Enrico Silvestrin: di nostalgia si muore

Enrico Silvestrin ha un canale Twitch da cui fa conoscere musica nuova ai suoi follower: lo abbiamo intervistato su MTV, le radio che hanno perso il loro ruolo, l'alternative, la musica italiana senza coraggio e le fanbase talebane. Non si è risparmiato

Enico Silvestrin mentre suona la chitarra
Enico Silvestrin mentre suona la chitarra

Quando il mondo era più giovane esisteva MTV, la televisione che ha dato una certa scolarizzazione musicale e divertito milioni di giovani. Enrico Silvestrin nel 1994 si trasferisce a Londra e diventa il primo vj italiano della storia dell'emittente, dagli studi di Camden conduce The Morning Mix, The Afternoon Mix, Hanging Out, Hitlist Italia e MTV Select. Quando nasce MTV Italia torna in patria e conduce Sonic. Da lì in poi fa talmente tante cose che fate prima a guardare la sua pagina wikipedia: attore, inviato, presentatore in Rai e Mediaset, conduttore radiofonico e via dicendo. 

La sua passione è sempre stata la musica, specie quella alternativa al mainstream e nuova, da divulgare, da far conoscere anche a chi sulle prime è sospettoso e non si fida delle novità. Oggi Enrico Silvestrin ha un canale Twitch in cui parla di musica nuova e la fa ascoltare ai suoi più di mille abbonati e ai suoi follower. Una o due dirette al giorno per sostituire la funzione della tv musicale e creare nuovi contenuti liberi da vincoli. Lo abbiamo sentito per una chiacchierata intensa sullo stato delle cose nella musica e nel suo racconto.

 

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Ciao Enrico, hai descritto il tuo canale Twitch "l'unica tv musicale in Italia". Ti va di chiarirmi questo concetto?

Sì, è un dato di fatto per mancanza di alternative. La televisione sta arrancando completamente nei confronti delle piattaforme, quella musicale non esiste, a meno che non vogliamo definire televisione musicale All Together Now o Amici o X Factor, ma uno è un karaoke e due sono talent. Io parlo di televisione musicale che abbia una propria forza propositiva, che sia un vettore che ti porti a conoscenza di musica. Non esiste più già dal 2007 o 2008 e le radio non spingono musica nuova per tutta una serie di motivi che conosciamo e non conosciamo.

Tipo?

Quando vediamo che ci sono 30 canzoni in rotazione e sono le stesse in tutte le radio, uno fa fatica a pensare che si siano messi d'accordo. Piuttosto, quelle canzoni sono ciò che arriva ai loro canali e nonostante abbiano tutte un direttore artistico, nessuno lo fa come dovrebbe, ovvero spulciare tra tutte le release della settimana e scegliere le canzoni da mandare, così che ogni canale abbia un taglio e un gusto diverso rispetto a quello degli altri competitor.

Perché ci sono così poche canzoni in rotazione alla radio?

Le trenta canzoni del popolo, sembra una cosa sovietica. C'è un'assenza completa delle tendenze. Le radio principali non passano la trap però poi vai a leggere le classifiche di fine anno e vedi che su 10 posizioni, 8 sono trap. Chi invece fa un canale di settore, diciamo tematico, non promuove nessuna novità. Arrivano anche a loro i Fontaines D.C., ma due anni dopo. Quindi da un lato una classe dirigente che non fa il proprio lavoro come dovrebbe essere fatto ma lavora per ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, dall'altro una discografia, la nostra, morta e sepolta. Ci sono le radio più importanti, che ormai sono gestite dai grandi promoter che le usano come vetrina per i propri artisti e non si fanno grande concorrenza, e le radio tematiche che fanno classic rock.

 

Perché c'è così tanta paura della novità?

È un bel problema: a me che interessa principalmente l'alternative, che sia rock, rap o elettronica non fa alcuna differenza, devo ricorrere al DIY perché attraverso questi canali non si arriva a niente. Anzi, non appena faccio un canale Twitch e ho un pubblico, arrivano persone da reinstradare, perché sono smarrite, non hanno fiducia nel nuovo, pensano che la musica sia morta in altri decenni o che il grosso sia stato fatto e che oggi sia tutto inferiore. Sono convinte che nella musica non ci siano più talenti. Mi confronto con un pubblico che è estremamente scettico nei confronti della mia proposta.

Manca anche una sorta di educazione al nuovo?

