Dirockato Festival

- Foto di Gaetano Luisi

La prima edizione fu nel 1995, aveva l'obiettivo di far uscire allo scoperto i gruppi locali e dare una piccola scossa ad una città del sud non proprio delle più attive. Poi per quindici anni il nulla fino a quando, nel 2010, cercarono di riesumarlo. Ora Monopoli ha un festival alla sua quarta edizione, ottimo cast e un'affluenza di migliaia e migliaia di persone. Carlotta Freni e Chiara Longo ci raccontano.

Nel 1995 avevamo 8 anni, ma la leggendaria notte del Dirockato Festival è rimasta nei ricordi dei rockers rimasti in paese che tre anni fa, in un sussulto di nostalgia e rabbia per la mancanza di spazi liberi dove suonare, ne hanno riesumato lo spirito.

E' così che rinasce la grande avventura dei dirockati.

Siete mai stati ad un festival che dura tutto l'anno?
 A Monopoli il Dirockato Festival è riuscito in questo intento, portando la musica bella anche in una zona della Puglia che pare essersi svegliata un po' tardi rispetto ai cugini salentini, che di festival e musica ne vivono quotidianamente.
Per tutto l'inverno, il pubblico del Kambusa Rock Bar è invitato al Dirockato Winter, una preview dell'evento estivo che ospita mensilmente piccoli live di band della scena indipendente locale e italiana, selezionando i gruppi più apprezzati che torneranno per il grande evento estivo che è l'appuntamento più atteso.
Sul flyer, raffigurante quest'anno un calendario Maya, il luogo dell'evento è segnalato come una mappa del tesoro che ci porta a due passi dal mare dove ad attenderci c'è il palco che abbiamo sempre sognato di vedere nella nostra adolescenza in provincia.

E' bello ritrovarsi lì: amici che vivono lontani da tempo, forestieri in vacanza, gente in costume da bagno di ritorno dalla spiaggia, pochi hipster, dubitiamo che il Pratese sarebbe riuscito a farci una gallery, un panzerotto in una mano e una birra nell'altra. Saranno questi odori di fritto misto a salsedine a caratterizzare l'esperienza non solo visiva e uditiva del Dirockato, ma anche fortemente olfattiva.


Dente, Paolo Zanardi, Sovie Soviet, La biblioteca deserta,
foto di Lorenzo Ferrari


Primo giorno

Ad inaugurare il primo dei tre giorni, con due ore di ritardo rispetto al programma, ci pensa il rock progressive degli AcomeAndromeda, seguito dai ritmi pop rock degli Eternauti. A riempire i tempi solitamente morti tra un'esibizione e l'altra è Carlo Chicco di Controradio, che intervista i frontman delle band su due comodi divanetti posti a lato del palco: è una bella idea di intrattenimento, e anche il pubblico è spesso invitato a fare domande.

La rivelazione della serata è il cantautore Paolo Zanardi, accompagnato da Luciano D'arienzo (direttore artistico del festival) e Maurizio Indolfi dei Vegetable G. Zanardi non ha nulla da invidiare ai grandi nomi a cui di solito viene paragonato, Federico Fiumani su tutti. Travolgente con la sua presenza scenica da rocker non ancora stanco di regalare emozioni soprattutto davanti a un pubblico di amici vecchi e nuovi, nel paese che l'ha visto nascere e crescere. E l'anima di Fiumani, già presente con la cover di "Caldo" eseguita da Zanardi, ritornerà con "Verde" nel set di Dente, prima guest star del Dirockato. E'quasi mezzanotte e il Dirockato non vuole andare a dormire: Dente suona fino all'una passata davanti a quasi 3000 persone. Sarà stato il vinello della cena, saranno state le birre nel backstage, ma Dente è un fiume in piena di storielle divertenti e aneddoti inventati, uno dei pochi a cui concedere la licenza poetica della rima facilotta "stella - bella", capace di portarti inspiegabilmente a limonare con il tuo vicino.

Secondo giorno

Il clima cantautorale e romantico della prima serata, lascia il posto agli umori più new wave della seconda.

