Ecco come sarà X Factor 2021

Il 16 settembre torna il talent musicale di Sky, senza più la conduzione di Alessandro Cattelan e senza categorie a dividere i concorrenti. Siamo stati alle riprese del bootcamp per parlare con Ludovico e i giudici e scoprire cosa aspettarci da questa nuova edizione

La squadra di X Factor 2021 (da sx a dx): Mika, Manuel Agnelli, Ludovico Tersigni, Hell Raton, Emma
La squadra di X Factor 2021 (da sx a dx): Mika, Manuel Agnelli, Ludovico Tersigni, Hell Raton, Emma

Se qualcuno a dodici anni mi avesse detto che in futuro mi sarei ritrovata a camminare negli studi dove si stava registrando la quindicesima edizione di X Factor, non nego che mi sarei immaginata volentieri sul palco a cercare di convincere qualche giudice a prendermi in squadra, quando ancora pensavo che con il tempo avrei imparato a suonare qualcosa. La dura realtà dei fatti è che gli anni sono passati e l’unica canzone che conosco alla chitarra è Candy di Paolo Nutini, che volendo potrei comunque realizzarvi in almeno sei versioni differenti, quindi i miei sogni di presentarmi ad un provino di qualsiasi genere si sono infranti molto presto. La motivazione per cui in una giornata non poco afosa di luglio mi sono ritrovata nello Studio 15 di Cinecittà è ben diversa: ho passato qualche ora a curiosare tra le varie stanze per riuscire a farmi un’idea più chiara di cosa verrà proposto in televisione tra qualche mese, dopo diversi annunci che questa estate hanno sollevato dubbi e domande.

Manuel Agnelli, Emma, Ludovico Tersigni, Hell Raton e Mika
Manuel Agnelli, Emma, Ludovico Tersigni, Hell Raton e Mika

Questo per il programma è un anno di rinnovamento completo, un cambiamento che già era iniziato nelle ultime edizioni, a partire dalla scelta dei concorrenti e dalle performance a tutto tondo che stavano cominciando a svelare sempre meglio la complessità del loro universo artistico. Nell’ultima edizione, soprattutto per motivazioni di sicurezza, la stessa disposizione del palco si era dovuta adattare e trasformare, senza considerare la mancanza del pubblico, che anche questa volta non sarà presente, andando a creare un’atmosfera però più familiare, quasi intima, meno angosciante anche per gli artisti che aspettano di esibirsi. Che forse l’assenza di applausi o commenti negativi provenienti da dietro il tavolo della giuria sia il miglior modo per riuscire a rendersi conto di quali siano i concorrenti più interessanti? L’anno scorso non sembrerebbe essere andata poi così male.

X Factor Italia, che andrà in onda dal 16 settembre ogni giovedì alle 21.15 (su Sky Uno, sempre disponibile on demand, ma anche su Sky Go e in streaming su NOW), è il primo ad eliminare la divisione per categorie: una novità inaspettata ma ormai necessaria per riuscire a rendere l’ambiente più inclusivo su tutti i fronti e per riuscire a dare ai giudici maggiore possibilità di scoprire artisti di talento, creando squadre più varie, in grado di rispecchiare la loro idea di musica in diverse sfaccettature, con l’unico obbligo di inserire nella squadra almeno una band e un solista.

Una volta arrivata a Cinecittà, ho iniziato a chiedere (in un modo, lo ammetto, al limite dell’ossessivo) a chiunque mi si ponesse davanti cosa ne pensasse di questa nuova edizione. Eliana Guerra della società di produzione Fremantle, showrunner di X Factor 2021, mi ha raccontato un po’ il focus di quest’anno, il perché di questo svecchiamento: “La divisione in categorie è sempre stata il cuore di questo format, che però è anche nato molti anni fa: il mondo girava diversamente, la discografia girava diversamente, la televisione girava diversamente. Obbligavano sia il giudice che il programma a presentare la musica restando dentro dei confini, mentre togliendole si può tentare di portare realmente avanti ciò che è anche qualitativamente più producente. X Factor quest’anno vuole cercare di rappresentare quanto più possibile la musica in tutti i suoi colori, in tutte le sue direzioni, senza restare bloccati come gli altri anni nei generi che andavano in quel momento. All’interno dei roster gli artisti sono tutti molto differenti tra di loro, quindi anche se resta comunque una gara e ci sarà un vincitore, il senso del programma è quello di fare un racconto della musica, cercando di portare anche al pubblico, che è abbastanza esigente, tanti mondi per poter andare oltre. È questo l’obiettivo, far girare la musica”.

