzone che nei concerti del Maestrone non mancava mai. Anche se suonata controvoglia:
Guccini non l’ha mai amata sino in fondo, di recente l’ha definita addirittura “sopravvalutata”. Eppure, L’avvelenata è un must per tutti i gucciniani doc, complice un testo divertente e ironico e le tante parolacce disseminate al suo interno. L’avvelenata è passata alla storia per l’invettiva riservata al giornalista musicale Riccardo Bertoncelli: un casus belli partito da una recensione dell’album Stanze di vita quotidiana finita tra le pagine della rivista Gong.

Gli amici

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Ancora un riferimento (l’ultimo, lo giuro) alla dimensione live di Francesco Guccini. Come accennato poco sopra, lui L’avvelenata non l’amava più di tanto. Doveva suonarla, certo, ma in cambio di una concessione chiesta al suo pubblico: cantare una canzone alla quale si sentiva legato in modo viscerale, Gli amici. “Contandoli uno a uno non son certo parecchi, son come i denti in bocca a certi vecchi, ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo e sempre pronti a masticare il mondo”.

Autogrill

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Una di quelle canzoni che stringono il cuore, che parlano d’amore nel modo più lontano possibile dalla banalità. Autogrill è la storia di quello che poteva accedere e non è accaduto, un insieme di rimpianti inseriti all’interno di in un gioco di piani temporali in grado di confondere immaginazione e realtà. Pezzo tratto da Guccini, album uscito nel 1983, nel quale suonano, tra i tanti, Flaco Biondini, Vince Tempera, Ares Tavolazzi ed Ellade Bandini. Mica male…

Signora Bovary

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In effetti, sin dagli anni ’80, Francesco Guccini comincia a circondarsi di musicisti di primissimo ordine, di conseguenza, gli arrangiamenti delle sue canzoni si fanno più elaborati e maggiormente ricercati. Signora Bovary è l’apoteosi del nuovo percorso del cantautore emiliano, ai già menzionati Biondini/Tempera/Tavolazzi/Bandini questa volta si aggiunge il sax di Antonio Marangolo. Un album che, oltre alla title-track, contiene almeno un altro paio di pezzi iconici della produzione gucciniana, come Keaton, scritto principalmente da Claudio Lolli, e Culodritto, dedicato a Teresa, la figlia di Guccini.

Cyrano

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Altra canzone entrata nell’immaginario del popolo gucciniano, sin dal 1996, quando uscì D’amore, di morte e altre sciocchezze. Il testo, scritto in collaborazione con il paroliere Beppe Dati (la musica è a cura di Giancarlo Bigazzi) si appropria del celebre personaggio creato da Edmond Rostand trasportandolo in un presente da incubo. “Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti. Venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false che avete spesso fatto del qualunquismo un’arte”.

Stagioni

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Guccini irrompe nel nuovo secolo con l’album Stagioni. Un disco malinconico, che trova il tempo di salutare un’icona universale: Ernesto “Che” Guevara. La title-track è un omaggio che parte da lontano, con una strofa, la prima, uscita fuori nel 1968 per poi finire abbandonata tra le pagine di un quaderno impolverato. La scintilla scatta molti anni più tardi, a forza di vedere tanti ragazzi indossare le maglie con l’immagine del “Che”. Meglio tardi che mai.

Odysseus

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Una delle canzoni preferite da Francesco Guccini, assieme alla già citata Gli Amici AmerigoOdysseus fa parte dell’album Ritratti, del 2004, e prende in prestito la figura mitica di Ulisse. Un Ulisse per nulla felice di avventurarsi in mare, travolto dagli eventi, convinto dagli dei a imbarcarsi e a giocarsi la vita tra le onde e gli schizzi d’acqua salata. Un uomo che, però, finisce per accettare con entusiasmo il proprio destino: “Ti esalta l’acqua e al gusto del salato brucia la mente. E a ogni viaggio reinventarsi un mito, ogni incontro ridisegnare il mondo. E perdersi nel gusto del proibito, sempre più in fondo”.

L'ultima Thule

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L’ultima Thule è posta a chiusura dell’omonimo album del 2012, quello che avrebbe dovuto rappresentare l’ultimo capitolo discografico a firma Francesco Guccini e annunciare un sospirato buen ritiro. “L’Ultima Thule attende, e dentro il fiordo si spegnerà per sempre ogni passione, si perderà in un’ultima canzone, di me e della mia nave, anche il ricordo”. Una metafora smentita dall’arrivo di Canzoni da intorto e da un Guccini le cui canzoni non si perderanno mai.

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L'articolo Le 10 migliori canzoni di Francesco Guccini di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2022-12-06 15:04:00

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