Giulia Mei: "La musica è comunità, altrimenti non saprei che farmene"

La nostra chiacchierata con l'artista siciliana, rivelazione degli ultimi tempi (dopo il successo dell'inno "Bandiera"), all'indomani della sua seratona in Santeria. E alla vigilia di una nuova parte di tour che la porterà su e giù per l'Italia. Sempre in mezzo alla gente

Le foto di Giulia Mei in Santeria sono di Silvia Piva
Le foto di Giulia Mei in Santeria sono di Silvia Piva

La musica sa unire, far stare bene le persone, sopra e sotto il palco. È quello che hanno sperimentato tutti coloro che negli scorsi giorni hanno avuto la fortuna di vedere lo spettacolo milanese di Giulia Mei, che ha riempitoSanteria con la nuova tappa del "nuovo giro" invernale del suo tour, IO DELLA MUSICA NON CI HO CAPITO NIENTE TOUR, con cui ha già accumulato più di 50 date tra estate e autunno.

Sono passati due anni esatti dal brano che le ha cambiato la vita:“Bandiera”, divenuto un popolarissimo e amatissimo inno femminista, che fa alzare le mani al cielo durante le manifestazioni. Sarà il pezzo più atteso anche di queste nuove date (le trovate qua sotto): Giulia farà di nuovo un giro d'Italia nei migliori club, tra il prossimo 28 novembre e il 21 febbraio dell’anno prossimo.

In Santeria, intanto, è stata una grande, emozionante festa con tanti amici, a cominciare dall’apertura di Rosita Brucoli e dal dj set conclusivo di Asia. E poi Anna Castiglia, Selton e Mille, amici e amiche che l’hanno raggiunta sul palco e che hanno contribuito a creare un clima di festa grande. Ne abbiamo parlato con lei, al resto pensano le foto di Silvia Piva. 

Con Mille
Con Mille

Cosa ti dà lascia una serata come quella di Santeria?

Ho immaginato tante volte questa serata. Come ho detto anche sul palco, la immagino dai primi giorni in cui abito a Milano, e tutte le volte che pensavo a un mio concerto a Milano, mi veniva in mente il palco di Santeria. Eppure non me la sento di dire che sia andata come immaginavo, nel senso che credi sia andata anche meglio, perché quello che non potevo sapere era che - quando fosse accaduto - sarei stata circondata da persone veramente straordinarie, che avrebbero sognato con me, e quando non sei da solo a sognare una cosa capita che poi quella cosa, quando si realizza, è molto meglio di come l’avevi sognata.

Hai... capito qualcosa in piu della musica dopo questa data?

Ho avuto una conferma del fatto che la musica è comunità e non può prescindere da questo, che non saprei che farmene se non fosse un mezzo per incontrare le persone, per nutrirmi di umanità, per connettermi con la realtà. Dopo il concerto in Santeria una persona mi ha scritto in dm su Instagram “Hai visto quanta gente cantava ieri con te? Ti rendi conto, vero, che la tua musica non è più tua, ma è nostra?” Ecco, questa credo sia la cosa più bella che possa capitare a chi fa musica mettendoci ogni parte di sè.

Con la band
Con la band

Ti senti rodata per questa nuova fase del club tour dopo le tante date di fine estate?

Devo dire che tutte queste date sono servite moltissimo non solo a rodare il live ma anche a immagazzinare meglio tutti i momenti per restituirli sempre in maniera nuova. Oggi mi sento già una persona diversa rispetto a quando è iniziato il tour, le canzoni sono quelle ma io le canto e le suono diversamente, perché il ritorno che ho avuto da tutte le persone e i posti che ho incontrato lungo tutto questo periodo inevitabilmente hanno influenzato il mio modo di vivere e far vivere il live. A partire dal concerto in Santeria ho sentito non solo l’esigenza di allargare il set in trio (Vezeve, Dario Marchetti e io) con due archi (Aura Fazi - violino, Sofia Volpiana - violoncello), ma anche quella di curare le luci in maniera diversa, e penso che questa sarà la direzione che vorrei che questo concerto prendesse d’ora in poi, a parte cambi di scaletta vari e ospiti speciali, che svelerò prossimamente.

Qual è il momento che ti emoziona di più di questo live?

La verità è che, essendo un live pieno di momenti molto differenti tra loro, io sono innamorata un po’ di tutti, da quello in cui salto sul palco rischiando di lasciarci la pelle e il cuore ogni volta, a quello intimo in cui canto dei miei genitori e della malattia di mio padre. Probabilmente il momento in cui scendo dal palco e canto “Bandiera” con la gente è il momento del live che aspetto sempre un po’ di più, perchè dà un senso sempre diverso a tutto, la vivo come una sorta di improvvisazione musicale in cui gli strumenti sono le voci delle persone e la loro energia, che cambia ogni volta, in ogni città, in ogni singola data.