video frame placeholder

Senza cadere nell’oscura trappola degli spoiler, già dal bootcamp a cui ho avuto la possibilità di assistere è evidente la volontà da parte dei giudici di creare squadre spaziando quanto più possibile tra generi musicali e personalità degli artisti, con stili molto diversi tra loro, così come sono diverse le esperienze che li hanno portati a tentare la selezione. Ogni concorrente che ha ottenuto la tanto ambita sedia è riuscito, come band o solista, a valorizzare al meglio le proprie caratteristiche distintive, a far emergere la propria sensibilità musicale e, in un paio di casi, il risultato è stato molto convincente. Guardando i ragazzi seduti ad aspettare il loro turno, da persona incapace nel gestire l’ansia, più di una volta mi sono chiesta come fosse possibile che tutti sembrassero in apparenza così tranquilli, come se non dovessero esibirsi da lì a qualche minuto; ripensandoci, ovunque c’era così tanta carica e voglia di farsi sentire che in ogni volto ho visto solo sguardi elettrizzati e combattivi, niente occhi bassi o persone in procinto di fuggire terrorizzate da Cinecittà con il primo taxi disponibile.

Che io abbia visto concorrenti di tutte le età attendere e parlare tra loro, data l’impostazione di questa edizione, è scontato, ma posso dire che ad avermi molto colpita è stata anche la presenza di giovanissimi, persone della mia generazione – non ho ancora 20 anni –, che nel corso di questi mesi sembrano aver sempre di più da dire e sempre più voglia di emergere. In molti casi, la scelta del pezzo da portare è ricaduta proprio su degli inediti, che possono essere armi a doppio taglio se non conquistano da subito la giuria, ma che dimostrano quanto importante sia prestare attenzione anche ai nuovi artisti che stanno cercando ultimamente un loro spazio.

Nel primo pomeriggio, si comincia a girare. Lo studio si tinge di rosso, caricando di tensione lo spazio che si adatta al clima, a volte positivo e a volte non proprio così tranquillo, creato dalle parole dei giudici: l’ambiente è per queste prime puntate semplice, senza decorazioni eccessive, perché a riempire lo spazio deve essere la voce dei talenti. Al centro dell’enorme stanza, nel momento in cui cominciano a presentarsi, alcuni ragazzi tentano di nascondere l’agitazione pre-esibizione sorridendo timidi, altri sembrano ripensare a tutte le scelte esistenziali fatte chiedendosi fino all’ultimo per quale motivo hanno deciso di mettersi in questa situazione, ma la maggior parte invece si mostra spavalda e sicura di sé già nel modo di camminare e dai primi sguardi in camera.

video frame placeholder

Dalle audizioni sono arrivati alla fase successiva artisti molto differenti tra di loro: c’è chi è evidentemente più orientato sul rock, soprattutto le band, che però in alcuni casi non disdegnano neanche pop e funk, mentre molti solisti che si accompagnano alla chitarra restano vicini ad un cantautorato più classico, arrivando però anche all’elettronica o al jazz, in performance molto interessanti. Qualcuno vi colpirà senza dubbio per la bellezza della voce, ma tanti vi appassioneranno per le contaminazioni musicali presenti negli arrangiamenti dei loro brani, oltre che per il look, spesso tanto eccentrico quanto intrigante. Il palco non è sopraelevato, ma si trova alla stessa altezza delle postazioni dei giudici, conferendo all’ambiente un’aria più accogliente, per quanto questo non basti ad evitare che la paura serpeggi tutt’intorno, mentre si cercano di riconfermare le impressioni e le aspettative dei giudici.

“Il cambiamento dell’ambiente è cominciato l’anno scorso, pensato pre covid ed in realtà poi sempre obbligato dal virus, ma ci siamo resi conto che questa nuova intimità rispetto al racconto della musica che volevamo fare era funzionale”, continua Eliana. “La musica usciva veramente fuori, non coperta dalla dimensione show, come un provino qualsiasi che si deve affrontare nel corso della vita a partire dagli esami, dove ti ritrovi da solo in una stanza, con i tuoi sogni e con le tue paure. Alla fine ci siamo detti che, su tutto, deve vincere il racconto. L’anno scorso ha funzionato e quest’anno abbiamo deciso di replicarlo; avendo anche cambiato il tema delle categorie, era una possibilità per dare un ulteriore segno di avanzamento, per lavorarlo al meglio, tenendo un ambiente più pulito intorno al giudice ed ai ragazzi”.

Anche se i quattro giudici sono rimasti gli stessi dell’edizione precedente, quindi Emma, Hell Raton, Mika e Manuel Agnelli, c’è un nuovo presentatore che sostituirà quell’Alessandro Cattelan a cui dopo dieci anni ormai tutti si erano abituati: Ludovico Tersigni, volto freschissimo della televisione, a cui viene lasciato in mano uno dei programmi più seguiti in Italia. “Cosa hai pensato quando ti hanno chiamato per dirti che avresti potuto avere la possibilità di condurre X Factor?”, gli chiedo. “Mi sa che avete sbagliato numero, ciao, grazie!” risponde ridendo Ludovico, che negli ultimi tempi abbiamo visto come attore nelle serie tv Skam Italia e Summertime; giovanissimo, 26 anni, riesce da subito a riempire con la sua grinta e solarità la stanza-confessionale in cui mi sono trovata ad intervistarlo.

