Eurovision 2023: le pagelle della seconda semifinale

Ritorna la rassegna camp più vista al mondo in diretta da Liverpool. Tutte le pagelle in continuo aggiornamento della seconda semifinale

11/05/2023 - 21:02 Scritto da Marco Mm Mennillo

Le disgrazie non vengono mai da sole, ma teniamo duro. Senza nemmeno dover attendere il nostro Marco Mengoni che stasera non appare, tornano le semifinali dell'evento musicale più televisto al mondo, uragano di immaginario camp, luci, colori e canzoni che nel migliore dei casi dimenticheremo molto presto.

Tornano le nostre pagelle cattivissime, ma nemmeno poi così tanto, per fare le pulci agli altri e difendere a spada tratta il nostro paese come non abbiamo mai fatto prima. D'altronde, l'Eurovision è quell'evento che ci ha fatto tifare per Il Volo, per dire.

Nell'attesa di Sua Maestà Graham Norton, storico commentatore che si aggiungerà alla rosa di Hosts per la finale di Sabato, lasciamoci accogliere da Alesha Dixon – Quella di The Boy Does Nothing –, Julia Sanina – Rockstar Ucraina a rappresentare il paese campione in carica – e Hannah Waddingham – Si, quella di Ted Lasso, proprio lei – e Lei The Eurovision Song Contest Second Semifinal Begin!

Reiley – Breaking My Heart (Danimarca): 6

Immaginatevi il Justin Timberlake degli *Nsync che canta una traccia scartat(issim)a di Random Access Memories dei Daft Punk, mescolandoli con ritmiche alla The 1975 e una vocalità di Troye Sivan. Un campione di poca personalità, insomma. La canzone non è manco malaccio, vedremo se crescerà. Mi sa di no.

Brunette – Future Lover (Armenia): Jorja 6 1\2

Avete presente quanto hanno rotto le palle ai Måneskin per aver preso gli stilemi del rock e averne fatto altro? Voglio vedere gli stessi alle prese con la somiglianza incredibile tra lo stile di Brunette e Jorja Smith. Senza la benché minima carica rivoluzionaria. Canzone dimenticata sei minuti dopo. Magari cambierò idea ascoltando la versione studio, ma se googlo Brunette mi sa che esce altro.

Theodor Andrei - D.G.T. (Off and On) (Romania): 5

Lui suona la chitarra con incredibile trasporto cercando di farci dimenticare che NO, non sta suonando dal vivo. Ma quasi ci credevamo. Ballata acustica – ma anonima – con sorpresa sul finale. Ma la sorpresa è quella degli altri due ovetti Kinder delle confezioni "1 su 3", quelli in cui NON c'è il personaggio di Harry Potter. Sempre bello comunque vedere il presenzialista televisivo Paolini vestito di Rosa Shocking.

Alika - Bridges (Estonia): 6 e mezzo

Un piano che suona da solo è l'unico modo per far suonare qualcosa su quel palco, ma lei raddoppia la supercazzola suonandolo anche se abbiamo già visto che sta suonando da solo quindi, perchè. Ricorda la Anna Tatangelo dei tempi di Ragazza di Periferia, ma la fa anche rimpiangere. Stasera sono proprio infame, scusatemi padri fondatori d'Europa, per la finale mi piaceranno (quasi) tutte.

Gustaph - Because of You (Belgio): No.

La canzone ufficialmente più insopportabile dello Eurovision. Dance anni '90 che viene direttamente da una compilation del Festivalbar, a volendogli proprio fare un complimento. Sembra un AJ dei Backstreet Boys a cui è andato di volta il cervello.

Andrew Lambrou - Break A Broken Heart (Cipro): 4

Non puoi rompere un cuore rotto. E aiutami un po' a dire graziarc***o. Pioggia, fuoco e urla. Il cuore è rotto e non può romperlo ulteriormente, quindi ha deciso di passare alle nostre gonadi. Perchè urli, figlio mio?

Diljá - Power (Islanda): 5

Pensavo stesse male quando si è rotolata a terra, e invece era una normale (?) presenza scenica da Eurovision. Le stavo quasi credendo, poi hanno messo la base di Heaven di Emeli Sandè. 

