Parigi val ben una ressa

Sale l’attesa per Fiore Verde, nel mese di giugno: il primo festival che celebra la nuova musica italiana nella capitale francese. Nasce da un’idea di organizzatori cittadini in fissa con Giorgio Poi, con Italia Music Export, e ha una line up che va da Liberato ai Post Nebbia, Cosmo e Donato Dozzy

Foto di William Beaucardet
Foto di William Beaucardet

A Parigi un piccolo germoglio di Italia sta per sbocciare. Si chiama Fiore Verde ed è un festival di musica italiana, che si terrà a Parc del la Villette dal 15 al 18 giugno. E non aspettatevi i nomi più inflazionati che fanno i mega tour all'estero come Al Bano: la line up di Fiore Verde vede alcuni dei nomi più brillanti del nostro panorama musicale, che sarà interessante vedere come possono essere percepiti dal pubblico francese. Artisti come Liberato, Giorgio Poi, Post Nebbia, Her Skin, Maria Chiara Argirò, ma anche una ricca selezione elettronica curata da Vitalic, dj francese tra i più riconosciuti al mondo, con protagonisti Lorenzo Senni, Emmanuelle, Cosmo, Don Turi, Donato Dozzy e Gigi FM.

Ora, la domanda è inevitabile: ma com'è che dei francesi si innamorano della "nostra" musica al punto di organizzarne un festival? L'abbiamo chiesto a Pablo El Baz di Le Trabendo, il live club che sta dietro, assieme all'agenzia Super!, a Fiore Verde. "In ufficio a Le Trabendo ascoltiamo un sacco di musica. Un giorno ci è capitato di ascoltare Haute Saison, cantata da Thomas Mars dei Phoenix assieme a Giorgio Poi, che non conoscevamo. Abbiamo iniziato a cercare dalla sua discografia e abbiamo scoperto un mondo. È stato lui il punto di ingresso per una realtà nascosta per noi, che non fosse solo Måneskin o Umberto Tozzi", racconta ridendo durante una chiamata su Google Meet.

 
 
 
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Perché un festival ce lo spiega ancora Pablo El Baz, il direttore artistico: "Ho lavorato in vari festival e mi piace l’idea di immersione. È difficile fare un festival con un concetto generale, serve qualcosa di preciso e definito. Motivo per cui Pablo si è rivolto a Chiara Gallerani di Italia Music Export, l'ente che promuove la diffusione della musica italiana all'estero e che è stata contattata da Pablo proprio per realizzare questo festival. "Non potrei organizzare qualcosa sulla cultura italiana senza avere una persona che sia italiana, competente e con cui possa confrontarmi. Chiara ha fatto da ponte con tutte le agenzie con cui ci siamo confrontati, è stata fondamentale per mettere in piedi questo festival", spiega Pablo. Al che Chiara, connessa anche lei in chiamata, aggiunge: "La cosa più bella è che questo progetto sia partito da loro. Un giorno mi sono trovata una mail di Pablo che mi spiegava l'idea di Fiore Verde e non ci abbiamo pensato due volte a salire a bordo".

"Italiano significa mediterraneo, collettivo, solare, colorato. Tutte queste idee fanno parte dell'immagine che abbiamo in Francia dell'Italia e che vogliamo restituire in un festival che superi gli stereotipi", ci dice Pablo e sembra abbia colto nel segno. Fiore Verde potrebbe essere molto interessante non solo per i francesi, ma anche per i reduci dal MI AMI Festival che si svolgerà il 26, 27 e 28 maggio al Magnolia. E chissà che un giorno non possa nascere un fleur verte che porti qua gli artisti più fighi dei nostri cugini transalpini. Nel dubbio abbiamo chiesto a Chiara e Pablo di farci cinque nomi a testa di musicisti francesi che dobbiamo assolutamente ascoltare: per Chiara sono November Ultra, Yoa, Rallye, François & The Atlas, Mountains, Terrenoire, mentre Pablo consiglia H-Burns, Gwendoline, Stuffed Foxes, Sameer Ahmad, OMOH. Se tra questi si nasconde il Giorgio Poi che vi conquista così tanto da mettere in piedi un festival, fatecelo sapere!

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L'articolo Parigi val ben una ressa di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-02-28 14:18:00

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