Le Endrigo, rinunciamo al nostro privilegio da maschi

Il trio bresciano, in attesa del nuovo album, fa proprio il nome che già aveva rubato trasformandolo al femminile, per smarcarsi da quel machismo che è protagonista anche nella musica. Perché non è difficile capire di far parte del problema, il difficile è rinunciare ai vantaggi che comporta

Le Endrigo - foto stampa
Le Endrigo - foto stampa

Oggi muoiono Gli Endrigo. Oggi nascono Le Endrigo.

Si apre così il manifesto che la band della provincia bresciana ha voluto lanciare oggi, in occasione del suo cambio nome. Una modifica tanto semplice quanto significativa, passando dal maschile al femminile. "Un gesto con cui scegliamo di provare a veicolare un messaggio alternativo a quello discriminatorio, machista e predatorio che spesso il mondo della musica si trascina, quasi come una tradizione", si può leggere all’interno del manifesto. "Un messaggio che noi stessi abbiamo in passato contribuito ad alimentare, come protagonisti, come complici o semplicemente voltando lo sguardo da un’altra parte. Sbaglieremo e cadremo ancora, ma avremo due lettere a ricordarci chi vogliamo cercare di essere".

Il manifesto delle Endrigo
Il manifesto delle Endrigo

Questa decisione arriva in concomitanza con un nuovo album per il trio, intitolato proprio Le Endrigo e in uscita il 16 aprile. L’album, per ora anticipato dal singolo Non son capace, vede la band allungarsi verso suoni più intimi e fragili, senza abbandonare però la traiettoria disegnata dai dischi precedenti. C’è una rinnovata consapevolezza nel mettersi a nudo, che sia con un’esplosione di chitarre o con dolci e rallentati arrangiamenti d’archi.

L’ispirazione che ha portato a questo cambio nel nome della band arriva direttamente dal punk, scena da cui le Endrigo provengono, pur non avendo mai suonato punk in senso stretto: "Negli ultimi anni, in quel mondo lì si è sviluppato un grande dibattito sul tema della mascolinità tossica. Uno degli esempi più noti è quello degli Idles, ma in realtà è un qualcosa che è sempre esistito, pensiamo al discorso no-macho portato avanti dai Minor Threat", ci ha spiegato il trio.

E ancora: "Volevamo contribuire anche noi a lanciare quel messaggio, e dopo aver scritto quel pezzo ci siamo chiesti: come possiamo legare la nostra identità a doppio filo con questa cosa? Come facciamo a far capire al primo sguardo da che parte vogliamo stare? Il nome. Nel nostro caso poi si tratta di un nome che avevamo rubato, un po' per pigrizia e un po' per caso, e quindi dargli finalmente un significato più profondo è anche un modo per riappropriarcene, sentirlo più nostro".

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Nel discorso portato avanti da Le Endrigo emerge la ferma consapevolezza del proprio ruolo privilegiato nella quotidianità e di volerlo sfruttare nella maniera corretta, cercando in particolare di non occupare lo spazio a disposizione nella maniera sbagliata, come spesso accade. "Non possiamo capire davvero cosa significhi e non abbiamo la presunzione di poterlo spiegare. Abbiamo confrontato il manifesto con tante amiche e colleghe per essere certi che fosse qualcosa di condiviso e non un esempio come tanti di uomini che si appropriano di battaglie non loro. Vogliamo fare la nostra parte facendo in modo che ci sia un'occasione in più di aprire il dibattito e soprattutto non voltando lo sguardo dall'altra parte quando incontreremo ancora questo tipo di mentalità".

Nonostante ciò accada per una band molto piccola, si tratta comunque di un gesto significativo, tanto più quando avviene in ambito musicale, troppo spesso minacciato da un clima estremamente nocivo e tossico in questo senso. "Il problema è endemico, fa parte proprio del retaggio culturale di questo e tanti altri settori lavorativi, probabilmente tutti. Non si contano le volte che un promoter, un altro musicista, un tecnico o uno spettatore ha dovuto necessariamente associare il giudizio sull'operato di una collega a considerazioni fisiche, allusioni sessuali o una percezione di inferiorità; per non parlare di quella specie di "non detto" per cui l'evento musicale è legato all'idea predatoria a tutti i costi, come fosse una caccia. E noi non siamo stati migliori di nessuno".

 

Le Endrigo spiegano: "Sono atteggiamenti che abbiamo tutti assecondato da complici, quando non abbiamo avuto il fegato di dire a qualcuno che stava sbagliando, o anche da protagonisti. L'immagine del macho che fa sesso droga e rock'n’roll salendo sul palco a far vedere che ce l'ha più grosso di tutti ci ha nauseato, ma come spesso accade per essere nauseato da qualcosa ne hai fatto il pieno per anni. Non siamo e non saremo infallibili nemmeno in futuro, ora però abbiamo qualcosa che ci dobbiamo e soprattutto vogliamo portare in giro costantemente a ricordarci cosa desideriamo essere, ribadendo ancora che la vera voce narrante deve essere delle dirette interessate. Non è difficile capire di far parte del problema, il difficile è rinunciare ai privilegi che comporta".

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L'articolo Le Endrigo, rinunciamo al nostro privilegio da maschi di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-03-25 13:00:00

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