Un momento che ti manda in sbatti, invece?

Beh sicuramente il punto in cui suono “A casa mi veniva”, un mio brano strumentale ispirato agli studi di Chopin, mi fa tornare un po’ indietro ai tempi del conservatorio e ai miei studi classici, perché richiede una tecnica pianistica e una concentrazione abbastanza toste, poi se magari non ho dietro il mio piano e ne becco uno da backline con una meccanica che non è un granché, è uno sbatti in più. Ma mi diverto ugualmente, mi piace tanto suonarlo.

Con Anna Castiglia
Con Anna Castiglia

Quanto pensi sia stata importante la gavetta per te?

Sono ormai più di dieci anni che suono in giro, ho iniziato piano e voce nelle vinerie con la gente che mi masticava in faccia e oggi sento di non essere nemmeno a metà della mia gavetta, pur avendo raggiunto tanti risultati, molti dei quali inimmaginabili per me anni fa. Io penso sia tutto, non mi sognerei nemmeno lontanamente di avere la padronanza che oggi ho sul palco e la capacità di rimodulare l’ansia da prestazione in musica, senza tutta la strada che ho percorso, comprese le brutte esperienze, che ci sono state ma sono servite a capire che questo mestiere è fatto di tante cose, di alti e bassi, di fuochi d’artificio e miniciccioli, un giorno sei sul palco del Primo Maggio e l’indomani sei nella piazza del paese sperduto della Sicilia coi vecchi che ti guardano male mentre canti di fica. Il gioco è questo, e impararlo significa riuscire a stare a galla e non impazzire quando cala il vento.

Non tutti/e gli artisti/e possono dire di avere un inno in repertorio. Che effetto ti fa quando porti "Bandiera" live?

Ho imparato a capire questa cosa e a rapportarmi con lei nel tempo, perchè quando ho scritto questa canzone non la pensavo come un inno, ma più come un grido di aiuto, uno sfogo di rabbia e amore. Sono state le persone a eleggerla come un inno, un manifesto, e quando è successo per me è stato veramente inaspettato, così come l’ondata di viralità che ha avuto il pezzo. A me questa cosa fa stare bene, perchè mi fa sentire utile, mi fa sentire parte della storia, quella parte giusta della storia che chiede cambiamento, che ha fame di libertà. Io grazie a questa canzone ho capito che non solo non sono sola nelle mie lotte, nella mia quotidiana rivolta, ma che una cosa che ho fatto io è un piccolo motore che muove questa rivolta. É una sensazione incredibile, nel senso che a volte anche io stento a crederci che questa cosa sia capitata proprio a me.

⁠Tu, Mille, Anna Castiglia, e tante altre artiste. Possiamo dire che rappresentate a tutti gli effetti una nuova "wave"? 

Io penso che la nostra forza sia la consapevolezza di rappresentare qualcosa, non qualcosa che mancava ma qualcosa a cui non veniva dato spazio e tempo, rappresentiamo l’idea che questo cazzo di cantautorato “al femminile” non esiste, esistono le donne che fanno musica, ognuna diversa, ognuna col suo pubblico e la sua storia, ognuna col suo immaginario e col suo corpo, da mostrare in infiniti modi finalmente liberi dai modelli prestabiliti. Però sappiamo anche che lo spazio che abbiamo oggi è uno spazio che mancava fino a poco tempo fa, e quindi ci vogliamo bene, ci abbracciamo sui palchi, scriviamo insieme, perché i tempi sono cambiati ma non troppo, c’è un percorso in atto, lungo e alle volte (parecchie) ancora complicato.

 

Con i Selton
Con i Selton

Di seguito le date del tour di Giulia Mei:

IO DELLA MUSICA NON CI HO CAPITO NIENTE TOUR

LE PROSSIME DATE (CALENDARIO IN AGGIORNAMENTO)

23 NOVEMBRE MILANO SANTERIA TOSCANA 31 Milano Music Week SOLD OUT

28 NOVEMBRE PISA LUMIÈRE

29 NOVEMBRE FERRARA SOLIDO - OFFICINA MECA 

4 DICEMBRE ROMA MONK

05 DICEMBRE BERGAMO DRUSO

10 DICEMBRE TRENTO SUONI UNIVERSITARI - SANBAPOLIS 

14 DICEMBRE BOLOGNA LOCOMOTIV 

29 DICEMBRE PALERMO CANDELAI 

16 GENNAIO PISTOIA H2NO 

21 FEBBRAIO CESENA VIDIA 

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L'articolo Giulia Mei: "La musica è comunità, altrimenti non saprei che farmene" di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-11-26 13:06:00

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