Victor Vernicos - What They Say (Grecia): ϛ

È il concorrente più giovane e porta una canzone di un vecchio che la metà bastava. Non ironicamente non avevo capito in che lingua stesse cantando, confuso anche dalle grafiche in greco. Performance molto carina, finché non hanno messo la gigantografia di questo Young Cristiano Ronaldo esagitato. Gli consiglio quantomeno un duetto con Margherita Vicario. Mara Maionchi commenta: "ce ne fosse uno allegro". Vero, Mara, vero.

Blanka - Solo (Polonia): Solo 1.

Sembra perfetta per uno stacchetto delle Veline a Striscia, da quanto la trovo offensiva. Lei ha la performance di una Lollipop fuori tempo massimo e speravo nella messa in scena che salvasse la situazione. Ebbene, è ancora peggio. Vi prego no.

Joker Out - Carpe Diem (Slovenia): 6 e mezzo, ma perchè i Måneskin mi piacciono.

La canzone sembra anche carina, con quel bel giro di basso e soprattutto non essendo scritta in inglese demenziale bensì nella loro lingua. Poi però arriva l'assolo di Supermodel dei Måneskin. A cui sembrano somigliare spudoratamente. Il Damiano sloveno si è pure vestito uguale, non suonando, gli altri ammiccano in camera. Meglio su Spotify, questa già l'ho sentita.

Iru – Echo (Georgia): 77, giusto perchè è Georgiana

Speravo in un goal come quelli del suo conterraneo Kvara. E invece a parte il vestito svolazzante e i dittonghi aperti mi rimane poco. Come Kvara, sì, ma contro il Milan: rigore sbagliato. Mara Maionchi dice "Carina", come dice di...come dire... tutto.

Piqued Jacks - Like An Animal (San Marino): 7+ oh sii siii è una strippeeer

I ragazzi (italiani) che rappresentano San Marino – nonostante l'inglese da Magic English – riescono a fare addirittura una buona figura, dove l'anno scorso è riuscito meno Achille Lauro con molto più budget. A proposito: vi ricordavate di Achille Lauro in gara per San Marino, l'anno scorso? No? Nemmeno il resto d'Europa.

Teya & Salena - Who The Hell Is Edgar (Austria) : 8,0003

Una sagace critica all'industria discografica, con riferimenti ai ghost writer e utilizzando Edgar perlopiù come pretesto per un POE-POE-POE nel ritornello. Come 7 Nation Army o L'Amour Toujour. Però funziona e sono addirittura credibili. Con il riferimento agli 0,003 centesimi di Euro di Spotify mi conquistano.

Albina & Familja Kelmendi - Duje (Albania): 0000000

AAAAAAAAAAOOOOOOOAAAAAAAA e altre vocali urlate completamente a caso, prima di diventare una canzone forzatamente tradizionale, che ci ricorda ciò che gli Elio dicevano a proposito della musica balcanica. Ermal Meta, ti cediamo a rappresentare l'Albania se può evitarci questo strazio.

Monika Linkytė – Stay (Lituania): 10 omeopatico, cioè 5 vero.

Una Antonella Elia che strilla. E vabbè. Sarà un testo commovente e profondo. E invece no, la grafica a schermo rivela che il ritornello non vuol dire niente, è un modo per invocare la natura. Minimo dopo andrà ad abbracciare gli alberi, la cara Monika.

Voyager – Promise (Australia): 8 vergognandomene

Lo ammetto, sarebbero tremendi. Un metal chitarroso e synthoso molto anni zero per un paese che dell'Europa manco fa parte, ma l'Australia fa parte dell'EBU – l'Eurovisione – perchè fruiscono dei nostri contenuti. Ma a me piacciono, sarà la messa in scena con la macchina sul palco, sarà il sosia di Aimone Romizi alla batteria, sarà che il chitarrista ha fatto portare sul palco inutilmente degli amplificatori enormi, ma li trovo irresistibili. E me ne vergogno.

Peppa Pig: 10

E all'improvviso, tutto ad un tratto, appare Peppa Più che fa un trenino con i concorrenti. Credevo fosse l'overdose da sushi ingurgitato mentre guardavo l'ESC. E invece no, tutto vero. D'altronde: le grandi eccellenze del Regno Unito, no?

Passano il turno:
Albania, Cipro, Estonia, Belgio, Austria, Lituania, Polonia, Australia, Armenia, 

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L'articolo Eurovision 2023: le pagelle della seconda semifinale di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2023-05-11 21:02:00

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