Sì, ho fatto anche i tutorial su come cercare la musica online e quelli che seguono il mio programma si stanno abituando al nuovo, affrancandosi dalla mentalità che il rock sia morto. È chiaro che se accendi Virgin Radio o Radio Freccia non puoi pensare che il rock sia in vita: se passi i Clash, gli Stones, i Ramones, Billy Idol, se passi soltanto il classic rock... Quando vai a vedere le classifiche di fine anno e ti rendi conto che il vinile più venduto è The Dark Side of the Moon ma poi gli altri sono Amy Winehouse, i Nirvana etc, lì proprio hai i morti davanti, le bare che passano. Il classic rock sta uccidendo la musica nuova.

Perché tutta questa nostalgia?

Quello è un approccio terribile perché non vedi niente davanti, non hai futuro, perché piangi quando senti qualcosa di vecchio e ti commuovi, in più perché resti legato drammaticamente a degli artisti che non hanno più nulla da dire oggi. Motivo per cui abbiamo tra le fanbase più tossiche d'Italia quelle di Pink Floyd, U2, Pearl Jam, Muse. Pure quella dei Radiohead. Quando fai passare la bella musica come una roba contro di te, non inclusiva ma esclusiva, cosa vuoi pensare? Pensi che chi non la capisce è uno stronzo, motivo per cui abbiamo avuto negli ultimi anni dei divulgatori musicali terribili, che con fare puzzone ti parlavano di questo grande disco e di quell'altro grande artista come se fosse una roba che soltanto loro potevano capire e che eri fortunato se la condividevano con te, come se fossi un poveraccio minus habens. La musica dev'essere inclusiva, raccontata con entusiasmo come quando andavi da un amico tuo a fargli sentire i dischi. La musica non è soltanto un evento in solitaria, con le cuffie, è un evento collettivo. In ogni caso tu puoi avere tutto il classic rock che vuoi, ma se non hai un contrappunto di novità, di nostalgia si muore.

I migliori anni della nostra vita, tipo.

Non è diverso quello che fa Virgin da quello che fa Carlo Conti, lo fa con canzoni differenti ma il succo è quello. A parte che Billy Idol non c'era nei migliori anni della mia vita, ci sarà stato in quella di Ringo. Ma poi non dico che non devi mettere i Clash, ma non mettere Should I Stay or Should I Go, cazzo. Raccontami Sandinista, le contaminazioni, ma poi anche basta raccontare storie perché dopo che hai seguito il quarantesimo che ti ha raccontato la storia di Plastic Ono Band, a un certo punto vai avanti, finiscono anche le storie. 

 

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Come si riesce a uscir fuori da questo imbuto?

Il supporto fisico non esiste più e la smaterializzazione non ha aiutato la musica. Ho pensato: facciamo vedere che questo Paese non è emarginato, perché siamo un Paese molto provinciale e non avevo alcuna voglia di supportare la provincializzazione, quindi ho pensato a un programma per persone che in quel momento avrebbero potuto vivere a Londra, Berlino, New York, Los Angeles, ascoltando le stesse canzoni che gli avrebbero proposto vivendo lì, per accorciare le distanze. Per creare una proposta educativa. 

Come sono gli ascoltatori italiani?

Hanno bisogno della carota prima, quindi del racconto, della musica che già conoscono, perché sono ascoltatori pregiudiziali, settoriali: chi ama il rock non ascolta il rap oppure non ascolta la musica elettronica, il metallaro non ascolta altri generi. Siamo pieni di Riccardoni: fissati con lo strumento e la bravura tecnica che dicono: "Però nel disco di Eddie Vedder (che fa cagare, aggiungo io) c'è Pino Palladino". Eh ma anche dentro un disco di Massimo Di Cataldo c'è Pino Palladino, non significa assolutamente un cazzo! Abbiamo ancora scorie di Dream Theatre e non ce ne libereremo mai, ancora prog rock, son cose che oggi non dovrebbero esistere. Abbiamo bisogno di nuovo e il nuovo c'è, ce n'è pure tanto. La Gran Bretagna sta tirando su una scena post punk pazzesca con grande varietà: di front a band simili ai Fontains D.C. abbiamo Black Midi, Shame... Abbiamo tirato di nuovo fuori il sassofono che era sparito da decenni, era sinonimo di Dire Straits e Spandau Ballet ed è ritornato nella musica alternativa. È un momento d'oro per la musica alternativa e ho deciso di fare il mio canale. Discutendo con la gente, perché hai davanti gente radicata nel preconcetto e fai molta fatica. Come si fa a litigare nel 2022 per i Pearl Jam? Capisci che è da dementi?

Fanno conoscere più musica i nuova i selezionatori di colonne sonore delle serie tv che non i canali preposti.

