IndipenDelta - Loreo (RO)

(I Julie's Haircut in versione francobollo - Foto da internet)

Loreo, antica capitale del Delta, località Grimana: in una corte di campagna, quella che altrove si chiamerebbe “cascina”, fresca ed umida serata di settembre, bel colpo d’occhio per “Indipendelta”, ottimo festival messo in piedi dagli encomiabili Druidi, associazione culturale loredana che, di fatto, sta portando in Polesine dell’ottima (indie-rock, ma non solo) musica italiana, dando spazio anche ai gruppi locali e proponendo calendari di tutto rispetto. Hanno suonato Julie's Haircut, Dente, La Coscienza Di Giuda e Rosolina Mar. Enrico Rigolin racconta.



Mamma mia che delusione i Julie’s.

Aspetta, non i Julie’s, ma questi Julie’s Haircut. Diecimila anni fa, tra le altre cose, scrivevo pure per un quotidiano: mi si insegnò che la notizia va data in apertura; ed ecco, l’ho detto, la notizia è subito spiattellata: delusione-concerto-Julie’s.

Ora, antefatti, pensieri parole opere omissioni sian concesse al vostro cronista, tra le altre cose conoscitore della band da… dal secolo scorso. E siccome li conosco, li apprezzo e li seguo, posso anche permettermi stavolta di scrivere: che due palle!

Arrivo in ritardo, e mi perdo le chitarre meravigliosamente oblique ed i testi declamati de La Coscienza di Giuda, demo fresco di stampa e l’allegria di chi gioca in casa; dopo di loro, i Rosolina Mar, poi i Julie’s ed infine Dente - e mi son perso anche lui, perché l’orologio e i sensi di colpa non perdonano, nonostante la grande curiosità dopo un album che, ammetto, non capivo se mi mandasse giù di testa o mi spaccasse i marroni. Ma di rotture di scatole, si dirà più avanti, ché i Rosolina han frustato per bene le chitarre risuonando per tutta la campagna, tirati, adorabilmente caciottari e pure incazzosi (probabilmente, un soundcheck inesistente innervosisce e visto che non ci sento un bel niente, allora pesto e ci do giù pesante). Certo, più precisi, misurati ed emozionanti al chiuso del “Magazzeno Bis”, però comunque ottimi.

Eccoci. Si può non-dirne-necessariamente-bene, no!? Le avvisaglie venivano dal nostro Stefanel, che, reduce dalla loro data al “Banale” di Padova, sentenziò laconico la sua delusione in un amicale giro di mail. E allora giù io e Faustiko a dirgli non sai niente, sono fighi, senti che giretti di moog, senti che roba dai... Sicché, rincuorato dal live al MI AMI, dove davvero (mi) catturarono, capite bene che averli a Loreo era occasione troppo ghiotta per.

Ma Renzo aveva ragione: cosa è sta roba? Dico, ok il trip psichedelico, ma poi qualcosa si sentirà pure, no!? No chicos, qui è tutto il fottuto concerto, ad essere… arrotolato su se stesso. Non un abbandono della forma canzone, va detto, ma poco o nulla delle svisate (chiamiamole così, va là) garage degli esordi, lunghissime parti strumentali, solo qualche cenno alla loro innegabile - e per il sottoscritto preferitissima tra le loro sfaccettature - vena bitolsiana. Il concerto è un susseguirsi di pseudo viaggetti a base di moog, cembalo e chitarre in precisi saliscendi, con la gente che va via via defilandosi. Mi dico: devo solo entrarci, non mi drogo ma adesso bevo un birrone. Niente. Rischio i miei miseri punti patente residui e ne tracanno un altro paio, magari così “ci entro”… e invece è solo il portafogli ad uscire dal taschino. A poco sono valsi l’omaggio ai Can, i sentiti, ripetuti e dovuti ringraziamenti a Mara Mariani, subentrata a Laura Sghedoni e giunta alla fine del suo percorso come bassista al posto della titolare Laura Storchi in… maternità facoltativa.

Dal palco si ringrazia col cuore aperto: è l’ultima data del tour. Ed io sono qui a Loreo, fa davvero freschino e questi sono i Julie’s Haircut che ho visto e adorato più e più volte, e non mi sembrano nemmeno loro. I suoni, va detto, quelli sì, sono belli, è che Luca sembra essere l’unico a divertirsi tra i vari cambi di strumento, i riff del moog e tra jack che soffrono l’umidità della palude - e vi è andata bene, che sino a poco tempo fa le zanzare qui da noi…
Nicola, la cui Telecaster nera prima scrutavo e con sommo godimento sentivo, par quasi subire passivamente gli avvenimenti attorno a lui, facendo qualche accordino e misurando qualche buon feedback. Certo, non che il pubblico dell’indiepseudopsichedelia - né a Loreo, né altrove - nostrano sia calorosissimo o si lanci a danzare; l’impressione però è stata quella di un concerto suonato più “per sé” che per gli astanti. Lo sguardo, insomma, è parso più essere rivolto verso l’interno, in una sorta di continuo autocompiacimento. Cosa? Mi sto arrovellando e non ho capito nulla?

Non saprei… spero solo di tornare presto a vedere/sentire i Julie’s per come che li avevo conosciuti. Ripesco volentieri “Tagomago” ed attendo con fiducia. Con immutata stima.



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L'articolo IndipenDelta - Loreo (RO) di Enrico Rigolin è apparso su Rockit.it il 2007-09-07 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • nicko 17 anni fa Rispondi

    sarò più che sincero: non sono MAI riuscito a "entrarci".
    l'unica canzone che mi sia mai davvero piaciuta è "set the world on fire", il resto l'ho sempre trovato pesante e noioso.
    I'm sorry... de gustibus, no?
    :|

  • enver 17 anni fa Rispondi

    non sono per niente d'accordo, ben altri mi hanno fatto cagare ma non loro!