Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Gli archivi che si aprono oggi sono quelli di Elena Di Vincenzo, che ha scelto un suo scatto agli U2.
Stadio Olimpico di Roma, 16 luglio 2017
Sono veramente una frana nel prendere decisioni semplici: quando mi è stato chiesto di scegliere uno scatto che avesse dietro un significato particolare o un aneddoto, sono andata un po' in cortocircuito. Non sapevo bene come scegliere una sola foto, dopo 15 anni a scattare davanti, dietro e intorno ai palchi di mezza Italia. Anche perché sul lavoro sono sempre discreta: nessuno mi vede, nessuno sa che sento e vedo e, se succede, tutti sanno che non dirò mai nulla, per una questione di professionalità e di fiducia.
Fino all'ultimo sono stata tentata di cambiare scelta e mettere una foto scattata ai Mumford and Sons a Bristol dello scorso lunedì, dove ero l'unica fotografa autorizzata oltre a quella della band... Però, forse ne ho una con una storia diversa e con una conclusione di cui posso raccontare.
16 luglio 2017, Stadio Olimpico di Roma. Non avevo mai scattato a Roma, in realtà fino a quell'anno non ero mai andata oltre Firenze. Avere l'ok per scattare gli U2 è stato un piccolo traguardo, perché mi ha permesso di inserire lo stadio Olimpico tra le location in cui ho lavorato e di fotografare, finalmente, una band che ancora oggi adoro molto ed a cui mi sono ancora più legata dopo lo scorso anno. Io quei ragazzoni irlandesi non ero riuscita a vederli live nemmeno quando abitavo a Dublino, per cui penso si possa capire la gioia di questa occasione. Ed anche un minimo il disagio: io preferisco i club, i locali piccoli, i live più intimi, le lenti corte. Ma, da fotografa che ha scattato per dieci anni i festival e concerti per i promoter più importanti di Italia, so apprezzare gli spettacoli allestiti in location più grandi come arene, ippodromi e stadi. Anzi, ho spesso l'impressione che, nelle location più grandi, si riesca ad instaurare un senso di comunione che nei live più piccoli non si trova o che è comunque molto diverso.
Fotografare negli stadi può comportare alcuni problemi: se si scatta dal mixer come in questo caso si è molto distanti, il che implica che saraiferma a 60/70 metri, senza poterti muovere, con una lente a focale lunghissima che ti permetterà di portare a casa delle figurine, a cui non potrai dare mai il tuo particolare timbro o visione. Ci provi, ma in realtà la differenza è data in buona parte dall'attrezzatura con cui scatti e da come decidi di sviluppare poi i file. L'occhio e la prontezza contano sempre, sia chiaro, ma in questo caso penso meno.
La foto che ho scelto non ha niente di particolare, se non che mi piace tanto e immortala tutta la band in una posa che mi sembra abbia un qualcosa di elegante. Il fatto poi che Bono tenga il microfono alzato in quel modo mi pare rendere migliore tutta la composizione. Il motivo per cui ho scelto questa foto è però un altro: nella moltitudine di richieste e cose strambe o assurde che mi sono capitate, questa ha un premio particolare. Venni contattata qualche mese dopo il live da una persona di Live Nation, perché il CONI voleva arredare gli uffici dello stadio Olimpico e voleva anche questi scatti. Onestamente, non ho idea se queste foto siano poi state usate e se questa nello specifico sia oggi appesa nell'ufficio di un dirigente o addetto, ma il pensiero mi ha fatto molto sorridere. Anche perché, tra le mie esperienze, vi è anche quella da fotografa sportiva per sport come hockey su ghiaccio, golf, basket e tennis, in alcuni casi anche direttamente assoldata nei team di professionisti delle varie Federazioni. Se qualche mia foto è veramente appesa negli uffici del CONI, direi quindi che non posso che esserne doppiamente felice.
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L'articolo Elena Di Vincenzo meets U2 di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2025-04-18 12:45:00
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