Non é l'estate di tutti: parola ai festival che non ci saranno

Nameless, Indiegeno, Mag: tre realtà diverse, storiche e rilevanti. Che, per motivi diversi, hanno rinunciato in corsa all'edizione 2021. In questo agosto pieno di speranze ma anche di incertezze, li abbiamo sentiti. Per capire cosa li ha fermati, e da dove ripartire

Indiegeno Fest, edizione 2020. Teatro Greco di Tindari (Patti - ME) - foto di Giuseppe Mollica
Indiegeno Fest, edizione 2020. Teatro Greco di Tindari (Patti - ME) - foto di Giuseppe Mollica

Abbiamo visto cosa cambia per concerti, festival e discoteche dal 6 agosto con il Green Pass e tutte le nuove misure decise dal governo. Che hanno avuto delle conseguenze sulla musica dal vivo, in alcuni casi estreme: molti festival hanno deciso di annullare e rimandare l’edizione al prossimo anno. Altri sono riusciti a concludere e a portare avanti la programmazione, seppur con tutti i rischi, le precauzioni e le incertezze del caso.

"Come prevedeva Manuel Agnelli, andare quest’estate in tournée è un suicidio. Sia per chi organizza sia per gli artisti", dice Tommaso Stanzetti. Colui che segue la direzione artistica di Mag, festival gratuito (organizzato con Röcken & Emporio Malkovic) che dal 2008 porta musica live in provincia di Verona (in collina, all'interno dello splendido parco di Villa Trevisani-Romani a Sona, ndr).

Il Mag Festival è uno dei tanti festival che (anche) quest’anno non s’è fatto: "Come il Decibel Open Air di Firenze, il Nameless, l’Indiegeno Fest, il CJF Music Festival, anche noi (seppure siamo una realtà più piccola e totalmente diversa) non ce la siamo sentita. Soprattutto perché non potevano garantire l’esperienza del festival. Per me, per noi, diventa fondamentale l’experience. E non si dica che stare seduti sia la stessa cosa. Più della cartellonistica, l’esperienza è il presupposto, la parte centrale di un festival. Qualsiasi esso sia, grande o piccolo", dice Tommaso.

 
 
 
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Abbiamo parlato con lui, con Alberto Fumagalli (CEO & Founder del Nameless Music Festival) e con Josie Cipolletta (Event Manager di Indiegeno Fest). Hanno risposto a tre domande fondamentali: innanzitutto, quali sono le motivazioni che hanno portati loro alla scelta di annullare il festival; se hanno cercato un dialogo con le istituzioni; quali sono le soluzioni e cosa dovrà cambiare in futuro (mettiamo di convivenza con il Covid) per continuare a fare musica dal vivo.

Tommaso Stanzetti, direttore artistico di Mag Festival (Villa Romani, Sona, VR)

Abbiamo scelto di annullare il festival per vari motivi. Da una parte, speravamo che con il Green Pass (per il quale siamo favorevoli) ci potesse essere un cambio nella gestione degli eventi, che non c'è stato. Ad esempio, speravamo ci fosse la possibilità di stare in piedi (seppur con le mascherine) senza rimanere in settori suddivisi, e che si tornasse alla quasi totalità della capienza possibile. Noi siamo un festival gratuito, e l’introduzione del Green Pass ci ha lasciati nell’incertezza più totale: con la registrazione gratuita, si può "abbandonare l’impresa" con più leggerezza e non potevamo rischiare così tanto.

Mag Festival nelle precedenti edizioni - foto di Elena Sartorari
Mag Festival nelle precedenti edizioni - foto di Elena Sartorari

Tuttavia, non abbiamo voluto far pagare un biglietto d’ingresso, né attingere a donazioni o crowdfunding. La natura del nostro festival è questa: il Mag è e rimarrà sempre gratuito. Ci siamo sempre autofinanziati e non abbiamo mai goduto di bandi, sovvenzioni, fondi regionali o provinciali. Quest'anno i piccoli aiuti che ci venivano dati dalla partecipazione delle attività presenti sul territorio non ci sarebbero stati, allora abbiamo preferito non snaturare l’idea originaria del festival e non abbiamo introdotto il biglietto a pagamento: volevamo rimanere coerenti con quelle che sono state le nostre scelte per tutti questi anni.

Le istituzioni non ci sono venute contro: non abbiamo un cattivo rapporto con l’amministrazione comunale del paese (Sona, ndr) che ci ospita. Ma c’è stata l’unione di diverse complicazioni: l’introduzione del Green Pass e la mancanza dei piccoli partner che ci hanno sempre sostenuto, come dicevamo; ma anche la paura legata all’incremento del virus in una località così piccola, dove un festival come il nostro è troppo impattante. Noi in primis non volevamo mettere a rischio la salute dei partecipanti e della comunità. Abbiamo aperto un dialogo fra noi, fra noi e le istituzioni e abbiamo messo sul piatto i pro e i contro. Abbiamo visto che, qualora fosse successo qualcosa, sarebbero stati più i contro rispetto ai pro e ci sarebbero state conseguenze troppo grandi.

