"Fuoco sacro": tu tieniti Sanremo, noi abbiamo i Cor Veleno

"Fuoco sacro", l'ottavo disco della band romana, il terzo senza Primo Brown, è un disco che non accetta compromessi. Che rivendica un posto nella storia dell'hip hop, senza guardare però nessuno dall'alto al basso

I Cor Veleno, foto di Beatrice Chima
I Cor Veleno, foto di Beatrice Chima

Quando trovi un disco rap che non parla solo di presunto riscatto sociale, droghe e bitches è un po' come quelle volte in cui apri l’applicazione meteo dell’iPhone e ti accorgi che la qualità dell’aria di Milano è di colore azzurro. Se si conoscono i Cor Veleno questo stupisce meno, ma non per questo la cosa va sottovalutata. E allora celebriamo l'uscita di Fuoco Sacro, ottavo disco in studio della leggendaria band hip hop romana, il terzo da quando il loro mc, Primo Brown, non c'è, il primo dopo l'interessantissimo esperimento "crossover" Meme Ultra K con i TARM.

E allora nell'attuale panorama nazionale, dove il rap è egemone ma sempre meno coraggioso e innovativo, è notizia il fatto che un gruppo con trent'anni di carriera alle spalle riesca ancora a produrre musica di qualità, con testi pregni di significato e beat capaci di far mòve pure i morti. Come loro stessi si definiscono, sono gli outsider della scena, quasi mai ai vertici delle classifiche ma capaci di ottenere con lavoro e costanza la stima di buona parte della critica e il rispetto di tutti i colleghi. Proprio per questo motivo troviamo nel disco numerose collaborazioni, a partire dagli amici di infanzia, i Colle der Fomento, per arrivare ad artisti più mainstream come Fabri Fibra. Nel mezzo, diversi musicisti provenienti da differenti generi, come Willie Peyote e Franco126, danno il loro contributo all’opera (chi più chi meno). Ciò che li accomuna è la provenienza underground, il percorso condiviso quando la scena era un'altra.

Foto di Beatrice Chimi
Foto di Beatrice Chimi

Ma nel nuovo dei Cor Veleno ci sono anche artisti emergenti come Marlon Peroza, Ele A (che intanto è diventata la più brava di tutte, no cap!), KLAUS NOIR e Ugo Crepa, scelte che impongono a Squarta e co. di sporcarsi le mani e non adagiarsi su collaborazioni con maggiori garanzie successo. Sono scommesse, perché come sappiamo, i Cor Veleno amano sperimentare, come hanno fatto nel 2022 con i Tre Allegri Ragazzi Morti, band apparentemente distante dalle sonorità del gruppo romano. È però riduttivo definire solamente hip hop Fuoco Sacro.

Loro sono Roma, e come la capitale, è un insieme di diverse culture in un unico luogo. Qui abbiamo del puro harcore rap, ma abbiamo anche influenze blues, jazz e R&B, d'altronde Gabbo ha fatto il conservatorio e questo ha un suo valore. La scelta usare i campionamenti di Primo Brown (scomparso nel capodanno del 2016) è coraggiosa. Non si può passare realmente oltre, far finta di niente. E il risultato non è un malinconico ricordo ma un enorme valore aggiunto in ogni barra dove la sua voce entra prepotentemente come per dire che lui è ancora qua, con la stessa cattiveria.

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È musica di rabbia, come ci hanno abituati, ma con sempre una proposta valida. In ogni traccia dell’album, c’è una forte rivendicazione del loro spazio all’interno di un genere musicale, l’hip hop, che è cambiato enormemente senza essere realmente cambiato. Ci sono gli attacchi frontali a questo nuovo modo di concepire il movimento, pieno di artisti che si autoproclamano re appena dopo il successo di un singolo, ma il giorno dopo faticano a imprimere il proprio nome nella mente degli ascoltatori.

Sono le dinamiche del talent show. Esattamente come quello recentemente prodotto da Netflix, Nuova Scena, dove lo stesso Squarta, per assurdo, viene coinvolto da Fibra nel valutare nuovi talenti del panorama romano. “Tu tieniti Sanremo, noi Luca Carboni”, perché comunque vada loro non hanno intenzione di stare sotto le luci dei riflettori ma amano esprimersi nell’ambiente che con cura si sono costruiti negli anni.

Foto Arsenyco
Foto Arsenyco

Riprendersi ciò che gli spetta, ma senza guardare dall'alto verso il basso nessuno. Decidere di contaminarsi con nuovi suoni senza perdere le proprie peculiarità e rimanendo fedeli al proprio credo. Per questi e mille altri motivi i Cor Veleno rimangono i Cor Veleno e Fuoco Sacro è un disco salvifico.

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L'articolo "Fuoco sacro": tu tieniti Sanremo, noi abbiamo i Cor Veleno di Luigi Bonacina è apparso su Rockit.it il 2024-03-18 12:06:00

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