Per un grande pezzo serve un grande video: la grande bellezza di Truppi e Lettieri

L’unica vera poesia di Sanremo 2022, che il video di Lettieri (quello di Liberato e Calcutta) premia al massimo. Un cantautore che porta sé stesso sul palco più seguito d’Italia, senza strizzare l’occhio a Spotify, in un video malinconico e allucinante che è una spanna sopra gli altri

Giovanni Truppi nel video di Francesco Lettieri
Giovanni Truppi nel video di Francesco Lettieri

È uscita sui servizi in streaming la canzone Tuo padre, mia madre, Lucia, la splendida canzone che Giovanni Truppi ha portato al Festival di Sanremo 2022 senza snaturare se stesso né la sua musica. Una storia d'amore adulta, di quelle che non fanno i like sui social né hanno appeal su Spotify, cantata come farebbero Jannacci o Ciampi, tra il recitato e il cantautorale di scuola anni '60. Giovanni alla sua prima sanremese non si è smentito e si è esibito in canottiera, come fa sempre durante i concerti.

Il brano è accompagnato da un video in uscita oggi, la regia del video è affidata a Francesco Lettieri, celebre regista che ha diretto tra gli altri Calcutta e Liberato, che torna a dirigere un videoclip dopo il successo dei film Ultras e Lovely Boy.

Nel video, Giovanni si ritrova a suonare in un hotel improbabile, in una cena la cui atmosfera ricorda quella del Capodanno anticipato di Fantozzi. La serata piano piano si trasforma, e con lei Giovanni, che si ritrova a condividere con i bizzarri partecipanti qualcosa di magico, tra picchi di euforia e momenti di malinconia, quella che doveva essere una notte dimenticabile, a tratti anche imbarazzante, diventa un momento che li unirà per sempre, anche se non si rivedranno mai più.

 

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Tuo padre, mia madre, Lucia è una dichiarazione d’amore, forse la più compiuta che Truppi abbia mai creato.

Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori - Marco Buccelli e Giovanni Pallotti - insieme a Gino De Crescenzo “Pacifico" e Niccolò Contessa (I Cani) - il brano è prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi.

È la prima volta che Giovanni ha collaborato un gruppo di lavoro così esteso: il nucleo del brano, nato quasi di getto dalle riflessioni del cantautore campano, è stato coltivato in modo profondo e condiviso tra tutti gli autori del pezzo, come ci racconta qui

Tuo padre, mia madre, Lucia verrà poi accompagnata, il 4 febbraio 2022, dalla pubblicazione di una raccolta intitolata Tutto l'universo, un ritratto d'artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore.

Il testo di Tuo padre, mia madre, Lucia

Quando ti ho incontrata per la prima volta
ad una cena di sconosciuti in un bar di Torino
senza pensarci, d'istinto, ti ho guardato la mano
per vedere se fossi sposata.
Brillano le teste e scintillano le stelle
corrono corrono corrono, gli occhi si chiudono gli attimi cadono.
parlami o sei triste, dove andiamo, che ci faccio qui?
o siamo sempre stati qui?
E quando le cose tra di noi non vanno lisce e sono malinconico o preoccupato
ripenso a quel momento e mi fido di lui
e anche se a volte litighiamo solo per la paura di metterci a letto lo so
che per quello che vogliamo fare noi un per cento è amore
e tutto il resto è stringere i denti
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno come mi chiedo anch'io, se questo è un amore
risponderò, come rispondo anche a me, che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.
E adesso che conosco anche la tua amarezza
e il buio senza parole in cui sei nuda di rabbia
io ti volevo dire che la mia anima ti vuole ed il mio cuore pure
e che le mie fantasie si scaldano al pensiero del tuo fiato.
Brillano le teste e scintillano le stelle
coprimi la faccia e non farmi fare niente
stringimi più forte e fammi dire un'altra volta si.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch'io, se questo è un amore
risponderò, come rispondo anche a me, che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.
Amore mio, per vivere facciamo mille cose stupide
lo sai, per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile.
Ma cosa c'è di semplice?
Amore mio, che ridere.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch'io, se questo è un amore
risponderò, come rispondo anche a me, che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.
Sto camminando verso di te
ti vedo all'incrocio, mi fermo a guardarti
e aspetto l'attimo in cui
ti girerai e mi sorriderai vedendomi arrivare.

 

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L'articolo Per un grande pezzo serve un grande video: la grande bellezza di Truppi e Lettieri di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-02-03 14:10:00

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