Grooviglio, la magia di un campo estivo per musicisti

L'etichetta milanese ha invitato i suoi artisti, tra cui Voodoo Kid, Salamantra e SPZ, per qualche giorno di musica e divertimento nella campagna toscana. Una vacanza, ma anche un'occasione di contaminazione artistica che ha già dato i primi frutti

Gli artisti di grooviglio in ritiro a Volterra - foto di Silvia Violante Rouge
Gli artisti di grooviglio in ritiro a Volterra - foto di Silvia Violante Rouge

"L’estate 2020 ce la ricorderemo per sempre". Non si tratta di uno slogan pubblicitario, ma è la biografia Instagram del profilo @f3st1n3 (Festine), nata tra le mura della tana operativa dell’etichetta milanese Grooviglio. I ragazzi di Grooviglio hanno invitato i musicisti del loro roster Voodo Kid, SPZ, i SalaMantra e Dado Freed, assieme ad alcuni ospiti, nella tenuta di Volterra di Agostino Ridone, un loro artista di cui – ci dicono – sentiremo parlare. Un luogo sperduto tra le cascine e le colline toscane, attrezzato quanto basta per registrare nuova musica e abbastanza grande per tutti. Hanno realizzato così un summer camp memorabile in un luogo magico, ottimo per rilassarsi e concentrarsi su se stessi e sul lavoro, come ci ha raccontato lo stesso Agostino.

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Il manager Alessandro Broglia, gli artisti e la fotografa Silvia Violante Rouge sono partiti da Milano il 17 agosto, per poi essere raggiunti nei giorni successivi da Dado Freed – già noto per le collaborazioni con See Maw e Dola – e Renzo Stone, produttore e top liner che lavora con Voodoo Kid e Ghali.

"Questo camp è stata un’occasione per ritrovarsi e svagarsi, staccare la testa, anche se per poco, dal clima creato dal Covid quest’anno", ha raccontato Voodo Kid. "L’ho vissuto con molta leggerezza, non mi aspettavo avrei prodotto tutto quello che poi ho fatto, la cosa bella, che per me è sempre fonte di stimolo, è stata poter lavorare fianco a fianco con altri artisti ai quali mi sono anche avvicinata molto".

"Avevo un po' timore del fatto che ognuno dovesse fare il suo senza creare unione", ci ha detto Barkee dei SalaMantra, "ma è stato il contrario, siamo stati una squadra". Dado Freed, invece, sapeva sarebbe andata bene fin dall'inizio: "Quando mi preparo per fare qualcosa cerco sempre di non crearmi aspettative su come andrà, però ero sicuro che sarebbe stata un’esperienza stimolante e così è stato".

 

Voodoo Kid - foto di Silvia Violante Rouge
Voodoo Kid - foto di Silvia Violante Rouge

Il giorno dopo il loro arrivo sono iniziate le sessioni in studio, due al giorno divise su due postazioni differenti: una per registrare e una dedicata al brainstorming e alla creatività. Tutti gli artisti avevano accesso allo studio a rotazione, Alessandro ha coordinato il tutto, mentre Agostino ha collaborato con tutti, aiutandoli a registrare e a scrivere la musica.

"Ci siamo lasciati influenzare dal flow del momento, abbiamo prodotto e scritto cose molto a sentimento", racconta Voodo Kid. "Questa, secondo me, è la forza dei pezzi che abbiamo fatto: sono veri e spontanei, non ci sono produzioni o collaborazioni forzate". I SalaMantra, per esempio, sono partiti con l’idea di scrivere un nuovo brano, poi si sono lasciati trasportare dalle sensazioni del momento, facendosi assorbire dall’ambiente e dalle persone che li circondavano. Ed è così sono nate le collaborazioni tra i presenti, un po’ per caso, nel tempo libero che si trovava per suonare insieme. È lo stesso Tom Scerd dei SalaMantra a dire: "Abbiamo trovato le giuste sinergie e ci rincontreremo tutti insieme per lavorare a un obiettivo comune, è la musica che fa star bene noi tra noi e noi con gli altri".

 

SPZ e See Maw - foto di Silvia Violante Rouge
SPZ e See Maw - foto di Silvia Violante Rouge

Dado Freed, invece, ci ha sottolineato quanto sia stato importante per lui prender parte a questo camp, non rinunciare alla possibilità di lavorare in gruppo, soprattutto in giorni difficili come questi. "A Volterra è nata una combriccola di scalmanati, dove la collaborazione è stata al centro per la creazione di bellissimi rapporti, oltre che di contaminazione artistica".

"Il lockdown ci ha ricordato il valore sociale della musica", secondo Agostino. "La musica trova la sua completezza quando è generata dalla combinazione di talenti e condivisa. Essendo la musica un linguaggio, è triste e controproducente parlare sempre da soli. Ben vengano le collaborazioni e le scoperte, come quelle realizzate in questo summer camp".

 

Alessandro Broglia e Dado Freed
Alessandro Broglia e Dado Freed

Il profilo @f3st1n3 di cui vi avevamo accennato all'inizio, nonostante sia nato per gioco, si è evoluto in breve in qualcosa di più serio, dai tratti distintivi, fino a diventare un punto d’incontro dove la tana operativa si apre agli amici. È un’occasione per aggiornarsi, scambiarsi le idee e far nascere collaborazioni: per esempio, non è un segreto che See Maw e Iside abbiano pubblicato il primo prodotto di Festine in questi giorni, Maremoto. "Siamo contenti ed entusiasti dell’ambiente che si crea ogni volta", ha detto Voodoo Kid. "Magari in futuro estenderemo gli inviti ad un numero ristretto di persone e faremo anche dei secret show, chi lo sa".

Il summer camp di Volterra è stata un'esperienza che ha riproposto lo stesso spirito di Festine in una cornice mozzafiato, un luogo magico in cui si vorrebbe passare una vita intera. Al termine delle sessioni in studio, il programma restava quasi sempre lo stesso: tutti in mezzo ai campi con del vino a guardare il cielo, che regalava decine di stelle cadenti ogni volta. Uno spettacolo davvero raro.

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L'articolo Grooviglio, la magia di un campo estivo per musicisti di Enrica Barbieri è apparso su Rockit.it il 2020-09-21 15:25:00

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