Ludovico Tersigni
Ludovico Tersigni

"La prima emozione che ho provato al provino è stata di totale spaesamento, perché come diceva Shakespeare, dentro ai sogni il tempo si dilata e si contrae: è esattamente quello che mi è successo", mi spiega Ludovico. "Il viaggio che mi ha portato fino al provino è durato diecimila anni, mentre il provino effettivo cinque secondi. È stato un rito di passaggio, un momento importante, in cui ho raccolto tutto quello che avevo fatto nella mia carriera artistica precedente come attore, cercando di mettere insieme quello che avevo imparato con il tempo a partire dall’esperienza di quando da bambino facevo teatro. Presentare è molto più teatro che cinema, quasi come si trattasse di un grande spettacolo teatrale. Sì, insomma, ho iniziato con una cosetta facile, tanto per vedere come andava!”.

Il dubbio è su come potranno reagire a un nuovo volto i vecchi fan affezionati, che rischiano già di non riprendersi dalla traumatizzante scoperta del cambiamento nel format. “Secondo me è stato meglio che questi cambiamenti siano avvenuti insieme, in questo modo. Se tutto fosse rimasto uguale, e fosse cambiato solo il conduttore, non dico che sarebbe stata una nota stonata, ma sarebbe stato quasi fuori contesto, non sarebbe stato un cambiamento totale. Io invece mi trovo a lavorare con una squadra di giudici già affiatata dall’anno scorso, che già si conoscono e per questo riescono anche a sostenermi in alcuni momenti, essendo tra loro molto compatti".

Per quel che riguarda l'assenza delle categorie, è stato quello il fattore che ha stimolato di più Ludovico nel buttarsi in questo progetto: "Adesso c’è libertà, ognuno può scegliere quello che gli piace, e questo mi ha anche facilitato le cose. Nuove regole, nuove possibilità, quindi una direzione completamente nuova. Gli artisti sono fortunati nel poter lavorare finalmente con tutti i giudici. L’età stava diventando un limite, mentre adesso hai la possibilità di interfacciarti con persone con esperienze diverse in grado di darti consigli e farti conoscere vari aspetti della musica, come del resto anche i giudici, che provengono da quattro mondi molto differenti ma non hanno più una linea netta che li separa. Inoltre, vedo che l’approccio dei concorrenti è molto propositivo, portano molto spesso i loro inediti, vogliono far sentire la loro musica, la loro personalità, che a volte solo con delle cover rischia di perdersi”.

video frame placeholder

Parlando un po’ con i giudici, è stato da subito evidente nelle loro parole l’entusiasmo, declinato da ognuno in modo differente per la nuova possibilità di creare un racconto più libero e diretto; una felicità accompagnata però molto spesso anche da amarezza per quello che è il presente non molto positivo del mondo della musica italiana, al di fuori di quello che passa in televisione.

Mika, dopo aver visto il suo gruppo di talenti, arriva sorridente, dicendo di aver “appena vissuto la prova della forza di questo cambiamento, ed è veramente una cosa pazzesca”, facendo ben sperare verso la selezione delle proposte di quest’anno. Dopo aver sottolineato l’importanza di far partire un cambiamento del genere proprio dall’Italia, continua: “Rimuovere le categorie dà la possibilità di avere uno sviluppo ed un lavoro musicale molto più credibile e profondo, perché non c’è più solo un raggruppamento che un po’ ammazza la gara. Qui abbiamo l’idea che lo spirito del giudice possa essere anche visto nelle scelte dei ragazzi che sono con noi, quindi così quando arriviamo al live abbiamo la possibilità di raccontare diverse storie, e di non perdere tantissimi talenti. C’è stato molto spreco nel corso degli anni, perché forse un giudice non vede il potenziale dentro una categoria e lo perde, mentre ora abbiamo l’idea che si vedrà finalmente, veramente, un live dove ci sarà tantissima diversità musicale”.

