Kiev Calling (e Roma risponde)

I live di European Vampire, Garage Gang, Gemello, Gemitaiz e tanti altri. Ma soprattutto un botto di gente, come non se ne vedeva da tempo. Al Monk di Roma la serata di raccolta fondi Stand up for Ukraine è stata un piccolo incantesimo di musica solidale

Gemitaiz sul palco del Monk di Roma - foto di Alessandra Trucillo
Gemitaiz sul palco del Monk di Roma - foto di Alessandra Trucillo

Una fila lunghissima. Sul serio, quando dico lunghissima non scherzo: mi sembra quasi di essere tornata indietro nel tempo ad un sabato sera pre-pandemia, con persone in attesa che dal botteghino arrivano al cancello e proseguono lungo la strada per il Monk. In realtà, è mercoledì, e questa è una serata con un obiettivo preciso. Si tratta infatti di una raccolta fondi a sostegno dell’Ucraina, che oltre al concerto ospita anche diversi talk ed un mercatino vintage. Vedere così tanta gente in attesa, pronta a contribuire, regala un po’ di ottimismo ed incoraggia. La serata sarà lunga, una lunghezza proporzionale alla fila dell’ingresso, quindi mi affretto ad entrare nella sala che ospiterà tutti gli artisti della line up: .

”Noi organizzatori ci siamo ovviamente messi in prima persona, così con Giacomo abbiamo deciso di mettere in mezzo i Salò e gli European Vampire di Lorenzo: poi abbiamo iniziato a chiedere cercando di rimanere eterogenei nello stile ma con gente connessa da una simile attitudine ma che rispecchiasse diverse scene della città” mi dicono Toni Cutrone (in arte MAI MAI MAI) e Giacomo Mancini, alla base dell’organizzazione dell’evento, soddisfatti, perché “il riscontro è stato subito positivissimo. Anche il Market, curato da Mila e Paola, è stato un passaparola tra artisti che hanno dato la loro disponibilità ad esporre e vendere le loro opere per poi donare in beneficenza il ricavato. Tutto è partito dal basso e forse proprio per questo è arrivato dritto ad un ottimo risultato”.

Gemello - foto di Alessandra Trucillo
Gemello - foto di Alessandra Trucillo

A scaldare il palco mentre la gente comincia a curiosare e a studiare l’ambiente, sono i Bouganville, tra alternative rock e psichedelia, che presentano anche Investigazioni private, nuovo brano uscito da poche settimane. Conquistare un pubblico così eterogeneo non è mai facile, ma Bartolini riesce nell’impresa. Dall’inizio, con una versione gridata ed intensa di Sanguisuga, dove il basso alla Peter Hook insieme alle sonorità aspre della chitarra creano una sonorità new wave irresistibile, prende con forza la scena. Ultima volta in cui non mi sono commossa ad un concerto di Bartolini? Non pervenuta. Il pubblico? Sopraffatto.

Per riuscire a convincere tutta la folla a spostarsi all’interno dal giardino, però, serve qualcosa di sorprendente ed inaspettato. È qui che entrano in scena gli WOW, con la loro capacità di creare atmosfere cupe, distorte, avvolgenti, e i Salò. Già dall’istante in cui compaiono ad accordare gli strumenti, con passamontagna e cappelli a metà tra stregoni e banditi dei western di John Ford inizio a sospettare che forse sta per avvenire qualcosa di surreale: quello che vedo però, di certo non delude e riesce anche a superare tutte le mie aspettative.

Mentre nella sala cala il buio, il gruppo si presenta con un inquietante noise elettronico, accompagnato da brani recitati come antichi incantesimi (compresa una cover di Imagine di Lennon in versione sabba di mezzanotte nel bosco) che ha letteralmente stregato tutti i presenti. Se qualche regista avesse intenzione di girare un horror halloweeniano o The Blair Witch Project versione Portonaccio a Roma, sappiate che vi ho appena trovato la colonna sonora perfetta.

