Nessuno è più fedele di un metallaro: il "caso Iron Maiden" e il ritorno del disco fisico

Negli ultimi 15 anni, tutte le volte che esce un nuovo album degli Iron Maiden va primo in classifica in Italia, superando rapper e dischi nuovi attesissimi. Stavolta batte Drake e Kanye West: proviamo a capire perché

Gli Iron Maiden in una foto promozionale del 2021
Gli Iron Maiden in una foto promozionale del 2021
14/09/2021 - 09:44 Scritto da Simone Stefanini

Il 3 settembre è uscito l'ultimo album degli Iron Maiden, Senjutsu: 81 minuti e rotti di cavalcate nello stile dell'ultimo periodo dei Maiden, meno violente e più progressive, a tratti folk, la batteria di Nicko McBrain che galoppa nonostante i suoi quasi 70 anni di età, il basso di Steve Harris sempre in primo piano, le chitarre di Dave Murray, Janick Gers  e (soprattutto) Adrian Smith che seminano assoli come se il domani non arrivasse mai e la voce di Bruce Dickinson tornata ai tempi d'oro, nonostante il brutto tumore alla lingua che lo ha costretto a un paio d'anni di stop tra il 2015 e il 2016. 

I ragazzi simbolo dell'heavy metal inglese, ormai tutti 60enni, hanno atteso un paio d'anni prima di pubblicare l'album che era già pronto nel 2019 per attendere che l'ondata più terribile del covid passasse. Il primo singolo, The Writing On The Wall e a stretto giro l'album, poi i risultati in termini numerici: primo in classifica in Italia, sezione album e vinili, certificato FIMI. Sopra Drake, Rkomi, Madame, Måneskin, Kanye West e Sangiovanni. Non c'è tormentone o nuova uscita che tenga, i fan del metal hanno parlato e hanno decretato la vittoria dell'old school (per questa settimana).

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Come fan dei Maiden da decenni e come analista delle cose della musica in Italia, ho frequentato i gruppi social italiani dedicati alla band e vuoi per età media degli ascoltatori, vuoi per desiderio di possesso dell'oggetto, sembra che quasi nessuno sia interessato solo all'ascolto dell'album sulle piattaforme di streaming ma abbia la necessità di collezionarlo in edizione fisica, per metterlo accanto a tutti gli altri dischi della band. C'è addirittura chi ha comprato due copie, una normale per l'ascolto e l'altra in edizione limitata solo per la collezione.

Parliamo di una band che ha fatto della copertina un marketing assoluto, creando il personaggio di Eddie che è assolutamente più famoso dei volti dei componenti della band, e ogni volta che compare sulla cover è un evento, un nuovo aggiornamento della storia dello zombie scheletrico più celebre del mondo. Stavolta è in versione ninja e nelle edizioni limitate si trovano altre illustrazioni per completare la storia.

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A dirla tutta, i fan del metal e del punk sono quelli che storicamente spendono di più in dischi e gadget (t shirt, borse, felpe, bandiere, dvd, action figure etc.) per le band che amano. Quelli degli Iron Maiden poi sono fan di ferro (perdonate il gioco di parole) e per la band farebbero di tutto. In più, la maggior parte dei fan della band ha avuto a che fare con la discografia funzionante, cioè col tempo in cui dischi, cassette e cd si compravano all'apposito negozio, anni prima dell'avvento dello streaming, quindi sono normalmente attratti dall'oggetto e da tutto ciò che contiene: testi, note, ringraziamenti, foto e illustrazioni che facciano entrare ancora di più dentro il disco, che fidelizzino, che facciano sentire il pubblico parte stessa della band.

Ho assecondato la mia curiosità e ho voluto vedere come si sono piazzati gli ultimi album degli Iron Maiden nella classifica italiana: The Book of Souls (2015) - primo, The Final Frontier (2010) - primo, A Matter of Life and Death (2006) - primo, Dance of Death (2003) - primo, Dobbiamo andare indietro di vent'anni per trovare un esordio al terzo posto, quello di Brave New World e in ogni caso stiamo parlando della fase discendente della carriera della band, quella post 40 anni, i veri capolavori sono tutti negli anni '80. Quante band vorrebbero un pubblico così appassionato da ordinare in massa il disco quando esce? Tutte probabilmente, e quelle nate nell'era dello streaming non hanno neanche mai vissuto tale gioia.

 

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Da questa analisi cosa possiamo trarre? Intanto che il mercato non è in mano solo ai teenager ma anche ai boomer o, più semplicemente, ai fan fedeli che magari non ascoltano più tanta musica e preferiscono quella datata, ma si fanno trovare preparati quando la loro band della vita esce con qualcosa. Giudicare questo atteggiamento sarebbe controproducente, perché come è giusto lasciare la libertà ai nativi digitali di fruire della musica nel modo che preferiscono, senza dannare loro l'anima coi discorsi che iniziano con "Ai miei tempi", così sarebbe decisamente folle tentate di cambiare abitudini radicate da decenni negli ascoltatori più maturi.  Che ognuno si goda la musica che ama come meglio crede. Da parte mia, anche se durerà solo per una settimana, Up the Irons!

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L'articolo Nessuno è più fedele di un metallaro: il "caso Iron Maiden" e il ritorno del disco fisico di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-09-14 09:44:00

COMMENTI (1)

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  • lukebosio 3 anni fa Rispondi

    Tutto giusto, eccetto il fatto che non la chiamerei 'fase discendente' ma fase della maturità dei musicisti della band. Son sempre i MAIDEN ma visti sotto un'angolatura differente. Nessuno di noi è rimasto quello che era nel 1985 (per dire) e anche loro sono cresciuti - e molto - come compositori/strumentisti! L'amore incondizionato per alcune band non verrà mai meno finché non si ritireranno a vita privata. Fino ad allora Up the Irons!