Classe 1990, per il secondo anno in giura, Hell Raton dopo diversi commenti positivi sui concorrenti di quest’anno mi guarda con occhi preoccupati e sposta l’attenzione su un altro fatto che ormai qualcuno sta cominciando a dare per scontato, ma che non va normalizzato o banalizzato: “Facendo un’analisi in generale di quello che sta avvenendo anche al di fuori di X Factor, che ne è un micro esempio, mi rendo conto di come il mondo dello spettacolo sia fermo, per quanto oltre ai contro sia spuntato un pro: una necessità di raccontarsi sempre maggiore. Il problema sta diventando la mancanza di confronto con il pubblico. Adesso noi siamo usciti con l’etichetta, con Machete, abbiamo avuto un riscontro immediato e la possibilità di confrontarci in modo diretto con le persone, con il palco, per poterci rendere conto che la nostra non è solo musica da studio, perché nei live vuole la sua parte. Molti dei ragazzi che abbiamo incontrato in questo step non si erano mai esibiti davanti a nessuno, anche se avevano dei brani fortissimi, a volte gli mancava l’esperienza della gavetta, necessaria per tutti e che con questo anno di pandemia è una mancanza che non si sta colmando. C’è però sempre più urgenza di esprimersi attraverso i propri testi, ed è evidente il bisogno di esprimersi anche dal punto di vista scenografico”.

video frame placeholder

Emma, invece, a proposito degli inediti e degli artisti che si sono presentati quest’anno, nonostante gli innumerevoli ostacoli del periodo, per provare a far emergere la loro voce e la loro realtà, la pensa così: “Sicuramente questo lockdown ha portato i ragazzi a ricercare una maggiore creatività per evadere. Mentre prima c’era la possibilità di uscire con gli amici e rimandare quindi il momento dello scrivere e dell’esercitarsi, dopo che per un periodo ci è stato tolto tutto questo, qualcuno ha rispolverato gli accordi di chitarra, qualcuno ha scritto canzoni. Questa situazione, se da un lato ci ha forzato in una condizione, dall’altro ha favorito lo sviluppo di altre vie di uscita per esprimersi e comunicare. Sono stati tanti i testi introspettivi, tanti i giovani che stanno scrivendo e, anche se acerbi, sono un segnale incoraggiante”.

Sempre Emma: “Penso che in questa circostanza, ognuno di noi debba fare qualcosa. Come giudici ci siamo approcciati a questa nuova edizione senza categorie, senza generi, con un entusiasmo fortissimo e la volontà di creare un unico universo, che è quello di chi vuole fare musica, di chi ama stare sul palco, di chi vuole veramente crescere in questo lavoro. Noi da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta, sperando che durante tutto il programma, soprattutto ai live, riusciremo a comunicare sempre di più questa voglia di espandere l’arte: che sia un monito per poter avviare le persone alla bellezza, perché secondo me stiamo vivendo un momento di ignoranza che sta imperversando rispetto alla cultura in maniera esagerata”.

È difficile trarre delle conclusioni a proposito di quello che sarà X Factor 2021 perché è impossibile prevedere le reazioni del pubblico o il modo in cui verranno gestiti i live, che ogni anno sono il momento in cui riusciamo a conoscere meglio gli artisti, il loro percorso, la loro storia. Da persona appartenente alla Gen Z, cresciuta mentre il programma trovava una sua forma ed abituata ad un format ben preciso, penso sia innegabile l’importanza di vedere un tentativo di rinnovamento dopo quindici edizioni, un rinnovamento arrivato in anticipo rispetto agli altri paesi per non restare ancora fermi dopo un periodo così difficile, e per cercare di consentire maggiore libertà di espressione, libertà musicale.

video frame placeholder

L'ultimo a parlare è Manuel Agnelli: "Anche quest’anno ci sono artisti molto interessanti, al di fuori di una certa cerchia televisiva, ma è bello vedere come stiano cambiando i gusti della gente: i Maneskin che vincono Sanremo e poi l’Eurovision, o i Little Pieces of Marmelade che arrivano comunque allo scontro finale e perdono di pochissimi voti, tutte queste cose sono un segno e non un caso. Tutto quello che una volta era considerato non televisivo, lo è invece diventato, perché la non verità ha rotto i coglioni. Adesso si sono fatti dei passi in avanti e dei cambiamenti enormi rispetto ad altri format di questo tipo. Già c’erano state delle avvisaglie del cambiamento, a partire dalla trap, che almeno in un primo momento è stata ribellione, anche se spesso ingenua ed inconsapevole. Quello che sta succedendo ora è che si sta andando alla ricerca di qualcosa che sia vero e non semplicemente lustrini, macchine fighe, yatch e successo indiscriminato. Alcune generazioni, soprattutto quelle più nuove, stanno riscoprendo anche un certo tipo di musica. Impostare il programma in questo modo aiuta la scoperta dei ragazzi, che davanti alle non categorie, alla scomparsa dei generi musicali, ritrovano quella che è la potenza della comunicazione”.

---
L'articolo Ecco come sarà X Factor 2021 di LucreziaLauteri è apparso su Rockit.it il 2021-08-17 10:16:00

Tag: x factor

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • Mraa 3 anni fa Rispondi

    Articolo molto interessante, conciso e esplicativo allo stesso tempo. Non vedo l'ora di vedere tutte queste novità all'opera!