C+C Maxigross: 15 anni in viaggio

Oggi esce "Cosmic Res", il settimo album del collettivo veronese dedicato al maestro (e zio) Miles Cooper Seaton. Ripercorriamo disco per disco una storia che ci racconta un altro modo, bello e possibile, di fare musica

C+C=Maxigross - foto di Noemi Trazzi
C+C=Maxigross - foto di Noemi Trazzi

Hanno iniziato a suonare insieme semplicemente come fa un gruppo di amici — anzi “collettivo” —, cantando con la chitarra in montagna. Con la pubblicazione di Singar — il primo album ufficiale dei C+C=Maxigross — li ha accolti un successo inaspettato. Ma hanno sempre fatto le cose a modo loro, fino a decidere di non "dare" a Spotify un loro disco (Sale, ora sulla piattaforma) e dare vita alla loro "factory" Tega. Hanno portato la loro psichedelia e le armonie corali in tutt’Italia e fino al CMJ Music Festival di New York. Senza mai lasciare i suoni della Lessinia che li ha cresciuti. Il profumo dei boschi poco più a nord di Verona rimane il filo rosso che percorre le loro opere.

Oggi esce l’ultimo album dei C+C, il nono in meno di 15 anni. Grande cuore e passione. Il nuovo disco si chiama Cosmic Res ed è un doloroso e catartico saluto a Miles Cooper Stanton, morto nel 2021. Con lui il collettivo aveva stretto un legame di amicizia e ammirazione. L’addio al “maestro” – che Tobjah, membro della band, ci aveva raccontato in questo pezzo davvero emozionante – è un album in cui il folk e il cantautorato si incontrano. Insieme a una strumentazione elettronica le chitarre e i fiati formano una miscela sperimentale. Ma questo è solo il punto di arrivo del percorso del collettivo. 

Lo ripercorriamo attraverso le recensioni dei diversi album della band, che Rockit ha raccontato con grande attenzione sin dal loro esordio. 

I C+C=Maxigross – foto di Noemi Trazzi
I C+C=Maxigross – foto di Noemi Trazzi

Il gruppo suona insieme dal 2008. Alcuni dei membri che avrebbero composto i C+C – Tobia Poltronieri, Filippo Brugnoli e Francesco Ambrosini – come detto portavano una chitarra durante le loro camminate e in poco tempo iniziavano a trovarsi per suonare più seriamente. Trasformano una vecchia casa di montagna in uno studio di registrazione. Il risultato delle sperimentazioni è l’ep fertilizzafrasi, una partenza rustica ma curiosa della precedente band di Tobjah, i Klein Blue.

In poco tempo arriva Singar, il primo album ufficiale dei C+C=Maxigross. Le sonorità ricordano quelle di Belle and Sebastien e l’aria di montagna che ha accolto la registrazione del disco si sente. I suoni cristallini, i cori e i riverberi ci proiettano in un prato lontano da tutto e da tutti. I C+C riprendono la tradizione folk, le chitarre acustiche, il banjo e l’armonica. Tutto immerso in un fiume di fiati e voci. Il collettivo rimane legato all'acustico e decide di non inserire la strumentazione elettronica. Una scelta che caratterizza il sound dell’album.

I C+C=Maxigross – Foto di Noemi Trazzi
I C+C=Maxigross – Foto di Noemi Trazzi

Grazie a Singar il gruppo suona dal vivo in diverse località del Nord Italia durante il 2011 e alla fine dell’anno compone altre canzoni. Sono le prime tracce di Ruvain, secondo album dei C+C. Ma il disco deve aspettare il 2013 per essere pubblicato. Il folk rimane l’influenza centrale ma inizia a farsi avanti la sperimentazione.

Arrivano le radici della tradizione italiana che si sente in L’attesa di Maicol. Insieme alla marcetta e al testo naif arriva anche un’altra novità. La psichedelia entra a far parte dei punti di riferimento della band, seppur con una strumentazione ancora acustica.

Hanno inizio i concerti in giro per l’Italia, dal Nord al Sud. Ancora niente in confronto alla data del 2012 a New York, a cui partecipano per aver vinto l’Arezzo Wave Festival. Nel frattempo, Ruvain è pronto e ha inizio un tour con cui la band porta il disco in diversi festival italiani – tra cui il MI AMI – ed esteri.

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Nel 2014 collaborano con il chitarrista norvegese Martin Hagfors e insieme danno vita all’album An Istantaneous Journey with Martin Hagfors. Il musicista scrive sul suo sito: “ho appena passato una settimana a registrare alcune mie canzoni con una grande band italiana. Non vediamo l’ora di capire dove ci porteranno la musica e il nostro istantaneous journey”. Le canzoni di Martin Hagfors vengono riarrangiate nello stile del gruppo veneto ispirati questa volta da Neil Young e Greateful Dead.

Nello stesso anno si chiude la trilogia dei dischi montani della band. Con Fluttarn il collettivo torna a raccontare i paesaggi della Lessinia, questa volta impreziositi da accenni elettronici e ambient, che tornano anche nell'ep Nuova speranza. Le nuove influenze vengono approfondite solo nel 2019, anno dell’uscita di Deserto. L’album segna una rottura nel percorso dei C+C. I concerti sempre più grandi li hanno avvicinati a strumenti elettronici, che ora entrano nel processo artistico del collettivo già in fase di composizione.

I C+C=Maxigross – foto di Noemi Trazzi
I C+C=Maxigross – foto di Noemi Trazzi

La scoperta è stimolante, al punto che l’anno successivo la band è pronta per Sale – album poi unito al successivo Elas in Sale (elas). La sesta opera dei C+C è il frutto di splendidi esperimenti. I sintetizzatori e i campionatori diventano strumenti fondamentali. A lasciargli il passo sono banjo e armonica, sempre più rari nelle canzoni del gruppo. Musica elettronica e sperimentale si alternano a cori ricchi di effetti. Immersa in uno spazio riverberato, la voce rimbalza da una parte all’altra e la batteria si fa largo a colpi decisi di cassa e rullante.

Poi la morte di zio Miles, la necessità di affrontarla con le armi a disposizione. Buon ascolto di Cosmic Res (Trovarobato e Dischi Sotterranei), l’ultimo album dei C+C=Maxigross.

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L'articolo C+C Maxigross: 15 anni in viaggio di Martino Fiumi è apparso su Rockit.it il 2023-01-20 13:28:00

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