Mag Festival nelle precedenti edizioni - foto di Elena Sartorari
Mag Festival nelle precedenti edizioni - foto di Elena Sartorari

Il futuro deve diventare più sostenibile. Ad esempio, serve che i cachet degli artisti siano più equi (soprattutto nelle realtà di provincia rispetto alle grandi città). Speriamo solo che, nel mentre, la voglia di musica dal vivo non sia andata via.

Alberto Fumagalli, CEO & Founder del Nameless Music Festival (Annone di Brianza, LC)

Il Nameless è stato annullato perché purtroppo le regole attuali non ne hanno permesso l’organizzazione e lo svolgimento. Lo abbiamo fatto con estremo rammarico, abbiamo atteso fino all’ultimo affinché l’Italia si adeguasse alle norme degli altri paesi europei e del mondo, che si sono approcciati al "post Covid" in modo avanzato, come ad esempio la Svizzera e gli USA, dove i grandi eventi sono tornati a esistere in totale sicurezza. Dopo mesi di attesa siamo arrivati a un punto in cui non potevamo più aspettare: i tempi tecnici di organizzazione e costruzione delle strutture erano stati ampiamente superati e non potevamo permetterci di iniziare a costruire il festival per sentirci dire poi, una volta iniziata la produzione, magari che non si sarebbe potuto svolgere. 

Alberto Fumagalli, CEO & Founder del Nameless Music Festival
Alberto Fumagalli, CEO & Founder del Nameless Music Festival

Abbiamo cercato un dialogo con le istituzioni per un anno. In un primo momento abbiamo ricevuto un feedback da Regione Lombardia, poi con il cambio al vertice del welfare non abbiamo più avuto risposta. Abbiamo anche contattato il Ministero del Beni e delle Attività Culturali, sia durante il governo Conte che durante quello Draghi. Più volte ci è stato detto di inviare via e-mail il nostro protocollo di controllo e prevenzione, ma le risposte non sono mai arrivate. Anche questo ci ha fatto capire che non c’erano grandi possibilità di realizzare veramente il Nameless nel 2021.

Guardando al futuro, crediamo sia fondamentale imparare a convivere con il Covid e che sia necessario dare ai non vaccinati una motivazione in più per farlo. Da questo punto di vista i grandi eventi come il Nameless possono aiutare: è doveroso prendere coscienza del fatto che bisogna consentire lo svolgimento dei grandi eventi (ovviamente all’aperto e con Green Pass, almeno per il momento), anche per tornare a un'effettiva normalità.

I grandi eventi possono essere una sponda per il Governo, anche solo per l’iter bruocratico a cui sono soggetti. Ci auspichiamo che il Governo prenda davvero in considerazione gli eventi di musica dal vivo sia con Green Pass, sia con regole più stringenti (anche a livello igienico), ma che permettano lo svolgimento il prima possibile di ogni tipo di evento o spettacolo.

Il Nameless nelle precedenti edizioni
Il Nameless nelle precedenti edizioni

Josie Cipolletta, Event Manager di Indiegeno Fest (Teatro Greco di Tindari, Patti, ME)

Indiegeno Fest esiste dal 2014 e non abbiamo mai annullato un'edizione in tutti questi anni. Nel 2020 siamo stati uno dei primi festival ad annunciare l'edizione per dare un segnale al territorio, al pubblico e al settore. Purtroppo quest'anno è stata una decisione dolorosa e forzata, poiché a poco più di dieci giorni dalla manifestazione le istituzioni locali hanno ridotto ulteriormente la capienza e contestualmente sono venuti meno i contributi locali. Insomma, annullare nell'anno in cui si parla di "ripartenza" a causa di un interlocutore che dovrebbe in teoria stare dalla tua parte, poiché è interesse anche di un territorio avere un indotto, è veramente paradossale.

Ci sono stati diversi  incontri e scambi con le istituzioni locali. La cosa che ci ha lasciati purtroppo senza parole è stata la totale cecità e indifferenza alle diverse soluzioni che abbiamo provato a proporre per far sì che il festival non venisse annullato. Insomma, se fai questo lavoro ti metti in gioco fino alla fine, ma quando ti trovi fortemente respinto ti senti frustrato e senza forze.

Indiegeno Fest nelle precedenti edizioni - Teatro Greco di Tindari, Patti, ME - foto di Giuseppe Mollica
Indiegeno Fest nelle precedenti edizioni - Teatro Greco di Tindari, Patti, ME - foto di Giuseppe Mollica

Guardando al futuro (mettiamo di convivenza con il Covid), pensiamo che la prima cosa su cui puntare debba essere il pieno riconoscimento del settore a livello nazionale. Siamo molto indietro in Italia da questo punto di vista rispetto ai colleghi europei, solo così potremmo ripartire realmente.

Inoltre, serve uno sforzo di comprensione in più da parte delle istituzioni sulle particolarità che hanno gli spazi di programmazione di musica dal vivo. È importante, da parte delle istituzioni locali, acquisire nuove competenze per la gestione degli eventi dal vivo. Purtroppo, come abbiamo sempre denunciato, istituzioni e operatori del settore viaggiano su tempistiche, dinamiche totalmente opposte, quindi spesso trovi interlocutori che non parlano per niente la tua stessa lingua

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L'articolo Non é l'estate di tutti: parola ai festival che non ci saranno di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-08-04 15:00:00

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