Il disco di Guccini vende come quello dei rapper, e fattura molto di più

"Canzoni da intorto", un disco di canti anarchici, é ufficialmente Disco d'oro, solo con le copie fisiche. Svelando il paradosso di un mercato fatto di effimero, annunci e polvere sotto i tappeti

Francesco Guccini nella copertina di "Canzoni da intorto"
Francesco Guccini nella copertina di "Canzoni da intorto"

Francesco Guccini è un cantautore ottantaduenne, anarchico nell'anima, che piace solo a chi sta da una certa parte politica e sociale, da sempre. Collocarlo nel panorama della discografia odierna sembra una cosa pazza, perché come abbiamo detto migliaia di volte, le classifiche oggi sono in mano ai ragazzini, ai teenager, ai fenomeni dell'hip hop e - al limite - ai Pinguini Tattici Nucleari. Francesco Guccini è una roba da vecchi, da gente con una salda passione per il cantautorato e per quella voce lì, bruna come un orso, con la erre arrotata tipica di chi sta dalle parti di Reggio Emilia. 

Allora diteci un po', che ci fa il nuovo album di Francesco Guccini, un disco di cover chiamato Canzoni da intorto, al quarto posto della classifica FIMI degli album più venduti o streammati (ha esordito al secondo) e al secondo posto in quella dei vinili venduti (ha esordito al primo)? Di preciso, come ha fatto un signore molto anziano e molto alto, dopo tre settimane dall'uscita del suo nuovo disco a dieci anni da L'ultima Thule, ad essere già certificato Disco d'Oro? Perché Guccini vende quanto i rapper e fattura molto di più?

 

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Di sicuro c'entra la grandezza indiscussa di Francesco Guccini e il Natale alle porte per cui diverse migliaia di fan hanno regalato cd o vinile a qualche parente o amico, ma c'entra tanto anche il fatto che in questo momento, Canzoni da intorto di Guccini è l'unica grande uscita discografica che non si può ascoltare in streaming sulle piattaforme (del motivo e della sensazione che ci lascia ne abbiamo parlato ampiamente qui). 

Un risultato fuori dal tempo per un disco che è destinato solo alla vendita e che fa riflettere il business e gli ascoltatori sulla necessità di trovare sempre tutto online e ascoltare ogni singola uscita senza metterci troppa attenzione vista la facilità di reperibilità della stessa. Ormai è una consuetudine ma solo qualche anno fa, pensare di poter ascoltare con un abbonamento che costa un terzo del valore di un CD tutte le discografie di tutti gli artisti del panorama mondiale, dai più famosi agli indipendenti, grazie a un clic, sembrava una visione fantascientifica e invece è diventata realtà. 

Non tralasciamo la cosa più importante: la sostenibilità. Un disco che vende in formato fisico produce un indotto che gli streaming si sognano, è un prodotto con un prezzo preciso, che incassa soldi veri, a differenza dello streaming che flexa numeri a nove zeri senza che ci sia un ritorno economico sicuro dal disco in questione. 

 

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Seguendo l'antico dilemma di Nanni Moretti in Ecce Bombo, quando si interroga se si nota più se a una festa ci va malvolentieri o se non ci va affatto, Guccini col nuovo disco ha scelto di essere del tutto fuori dal giro della fibra, del computer e delle canzoni ascoltate sullo smartphone. Con la sua età che può contenere fino a cinque fenomeni da classifica tipo Lazza, Ernia, Shiva o Thasup, ha sorpreso persino la sua casa discografica. 

“È innegabile che c’è un pubblico anche oltre lo streaming, che apprezza ancora il rito di acquistare un disco e di ascoltarlo dall’inizio alla fine. Canzoni da intorto è un concept album che bisogna ascoltare per intero. Farlo uscire in questa modalità era l’unica scelta possibile per valorizzare e distinguere la sua natura.” – racconta Dino Stewart (Managing Director BMG).

Che stia lanciando un nuovo trend? Probabilmente no, ma sarebbe di sicuro molto interessante se i grandi iniziassero a mettere solo la metà delle canzoni online e le altre solo sui supporti fisici, per vedere da che parte andrebbe di nuovo il mercato. Per ora grazie a Francesco Guccini, di tutto, anche del commento ironico con cui ha parlato della classifica col suo disco vicino a quello di Ernia: "Potrei farmi chiamare Rutto, così non sfigurerei". Le sue Canzoni da intorto possono aiutare la sostenibilità del mercato discografico e non guardare questo dato, per gli artisti e gli addetti ai lavori, sarebbe colpevolmente miope.

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L'articolo Il disco di Guccini vende come quello dei rapper, e fattura molto di più di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-12-15 08:31:00

COMMENTI (4)

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  • murgatroyd1955 2 anni fa Rispondi

    Certo che c'è un mercato fatto da chi la musica l'ascolta e non la tiene in sottofondo di una vita sempre più complicata. Ma questo Guccini lo sa: da sempre. È che ormai quella generazione - è anche la mia eh... - sta scomparendo. Dopo di lui/noi il nulla? Forse. Ma sono certo che tra un po' i giovani si gireranno indietro, rovisteranno nelle soffitte di genitori e nonni e troveranno tesori inestimabili di libri e musica...

  • arcangelo.addonizio 2 anni fa Rispondi

    È stato un grandissimo maestro per eccellenza. Le sue canzoni hanno fatto sì che il grande Maestro Guccini ha segnato un'epoca ed una leggenda

  • arcangelo.addonizio 2 anni fa Rispondi

    Un grandissimo maestro per eccellenza

  • yvesandretonton 2 anni fa Rispondi

    Vive les anarchistes!!