Lestat e Lady Maru: avant tutta

Il duo romano trapiantato a Berlino pubblica “Bloody & Teary Country”: un discone (firmato da due veterani della scena) che fa esplodere il cervello e lega l’elettronica degli anni ’80 a noi, fustigando pop e wave varie. Tra avant ebm, techno, electro e beat distopici per trip senza tempo

Lady Maru e Lestat, direttamente da Berlino
Lady Maru e Lestat, direttamente da Berlino

Dopo una manciata di mesi dall'EP Distrupted Anarchist per la triestina Insane Industry Recordings – materiale che li ha portati in pianta stabile a Berlino, dopo aver incuriosito i vertici dell'underground europeo, non solo legato all'elettronica più club-osa di oggi – il neo duo romano composto da Lestat e Lady Maru arrivano all'album di esordio.

Si intitola Bloody & Teary Country: un disco di grande fascino, che compatta e sintetizza (per usare due termini non propriamente a caso) sia stilisticamente che sulla scaletta (piuttosto essenziale, sette tracce per una durata complessiva di circa tre quarti d'ora) tutto quanto seminato fino a qui da due nomi che non si possono di sicuro ritenere dei novizi della scena presa in toto.

Un modo efficace e dritto allo scopo d'interpretare il formato album, che (per come la si percepisce in giro, soprattutto di questi tempi) viene visto oramai come obsoleto. La notizia dell'uscita del qui presente Bloody & Teary Country è arrivata un po' a sorpresa, dopo l'ammissione di tanti della (una volta chiamata) "area ritmi" (da Franco 126 ai They Die passando per Kanye West) di volersi dedicare solamente a singoli ed EP.

I parametri qui proposti sono quelli di una sorta di avant-ebm vellutata e notturna, tal volta screziata di techno ed electro varia ed eventuale, crossover e aperta alla sperimentazione fino dalle prime battute dell'iniziale Claustrophobia (da qualche ora in anteprima sul profilo Bandcamp dei due) qui raccolta, come si diceva, con intrigante e programmatica asciuttezza.

Lady Maru e Lestat
Lady Maru e Lestat

Tedesca al limite del kraftwerkiano letto in senso lato, ma detto sicuri di non scomporre nessuno tra quelli che, dopo la lettura, si avvicineranno poi al disco. Come a stimolare l'ascolto più ossessivo e dettagliato, insieme alludendo a tutto quel cantiere che compone la discografia artistica sia di Lestat da un lato che di Lady Maru dell'altro.

Il mood di quest'album, oltre il taglio che sa di bisturi, ha nei dettagli e nella profondità i suoi punti di forza, profumi e densità tali da rievocare i capisaldi della Electronic Body Music (non fatemi fare i nomi, ve ne prego) che di sicuro avrete ascoltato e ballato milioni di volte. Senza, però, volerli ripetere: ecco perché Bloody & Teary Country risulta più organico e – se lo si vuole – non del tutto rivolto alla pista.

Lady Maru e Lestat
Lady Maru e Lestat

Edito per la moscovita Routine Records, frutto dell'ingegno di due romanticoni trapiantati a Berlino e intossicati dalla dark wave, dalla teoria del suono elettrico e dai beat distopici, crediamo che l'interesse di una nicchia sia più probabile. Magari qualcuno vi farà notare che le parti vocali di Maru, soprattutto nei pezzi più riusciti, sono quasi tutte astratte e creepy, perché non c'è proprio la volontà ideologica di creare un riempipista col coro.

Proprio così, Lastat e Maru non lasciano molte alternative. Eppure se fosse opera dei fratelli chimici in botta fissa con Alter Ego e Front 242 o con Reznor, Bloody & Teary Country sarebbe l'oggetto di culto del momento. Lo ascolti e il ventaglio di riferimenti si apre davanti che è un piacere. Loro giocano con la techno, sezionano l'elettronica del secolo passato e, con serenità, quasi con leggerezza, ne modificano il costrutto a proprio piacimento per portarlo ai giorni nostri.

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Il cuore è costruito su sequenze rocciose, ma il tiro è quello psico-fisico che lascia il segno: come Achieving Ourselves, che rimanda ad astrali autostrade eurotrancetechno ed Expetations, che militarizza l'ambiente, ma scende nel vortice tamburellando sulfurea; per un Ebm da colonna sonora sci-fi anni Novanta a rallentatore (Forces) ci sono un paio di numeri tra Richie Hawtin, i capannoni del Tresor o del Berghain e trip lisergici (Transpose Your Mind e Blind With The Devil). Anche se la sola title-track basterebbe a spiegare tanti dei concetti racchiusi in questo esordio. C'è tutto: filosofia sonora che lega come una ragnatela l'elettronica dagli '80 a noi e torna indietro trascinandosi il mondo, fustigando pop e wave varie per strada.

Peccato per loro, forse, solo non esserci nati, a Berlino.

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L'articolo Lestat e Lady Maru: avant tutta di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2022-01-21 16:00:00

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