Dobbiamo a Grease anche più di quel che crediamo

In Italia, come nel resto del mondo, Olivia Newton-John (morta ieri) e soci hanno colpito l'opinione pubblica in un modo senza precedenti. Dagli artisti affascinati ai nostri look, fino al musical con Amadeus (!), ecco perché è stato fondamentale

Olivia Newton-John nell'ultima scena di "Grease"
Olivia Newton-John nell'ultima scena di "Grease"
09/08/2022 - 10:03 Scritto da Simone Stefanini

Se n'è andata Olivia Newton-John all'età di 73 anni, un tumore al seno con cui lottava da tempo l'ha portata via, ma nella nostra mente rimarrà per sempre per i suoi singoli come Phisical, Xanadu, Twist of Fate (usato di recente anche nella colonna sonora di Stranger Things) o Valentine, per le sue apparizioni in film e serie tv, ma soprattutto per l'iconica interpretazione di Sandy Olsson in Grease - Brillantina, il film musicale del del 1978 in cui è stata la protagonista insieme a John Travolta. Quest'ultimo le ha dedicato un commovente post su Instagram.

 

 
 
 
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Un post condiviso da John Travolta (@johntravolta)

Grease è uscito in Italia il 22 settembre del 1978 e da allora non ha mai lasciato l'immaginario collettivo, che in quegli anni era già ben pompato di brillantina grazie al telefilm Happy Days, che iniziò la sua infinita messa in onda televisiva nel 1977. Pensate che il ruolo di Danny, che fu perfettamente interpretato da Travolta, venne offerto prima a Henry Winkler, il Fonzie televisivo che lo rifiutò per poi pentirsene amaramentte e a Patrick Swayze, che non potè partecipare per problemi fisici ma che tornò negli anni '80 a vestire i panni di un'altra icona, quella di Johnny in Dirty Dancing.

Insomma, mentre in UK e USA nasce la ribellione punk con Sex Pistols e Ramones, in Italia la storia dell'amore tra il duro dal cuore tenero e la ragazzina della porta accanto che diventa una tosta, influenzava anche l'abbigliamento dei giovani del nostro Paese, sempre più interessati a guardare oltre oceano per scoprire l'America, quella della tv. Giacche di pelle, capelli col gel e col ciuffo (la brillantina si trova solo dagli anziani barbieri di provincia), jeans Levi's 501 e maglietta bianca per lui, capelli vaporosi tenuti su da una bandana, vestiti in stile anni '50 per lei, che da una parte hanno posto le basi per la moda dei paninari che di lì a poco sarebbe partita da Milano per conquistare tutta Italia, dall'altra hanno dato vita i tanti amanti del vintage e hanno dato una spinta incredibile al movimento rockabilly.

 

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Dalla fine degli anni Settanta fino al 1997 quando Grease, che ogni anno veniva trasmesso in tv e ogni estate nei cinema all'aperto, ha avuto la sua prima in versione musical in italiano al teatro Nuovo di Milano con un cast piuttosto famoso: Sandy era Lorella Cuccarini, Danny era Giampiero Ingrassia, Rizzo era Renata Fusco. Nel cast originale, il ruolo di Teen Angel era del cantante Mal, ma la cosa più divertente (o angosciante a seconda dei gusti) era il ruolo del dj Vince Fontaine, che è stato di Amadeus (sì, proprio lui), seguito da Marco Predolin e Gigi Sammarchi. Coreografie di Franco Miseria, ed è stato subito successo.

Il musical è rimasto in scena per sei mesi consecutivi, poi è stato replicato al Teatro Sistina a Roma. È il primo long running show in Italia, cioè lo spettacolo con più repliche nello stesso teatro, del quale è diventata attività resident per mesi. Lo show è stato poi ospitato prima dal PalaGREASE a Roma e poi è stato inaugurato un villaggio del musical a Milano, il Palavobis-Musical Village, che lo ha ospitato fino al 2000.

Successivamente il musical è andato in tour in quasi 50 città italiane, dal nord al sud, cambiando interpreti ma rimanendo uno degli spettacoli più seguiti di sempre e ha superato il traguardo delle mille repliche, cosa rara per un musical in Italia. Nonostante la versione italiana sia meno efficace di quella originale, il suo successo sembra non aver risentito delle barriere linguistiche e dei nuovi testi, anzi. Il musical è stato interpretato anche da compagnie di bambini, da amatori e fan.

 

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Il film che Frank Sinatra aveva definito, con una sintesi perfetta: "Lui e lei litigano, poi, ballando e cantando fanno pace" e che in Italia quando uscì incassò 84mila euro, riuscì a incassare nel mondo 394,6 milioni di dollari, a fronte di una spesa di 6 milioni di dollari. Niente male. È stato anche un veicolo per far imparare l'inglese agli italiani, insieme a musical famosi come Jesus Christ Superstar, West Side Story o, per quelli un po' più alternativi, il sempre delizioso Rocky Horror Show.

Ad oggi, non esiste dj set revival senza il momento Grease, che sia You're The One That I Want o Summer Nights, non esiste cover band che non abbia mai suonato le canzoni di Grease, dalle versioni indie folk fino al punk passando per tutti i generi musicali. La melodia la sanno intonare dai nonni ai nipoti, tutti hanno visto almeno una volta il film e ogni estate sentono il desiderio di riviverne la storia d'amore, insieme all'incredibile retromania che già negli anni Settanta portava le persone a sognare gli anni Cinquanta americani. Olivia Newton-John è stata il volto di un mito ed è diventata un'icona.

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L'articolo Dobbiamo a Grease anche più di quel che crediamo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-08-09 10:03:00

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