Il cammino di San Duccio

Cosa spinge un musicista come Dutch Nazari a farsi una settimana a piedi da Brescia a Padova? Il cantautore ci racconta la sua lunga marcia, 35 km al giorno e 13 chili sulle spalle per seppellire i brutti pensieri e celebrare il nuovo album "Cori da sdraio". In attesa di viaggiare con lui a MI AMI

Dutch Nazari - foto di Giovanni Viganò
Dutch Nazari - foto di Giovanni Viganò

Tra Brescia e Padova ci sono all'incirca 150 chilometri. 30 ore a piedi senza pause, almeno secondo Google, con le deviazioni e le soste del caso è facile che aumentino. Se spezziamo il tutto in una settimana – e poi smettiamo con la matematica, promesso – si tratta di almeno una ventina di chilometri al giorno. Quanti se la accollerebbero una scarpinata del genere? Dutch Nazari è tra quelli che non solo l'ha fatto, ma non vedeva l'ora di partire. Il cantautore padovano ha deciso di celebrare così la pubblicazione di Cori da sdraio, il suo ultimo disco, che presenterà dal vivo sul palco del MI AMI il prossimo 29 maggio.

È da un annetto circa che Dutch ha scoperto la passione delle lunghe camminate, da quando l'abbiamo incrociato assieme al socio Burbank per l'iniziativa di beneficenza dedicata al loro amico Nebbiolo. Da allora Dutch non si è mai fermato, ha continuato a macinare chilometri fino a compiere la via Francigena, il cammino di Santiago, la via del Sale. A questo punto, che vuoi che sia una bazzecola come Brescia-Padova? Ecco come ce l'ha raccontata lo stesso Dutch.

 
 
 
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Giovedì 21 Aprile sono partito a piedi da Brescia per arrivare a Padova per l’uscita del mio nuovo album:
ho camminato da ovest verso est in linea retta, partendo al mattino e fermandomi la sera, fino a quando ho cominciato a riconoscere il mio accento nella voce dei passanti a cui chiedevo indicazioni.

Ragionandoci, per la scrittura di questo articolo, sono arrivato alla conclusione che i motivi per cui ho fatto questa cosa sono di tre ordini. Il primo è che mi piace. C’è un leggerissimo malessere di sottofondo che mi accompagna nella vita normale (quella degli appuntamenti e delle consegne da aver pronte entro un termine perentorio, degli obiettivi invisibili da raggiungere a costo di star male, dello sguardo infelice sulla vita degli altri con la sensazione che sia meglio), un malessere che tende ad accumularsi in maniera così silenziosa da aver difficoltà a riconoscerlo nel chiasso delle altre cose normali: quando cammino per molti chilometri al giorno quel malessere si spegne e si scarica fino ad esaurirsi.

 

Dutch Nazari - foto di Zoe Natale Mannella
Dutch Nazari - foto di Zoe Natale Mannella

Il secondo è simbolico: l’uscita di un album rappresenta il coronamento di un percorso su cui si ha investito del tempo nel passato e che è al contempo destinato, nelle intenzioni, a durare del tempo nel futuro, per il tour che gli si dedica, e per tutte le canzoni che gli sopravviveranno in scaletta negli eventuali tour successivi. Il passaggio da questo tempo passato a questo tempo futuro si accompagnava bene, nella mia mente, con qualcosa come un cammino, lungo e breve allo stesso tempo, come un punto a cui segue l’inizio di un nuovo capoverso.

Il terzo è il più umano: c’avevo ansia. Quando sei fermo da tre anni, durante due dei quali è cambiato il mondo, e ti stai per riaffacciare al panorama musicale più saturo di sempre con la pretesa che qualcuno si fermi per sentire cosa hai da dire, e che si tratti di un numero sufficiente di persone da poter continuare ad avere la stessa pretesa per un altro po’ di tempo, la voce atavica del razionalismo lavorista, impersonificata nei genitori di Guccini per i quali “la pensione è davvero importante” può portarti a fare pensieri che è più facile seppellire camminando 35 chilometri al giorno con 13 chili di zaino sulle spalle.

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In quest’ottica è stato catartico l’evento che mi attendeva al mio arrivo: Una pedana in una delle piazze del centro della mia città d’origine (Piazza della frutta a Padova), e un appuntamento a chiunque volesse venire per cantare assieme a me e al mio socio Sicket, che mi accompagnava alla chitarra, le nostre vecchie canzoni, qualche ora prima che uscissero quelle nuove. È stato bello ricordarmi che questa cosa rappresenta molto per me, e che rappresenta molto me agli occhi degli altri. Che c’è qualcuno che queste canzoni le conosce, le ama e le sa cantare a memoria (a volte anche meglio di me). E in più, come in quel programma televisivo i cui partecipanti competono per stabilire chi gestisce il ristorante migliore, la Location era davvero da 10.

Mentre scrivo, il disco è uscito da poco, e io sto per andare in sala prove a costruire il live per il Tour. Si comincia il 29 maggio al MI AMI, e io non vedo l’ora.

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L'articolo Il cammino di San Duccio di Dutch Nazari è apparso su Rockit.it il 2022-05-05 09:50:00

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