Come fare una cover in italiano di Sufjan Stevens e uscirne bene

Il folk singer Gerardo Attanasio tenta il suicidio reinterpretando uno dei brani più personali e struggenti degli ultimi anni: "Death With Dignity". Ebbene, la sua "Ultimo addio" è più che promossa

Grab dal video
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Ci sono artisti che non si prestano in alcun modo ad essere reinterpretati. Prendete quasi tutto il rap: se non lo canta chi l'ha scritto sembra quasi sempre una cazzata, perché le parole appartengono al loro autore. Stesso paradigma potrebbe venire applicato al folk indipendente, quello che ha furoreggiato nei 2000s e che ancora vive momenti altissimi quando chi scrive trova l'ispirazione buona. Sufjan Stevens è un artista che ha conservato un'integrità invidiabile, passando dalla formula voce e chitarra all'elettronica sperimentale rimanendo sempre, profondamente, se stesso. Il suo capolavoro è l'album Carrie & Lowell del 2015, un disco intenso fuori misura, un concept che parla della morte della madre, che l'aveva abbandonato da piccolo. Una storia, la sua, simile a quella di tanti cantautori che hanno perso qualcuno di caro (o addirittura loro stessi, come nel caso di Blackstar di David Bowie) e che hanno dedicato alla scomparsa dischi epocali. Pensate al recente Ghosteen di Nick Cave o A Crow Looked At Me di Mount Eerie. Tutto questo per dire che chi volesse mai fare una cover dei cantanti mentre aprono il cuore e parlano dei cazzi loro, sarebbe probabilmente un pazzo votato al suicidio artistico.

Capita che con l'avvento delle tenebre, all'incirca verso le 17, io sia d'umore crepuscolare e condivida sui social proprio il live completo di Sufjan Stevens. Mi contatta allora un cantante, mi dice che ha fatto una cover di Death With Dignity in italiano. La curiosità di ascoltarla è tanta, così come l'arroccamento su posizioni prevenutissime, perché l'operazione è a cuore aperto, difficile come volare. 

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Lui si chiama Gerardo Attanasio ed è un folk singer amante tanto degli americani quanto dei colleghi italiani. Ha un pedigree di tutto rispetto: tre album alle spalle e uno studio di registrazione. Insomma, non è uno che s'improvvisa, ma da qui a rendere giustizia a una delle canzoni più toccanti di Sufjan Stevens ce ne vuole. Inaspettatamente, devo essere sincero, la sua versione intitolata Ultimo addio fa il suo dovere. Le parole sono adattate, non tradotte e in qualche modo stanno in piedi mentre la musica estremizza il bellissimo giro d'accordi, facendosi più rock o più evanescente a seconda dei casi.

Gli ho chiesto poco educatamente come gli fosse venuto in mente di fare una cover di un pezzo così e lui mi ha risposto la cosa più semplice possibile: "Sono sotto la sua musica e questo è stato un modo per esorcizzare la cosa". Un omaggio sincero, senza troppi fronzoli o lanci pubblicitari, e una tradizione che torna, quella di reinterpretare le canzoni in inglese traducendole, che andava un casino negli anni '60 quando per la prima volta entravamo in contatto con la musica straniera e in pochi conoscevano l'inglese. Quella di Gerardo è un'operazione di cui non si sentiva il bisogno, ma di sicuro riuscita meglio di quanto ci si sarebbe aspettato. Non era per niente facile. 

 

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L'articolo Come fare una cover in italiano di Sufjan Stevens e uscirne bene di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-10-30 11:02:00

Tag: singolo

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