Lasciate stare i Måneskin (per questa volta)

Chi se la prende con la band per aver tolto le parolacce da "Zitti e buoni" (per l'Eurovision), dovrebbe fare lo stesso con De Andrè o Dalla. Lasciamo stare la censura, oltretutto senza i "cazzo" e i "coglioni" il pezzo perde un po' del suo finto ribellismo e finisce per migliorare

18/03/2021 - 09:51 Scritto da Simone Stefanini

I Måneskin non ci sono mai troppo piaciuti, inutile nasconderci dietro un dito. La loro essenza di band feticcio di ogni cliché rock'n'roll portato al successo da altri artisti nel corso del tempo li fa somigliare a un qualcosa di studiato a tavolino, di costruito per piacere ai nostalgici del genere, con una sorta di musical in cui poter trovare, in una situazione protetta, ogni mossa strategica per stupire il pubblico del 1972 (anno di grazia in cui Ziggy Stardust atterrò sul nostro pianeta). 

L'abbiamo già scritto e abbiamo già storto la bocca in maniera plateale quando, sul palco di Sanremo, hanno trasformato il dolore e la sensualità struggente di Amandoti dei CCCP in una gara a chi strilla più forte tra Damiano e Manuel Agnelli, quest'ultimo vestito da cattivo di Fantaghirò. In questi giorni Amanda Lear ha rilasciato una dichiarazione in cui ha detto di essere stata contattata dalla band romana per fare il duetto sanremese, ma non c'erano abbastanza soldi, e la curiosità per come sarebbe potuta andare a finire c'è.  

foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

Non siamo stati certo gli unici a non gradire. Dopo la vittoria a Sanremo, la stampa e l'internet si sono divisi come le acque nel Mar Rosso: chi ha gridato alla rivoluzione, chi ha detto sostanzialmente "anche meno". I ragazzi sono stati subito selezionati per l'Eurovision, e fin qui tutto abbastanza bene: se la possono giocare coi cliché, i costumi, il sex appeal di Damiano e Victoria, le bordate di chitarra 90s etc. Quando però è uscita la notizia che il testo della loro canzone sarebbe stato epurato dalle parolacce in esso contenute (per regolamento della manifestazione), nella fattispecie "coglioni" e "cazzo" (che diventano rispettivamente "errori" e "cosa"), è piovuta un'altra shitstorm su di loro, stavolta completamente fuori fuoco.

Intanto: sappiamo tutti che i Måneskin sono stati amati dal pubblico (e dal fanclub delle Mammeskin) dopo aver fatto X Factor, che non vengono dall'hardcore né sono nipoti di GG Allin, quindi aspettarsi da loro cose turche mi sembra pretestuoso. Che poi, pure i Sex Pistols furono messi insieme tipo boy band del male da Malcolm McLaren per farci su i soldi, quindi dovremmo già essere avvezzi al fatto che nel business vale un po' tutto. In ogni caso, prima di loro, fior di cantautori italiani anche super impegnati sono stati soggetti a censura, hanno dovuto cambiare alcune parti del testo delle loro canzoni per sottostare a regole tv o di etichetta, e non hanno perduto la credibilità.

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Due su tutti: Fabrizio De André che in Bocca di Rosa (1967) cambia il verso “Spesso gli sbirri e i Carabinieri al proprio dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme e l’accompagnarono al primo treno” in  “Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i Carabinieri, ma quella volta a prendere il treno l’accompagnarono malvolentieri”, perché particolarmente inviso alle Forze dell'Ordine, o Lucio Dalla che pochi anni più tardi, nel 1971, cambia i versi della paroliera Paola Pallottino nella canzone 4/3/1943 per andare a Sanremo. 

Come sapete, il verso avvertito come un'eresia dal Vaticano “E ancora adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino”, venne zuccherato in “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”, che diventò un po' la versione ufficiale. Sempre di Pallottino/Dalla, Il gigante e la bambina, incisa sia da Lucio che da Ron, non è la favoletta che sembra, ma parla di un atto di pedofilia che culmina in omicidio, e il testo fu cambiato in corsa per non scandalizzare. Giusto qualche esempio per dire che due totem della canzone d'autore come Dalla e De André non hanno mai ricevuto una shitstorm (fortunati che non esistevano i social ai tempi) per essersi venduti al sistema.

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La realtà è che il testo di Zitti e buoni è più interessante senza le parolacce che completano il cliché della band di ragazzacci del ruock, anche perché, a differenza degli esempi riportati qui sopra che alterano il senso della frase, in questo caso le parolacce sono messe lì un po' a casaccio. "La gente purtroppo parla, non sa di che cosa parla, non sa di che cazzo parla". Stessa identica cosa, rafforzativo in quota ribelle della scuola media. "Vi conviene toccarvi i coglioni" invece, nella nuova versione per l'Eurovision ne guadagna, perché "Vi conviene non fare più errori" ha più classe e suona pure meglio in italiano.

Parliamoci chiaro, il testo di questo pezzo è un po' quello che è, non è esattamente il pezzo forte del pacchetto, che conta immagine, coolness, potenza live, appeal e, dopo un bel po' di aggettivi, la musica e il testo. Insomma, se leggiamo bene le parole della canzone, essa non è altro che l'invettiva passivo aggressiva contro i fantomatici "loro" che non sono "noi", perché la gente parla ma non sa di che cosa parla, e santiddio se non me lo spieghi come sei fatto mica sono indovino. 

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Dimmi che hai che ti pesa sul cuore, dov'è finita Marlena, che significa la dicitura "fuori di testa", un macrotema che comprende gente tutta strana da occupazione del liceo ma anche serial killer cannibali alla Jeffrey Dahmer, cosa intendi di preciso quando dici "Qui la gente è strana tipo spacciatori" perché non sembra neanche italiano, e poi perché continui a parlare nelle canzoni del fatto che ci credi tanto, creando un metatesto per darti costantemente l'autolike e, infine, perché chi non la pensa come te dovrebbe stare zitto e buono?

Praticamente ogni testo dei Måneskin è autoreferenziale: "siamo fighi, nessuno ci capisce, vinciamo noi, voi non contate un cazzo, abbiamo solo vent'anni e siamo troppo ganzi, Marlena ha abbandonato l'edificio, siamo belli e voi no". Cosa nel mio caso verissima, ma proprio per questo chiedo un po' d'umana comprensione. D'altra parte i Kiss hanno costruito 45 anni di carriera a unico tema trombare, quindi il r'n'r non è musica per fini letterati, ma dare addosso ai Måneskin per aver cambiato un testo sembra davvero paradossale

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Quel giorno, davanti alla tv con frittata di cipolle, birrone gelato e rutto libero, tiferò Måneskin, a meno che non tornino i Lordi, gruppo metal finlandese in cui ogni membro è mascherato da capo a piedi da mostro di orrore agghiacciante. Loro hanno vinto il contest nel 2006 senza parolacce, e nessuno è insorto. Effettivamente, anche in quel caso, non era il testo di Hard Rock Hallelujah il motivo di maggiore interesse della performance.

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L'articolo Lasciate stare i Måneskin (per questa volta) di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-03-18 09:51:00

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