Finita la parentesi magica, ci ritroviamo di nuovo nella realtà, in una sala riempita e trepidante, sarebbe possibile fare un interessante studio sociologico visto il mix variegato ed inaspettato di persone che mi trovo intorno, tra abituali frequentatori di concerti che parlano rilassati con un drink in mano e persone spaesate che ancora si domandano se arrivare così presto sia stata una buona scelta.

 
 
 
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da MONK Roma (@monkroma)

Abbiamo poi la Garage Gang, come sempre coinvolgenti, ironici, paradossali, aprono con GG Armani per cominciare a far saltare il pubblico, ma tutto il resto del set è composto da inediti. Non che questo abbia portato problemi, perché dopo il primo ritornello e qualche provocazione tutti sono già sicuri di aver sentito almeno due delle prossime hit che conquisteranno l’Italia.

Terzultimi, gli European Vampire, fondono glam ed elettronica, italiano, inglese e francese, creando un flusso denso ed ipnotico di musica del quale ho compreso un massimo di quattro parole, ma proprio per questo ancora più ammaliante. A seguire c’è Clavdio, che sale sul palco da solo, con la sua chitarra acustica ed il cuore aperto, regalando la sua sincerità disarmante ad una folla che lo accoglie come se gli ultimi due anni senza concerti non ci fossero mai stati.

Alla fine, le special guest che hanno spinto molte persone ad avventurarsi in questa fredda primavera fino a Casal Bertone. Anche i più restii ad assistere alle esibizioni precedenti, che avevano continuato a popolare il giardino incuranti di tutto, hanno sentito una strana energia che li ha convinti ad attraversare le porte. Durante la pausa sigaretta rimango accanto alla porta, vicino al buttafuori, che sembra incredulo davanti al numero di timbri che deve controllare sulle mani di tutti questi avventori occasionali e non. Una volta dentro, c’è qualche secondo di silenzio. Qualcuno pensa che forse sia tutto uno scherzo e non canterà più nessuno, qualcun altro tira un sospiro di sollievo per essere riuscito ad arrivare alla fine, mentre io cerco un posto comodo per non essere travolta e potermi vantare anche io di essere eroicamente sopravvissuta. Poi, arrivano. Gemitaiz + Gemello + Sine.

European Vampire - foto di Alessandra Trucillo
European Vampire - foto di Alessandra Trucillo

Ovazione generale. Quattro canzoni: Un pezzo di universo, Stanotte, Sirena, Vienimi a prendere. Una manciata di brani che bastano per generare un’ondata di entusiasmo, urla, qualche accendino acceso nei momenti di maggiore pathos, ed un coro dalla potenza vocale non indifferente che quasi riesce a coprire le basi che fuoriescono dalle casse. Sguardi complici sul palco, di chi si conosce bene e sa di avere tutta l’attenzione, tutti gli sguardi della sala puntati addosso. La richiesta del bis non si fa aspettare ma non arriva, e passa qualche minuto prima che una massa silenziosa ma sorridente cominci l’esodo verso la strada per tornare a casa. Per i più temerari, invece, la serata prosegue con i dj set di NEEL e VIUZA.

“La situazione attuale, che l'invasione Russa dell'Ucraina ha creato, porta tanto scompiglio anche perché è molto vicina a noi, oltre che geograficamente, umanamente. Sono tante le persone coinvolte che conosciamo, in prima persona o per connessioni indirette. Abbiamo pensato che non ci fosse modo migliore di dare un segno di supporto e di resistenza a questa assurda situazione che fare ciò che sappiamo fare meglio: organizzare un evento benefit e suonare per farsi ascoltare. Speravamo di avere un buon riscontro ma devo dirti che non avremmo mai immaginato così tanto”, è il commento a freddo di Toni e Giacomo, una volta visti i risultati non scontati dell’evento. La volontà è sempre quella di supportare e di aiutare, in modo diretto, come si può, ed è qui che l’arte entra in gioco e diventa una delle alleate più preziose: “Bisogna essere uniti contro ogni guerra e violenza, contro ogni imperialismo e sempre in supporto delle popolazioni, vittime di queste dinamiche che nessuno di noi può scegliere”.

---
L'articolo Kiev Calling (e Roma risponde) di LucreziaLauteri è apparso su Rockit.it il 2022-03-25 15:46:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia