Enrico Rassu meets Ernia

Una villa a Barcellona, lunghe camminate e quaderni pieni di appunti, che poi sarebbero diventati i testi di "68". Così è nato il più bello scatto al rapper milanese

© Enrico Rassu
© Enrico Rassu

Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che vi propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Enrico Rassu ci porta nella villa di Barcellona dove, nell'estate 2018, ha documentato la scrittura del disco "68" di Ernia.

Barcellona, giugno 2018

Questa foto è stata scattata nel giugno 2018, a Barcellona. Siamo stati lì una settimana e mezzo. Io e Matteo (Ernia, ndr) non ci conoscevamo: ero stato chiamato dal suo manager, perché ero appena tornato da un tour con degli artisti americani ed era rimasto molto colpito dai miei scatti. Per la prima volta, Matteo voleva documentare il processo di creazione di un suo disco, cosa che di solito, nella nuova musica italiana e soprattutto nel rap, non succedeva.

Era il primo artista in Italia che realmente voleva fare un racconto. Io avevo avuto tutto un periodo in cui riuscivo a intrufolarmi in videoclip e backstage: quella era la prima volta in cui la fotografia aveva davvero importanza, in cui non si trattava di scatti rubati nel backstage ma di parte di una ricerca.

Nel giro di una settimana abbiamo organizzato questo viaggio a Barcellona, in una villa pazzesca in mezzo a una foresta dove lui ha scritto tutto il suo disco 68, che ha avuto grandissimo successo. Trascorrevamo le giornate facendo giri enormi attraverso la città, tornavamo tardi la notte e ci svegliavamo tardissimo. Questo è uno scatto che mi ricordo molto bene, perché Matteo scriveva camminando. Camminava sempre, girando intorno a una piscina fuori dalla villa. In questa foto, ho voluto cogliere il momento in cui si era seduto per leggere i testi, dopo quattro o cinque giorni di flusso.

Per me è uno scatto importante per quello che rivedo in quella storia: un momento dove lui riflette. Sia sullo specchio, dove si vede il suo riflesso, che, in maniera più metaforica, sul suo percorso, su ciò che aveva fatto fino a quel momento. Nel libro che tiene in mano ha dentro i testi di tantissime sue canzoni. Per me è anche uno scatto che raccoglie l’essenza della mia fotografia: non è posato, è in bianco e nero, è un linguaggio di reportage riportato nella musica. Nel corso di quei giorni abbiamo realizzato un centinaio di foto, un percorso più ampio. Questa però è quella che per me rappresenta lui: in questa sua solitudine, in lui con il suo quaderno in mano, vedo qualcosa.

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L'articolo Enrico Rassu meets Ernia di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2020-05-21 15:04:00

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