Quello è un problema serio, non puoi sostituire le guide con gli algoritmi. In una serie tv la musica ha lo stesso effetto che ha su Tik Tok, è legata a un contenuto virale ed esce fuori deumanizzata in un certo senso. Quello può essere la fortuna di qualcuno, è stata anche la fortuna dei Måneskin, figurati, ma non puoi sostituire le guide, abbiamo totalmente cancellato il loro ruolo. Per quello m'incazzo con le radio tematiche, non possono essere vittime di un ragionamento così miope e prevedibile. Non puoi darmi i Fontaines due anni dopo. Non che siano la migliore band del pianeta, ma sono degli uomini immagine di una potenziale rinascita, per quello sono fondamentali. Ti devi aggrappare a tutto quello che il mondo alternative tira fuori, invece non c'è nessuno che ti racconta la storia della Partisan, che fa collegamenti con gli Idles, contestualizzando la scena di Dublino o britannica. Servono le voci, qui nessuno ha più voglia di lavorare, di fare il suo. Io sono andato una volta a parlare alla Virgin, mi hanno detto che praticamente la loro scaletta è intoccabile, che potevo fare un programma ma non avrei potuto mettere un pezzo mio. Ma allora che cazzo vengo a fare da te? Vengo se personalizzo, altrimenti non serve a niente, è una logica da RDS. È mortificante che quella sia una formula che funziona, senza pensare al danno che fai alla musica invece di rispettarla. Servono le guide, io non smetterò mai di fare la guida e siccome non manco al mondo della televisione, idem per le radio, mi metto in proprio e cerco di tirarmi su la grande community alternative italiana. Se non dovessi riuscire in questo, di sicuro avrò la community più informata d'Italia.

Un obiettivo bello tosto. Come pensi di riuscirsi?

Noi (io e altri ragazzi che si sono appassionati e che ho tirato dentro a collaborare) facciamo una selezione settimanale di più di 100 canzoni e ne diamo in media 30-32 al pubblico. 1500 canzoni l'anno di artisti nuovi. Questo è un lavoro che non fa nessuno, non solo in Italia, ma nel mondo. BBC Radio 6 produce in heavy rotation in media 8 canzoni alla settimana, Stereogum 5, Pitchfork 8, COS 3 o 4 quando se ne ricordano. Noi ne diamo 32 in heavy rotation tutte le settimane. Significa che dopo 3 passaggi di un pezzo tu lo sai a memoria, e abbiamo creato un nuovo classico. Abbiamo bisogno di questo. In futuro dobbiamo avere ricordi nuovi, di quando è uscito un disco nuovo. Che cazzo di ricordi nuovi vuoi creare su Dark Side of the Moon?

Come sei approdato a Twitch?

Ero su YouTube ma ha delle policy orribili per quanto riguarda il copyright e mi facevano cadere le dirette. Come mettevi un pezzo che il canale non prevedeva tu potessi mettere cadeva la diretta e io salutavo 100, 200, 300 persone. Quando ripartivo me ne trovavo la metà. Esausto, ho deciso di andare su Twitch, lì non cadono le dirette, c'è un metodo di monetizzazione totalmente diverso, quindi io ho oltre mille abbonati che mi pagano mensilmente e mi sostengono. Twitch è diventata casa mia, non mi rompono le palle sul copyright per la diretta. Su YouTube ripubblico soltanto gli estratti della trasmissione parlati. Sta diventando una cosa seria. Purtroppo nel mondo dell'alternative nessuno vuole fare rete, stiamo tutti a pisciare sul nostro territorio sperando che nessuno diventi più grande, invece io ragiono all'opposto: se non facciamo rete rimaniamo tutti nell'anonimato. Chiunque si occupi di musica alternativa, di controcultura, deve sostenere. Non è una gara, mi auguro che arrivino altri cento a divulgare musica, altrimenti la musica finisce. 

Persino MTV faceva divulgazione, e non è mai stata una tv alternativa.