Ad aprire gli Eels on heels che, con una formazione nuova, presentano i pezzi di “Kaleidoscope”. A seguire il power trio We Love You, musicalmente potenti e coinvolgenti ma penalizzati da una voce a dir poco squillante che voleva riprendere le glorie di Robert Plant senza però riuscirci.
 Straordinario, invece, il salto qualitativo de La Biblioteca Deserta ampiamente apprezzato sia da un pubblico molto giovane e in cerca di sperimentazioni sonore, sia dai fan della vecchia guardia post-rock. Il nuovo disco, “Ever Pride Ever Power Ever Peace”, dal vivo ha una resa potente e destabilizzante che lascia senza fiato, molto più di quello che può trasmettere l'ascolto del cd. Sostituito il basso con sintetizzatori dai suoni profondi e dai toni electropunk, il quartetto monopolitano libera insieme le vecchie cavalcate epiche di chitarra e il nuovo sound elettronico, in una combinazione nuova e stupefacente.

Approfittiamo del cambio palco per aggirarci nell'area expo del festival, tra vinili d'epoca, bancarelle rasta e di associazioni culturali locali. Ci rendiamo conto che il pubblico è molto cambiato dalla serata precedente: non più solo coppie e pelli scottate dal sole, ma anche diafani new wavers, in un tripudio di magliette dei Bauhaus e dei Joy Division, capelli cotonati e rossetti sbavati, forse richiamati dall'imminente esibizione dei marchigiani Soviet soviet. E' il momento più affollato della serata: sotto il palco dei Soviet si accalca tantissima gente, e la risposta della band si sente ma soprattutto si vede. Sono bestie da palco nel senso più rock della parola: salgono sui sub-woofer destando la preoccupazione degli agenti della sicurezza, saltano giù, rompono bacchette, eseguono tutto il loro migliore repertorio regalando anche al pubblico del Dirockato due inediti. A chiudere la seconda serata i Drink to me. Il pubblico è in trepida attesa di rivedere una delle band più apprezzate del Dirockato Winter 2011, e anche i Drink to me dichiarano apertamente il loro amore per il festival e per gli amici pugliesi. Sembra impossibile fermarli: suonano quasi fino alle 2 di notte, tra la preoccupazione degli organizzatori per l'ora tarda e l'incontenibile entusiasmo della band e del pubblico che anche stasera di andare a dormire sembra non avere voglia.

Terzo Giorno

Quando il clima è così bello e divertente il tempo passa in fretta, e siamo già all'ultimo atto. Se i numeri registrati dal Dirockato nei due giorni precedenti sono già straordinari, per i nomi in cartellone dell'ultima sera ci si aspetta una folla incontenibile, e così è. Nonostante le band locali non siano propriamente all'altezza di quelle dei giorni precedenti, come dimostra il rock un po' sciapo dei Madrezma e dei Grandangolo, fanno una buona impressione i giovanissimi Moustache prawn, che oltre a presentare i brani di “Biscuits”, eseguono un inedito e possono contare già su un gran numero di fan confluiti apposta per loro. Folgoranti i Mum drinks milk again: sono in due, ma fanno casino per dieci; non si vergognano a parlare di sesso, fisting e si prendono anche la libertà di non dare un nome ai propri pezzi, incarnando, infine, un'anima punk che si era vista solo nel set dei Soviet soviet e coinvolgendo un pubblico ormai totalmente conquistato e coinvolto nel loro delirio.

La forza dei MDMA (ebbene questo è il loro allucinante acronimo), sfocia nella carica del live degli Zen Circus. Un live molto punk, in cui riescono a convivere le versioni busker di "Ragazzo Eroe" e "Mexican Requiem" con gli inni generazionali di pezzi come "Vent'anni" e "Vecchi Senza Esperienza".

Foto di Marisa Liuzzi


Quando nel 2010 girava nell'aria l'idea di riportare alla luce questo festival seppellito da anni di disinteresse culturale, in molti pensavano che fosse qualcosa di troppo lungimirante e che non avrebbe avuto seguito. Ora siamo alla quarta edizione, si sta rivelando come uno dei festival più attesi del panorama pugliese. Il grande lavoro di comunicazione per creare il giusto hype che precede il grande evento estivo è riuscito ad intaccare la scorza dura di una città solitamente restia alle novità ma che ha adottato l'evento riconoscendo l'importanza di quella leggendaria notte del 1995, in cui la musica indipendente locale dimostrò di essere pronta ad uscire dalle cantine e di esibirsi su di un palco reale. Oggi quel palco ospita ancora artisti di Monopoli ma che si trovano a condividere il cartellone con nomi conosciuti su scala nazionale. Il pubblico, praticamente sempre lo stesso, quello di una cittadina sperduta nel sud Italia, non può che applaudire.

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L'articolo Dirockato Festival di Chiara Longo e Carlotta Freni è apparso su Rockit.it il 2012-08-05 00:00:00

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