MTV era il mainstream, ma aveva all'interno un suo equilibrio che funzionava benissimo: heavy rotation di mainstream durante il giorno e la sera Headbanger's Ball, Yo MTV Rap, Alternative Nation, il programma dance, tutti specializzati nel proprio genere, c'era libertà. Nel momento in cui si spegne MTV fai un danno generazionale a tutti, perché se lavori per vocazione è un discorso, se invece non lavori per vocazione, come Rai o Mediaset (ci sono cascato anch'io andandomene in Rai) e fai musica in tv solo perché sta funzionando, smetti di farla. Senza la matrice nessuno ha più sentito il bisogno di fare programmi musicali e nonostante sia venuta meno una realtà mainstream, è venuta meno drammaticamente una guida, di importanza, di prevalenza della musica. Hanno mollato troppo presto, si son cagati sotto rispetto a YouTube inutilmente. Quando ho parlato con i vertici di MTV due o tre anni fa, non erano più sicuri della scelta presa la tempo, solo che nessuno ha più la vocazione musicale quindi non se l'accolla nessuno di fare musica oggi. A parte le testate che fanno quello di professione, chi parla di musica oggi? Ho chiesto l'altro giorno e mi hanno risposto "Ogni tanto Nikki su Radio Deejay". Sono trasecolato. Con tutto il rispetto eh, ma non è mai stato un divulgatore. Dove sono tutti gli altri? Devono aprirsi i canali, è lì il futuro, non dobbiamo aspettare la tv. Il calcio se n'è andato tutto quanto su Twitch, non gliene frega più nessuno del dibattito su Sky. Serve fare rete.

Ma perché in Italia è così difficile fare rete, creare una scena?

L'Italia è un Paese provinciale, secondario, marginale, non ha mai creato uno straccio di trend a livello mondiale nella musica. Gli ultimi sono stati l'italo disco degli anni '80 o '90 e il prog negli anni '70. Abbiamo avuto i Litfiba e i Diaframma, la IRA ma è uscita fuori solo una band, Fiumani si è fatto una vita da outsider, 40 anni secchi di controcultura. Le uniche scene legate alla città in Italia sono quelle del rap.

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Segui qualche band italiana al momento?

Mi piace molto Artizhan, il suo disco è molto bello, di musica elettronica molto raffinata. Uno dei pochi dischi con un appeal internazionale è quello di Iosonouncane, che però è una palla enorme, manca così tanto di sintesi che secondo me vanifica anche lo sforzo. È importante nella musica non sbrodolarsi addosso, personalmente mi ha annoiato, ha ottimi spunti se fossero durati un quarto di quanto è durato. Per il resto onestamente non saprei cosa andare a guardare, quando mi consigliano cose ascolto ma poi rimango sempre deluso, trovo tutto estremamente vecchio rispetto a quello che viene fatto oggi, fuori tempo di 3 o 4 anni, derivativo. Già il rock è derivativo di suo, se devo sentire la derivazione della derivazione, pure in lingua italiana, mi sento a disagio. Ho avuto una trasmissione tra le più seguite che parlava di demo dei ragazzi: ti cascano le braccia quando senti il tipo di scelta musicale, gli arrangiamenti. Mi chiedo perché fare musica ispirata a Battisti nel 2022. In Italia hanno sempre fatto De Gregori per duemila anni, poi hanno fatto Battiato, tutta la scena anni '90 era Battiato riapplicato e riconvertito, Battiato più i Duran Duran, oppure i Sonic Youth e altre cose, ma sempre roba vecchia. Aspetto ancora un po' di coraggio. La musica nuova te la puoi pure inventare, ci sono artisti Tuareg che fanno musica da paura, stanno inventando nuovi modi di fare blues, rock e pure elettronica, il più grande gruppo di pop mondiale è coreano, non credo che a livello di dna abbiamo geni diversi che ci impediscano di fare musica coraggiosa. Questo però è il Paese dei greatest hits, dell'acquisto da Autogrill. Abbiamo Vasco Rossi con 33 album di inediti e 88 compilation. Tre volte la sua discografia. 

Oggi è più facile o più difficile essere musicisti?

Oggi è di una difficoltà estrema essere musicisti anche se tutti oggi possono essere musicisti. È sicuramente un bene bypassare la direzione artistica delle case discografiche, gli A&R. Prima della pandemia potevi suonare in un locale dal vivo per anni senza che nessuno inciampasse nella tua musica, oggi ti fanno firmare solo se hai fatto X visualizzazione su Youtube. Gli A&R in Italia lavorano a rischio zero: o hai già fatto successo su internet o su un'etichetta indie italiana che di indie non ha assolutamente nulla, è solo una wannabe delle major. In ogni caso oggi la musica è tutta dal basso, qualunque cosa arriverà non sarà dall'etichetta, a quella si approda dopo, lo schema è giusto e anche vincente.

Perché oggi una televisione italiana musicale la danno tutti per fallita in partenza?

Perché hanno perso la vocazione e non la sanno fare, altrimenti funzionerebbe. Oggi tv e radio vengono giustamente fruite molto poco dai giovani, perché non vengono rappresentati in nessun modo. Se avessero i loro programmi musicali credibili li guarderebbero. Perché Twitch lo accendi e la tv no? Non cambia niente, sono entrambi canali.

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L'articolo Enrico Silvestrin: di nostalgia si muore di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-01-27 16:00:00

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