A lezione dagli Psicologi

Drast e Kaneki protagonisti del primo incontro al Medimex di Taranto. Per scoprire come due ragazzi "qualunque" possano diventare voce di una generazione, cosa c'entra il bluetooth e perché alla fine si torna sempre ai grandi cantautori

Da sinistra Assante, Drast e Kaneki - foto Ufficio Stampa Medimex
Da sinistra Assante, Drast e Kaneki - foto Ufficio Stampa Medimex

Chi l’avrebbe mai detto che le radici degli Psicologi, una delle più interessanti forme ibride del pop contemporaneo italiano, derivino da ascolti familiari, classici, quasi vecchi. Lil Kaneki bambino, vestito dal papà con le t-shirt di Iron Maiden, Motorhead e Nirvana, Drast che ascolta i cantautori "rock" e Gaber. "Quando avevo 8, 9 anni mi piaceva molto Albachiara di Vasco", ammette, come non fosse il classico che è, come fosse – e per lui lo era, in quel momento, come ad ogni nuova scoperta – una novità.

Il primo incontro d’autore del Medimex di Taranto per quest’anno vede il giornalista musicale Ernesto Assante a confronto con due ragazzi che hanno rappresentato una vera rivelazione per la musica italiana degli ultimi anni, partendo dal basso e facendosi voce di una generazione che in loro si è ritrovata sin dall'inizio. Per questo è interessante essere qui a sentirli ora, in un contesto diverso, quasi "accademico", quasi "istituzionale". E vedere cos'hanno da dire, come se la cavano. 

Kaneki, metà psicologi, a Taranto
Kaneki, metà psicologi, a Taranto

In un Teatro Fusco gremito (al netto delle disposizioni anti-covid), il duo sorto a metà tra Roma e Napoli ha raccontato la nascita dell’esigenza espressiva del creare canzoni proprie e le sue ispirazioni. Il pubblico presente all’incontro rispecchia proprio "l'Albachiara" di cui raccontava Vasco: adolescenti o poco più che trovano rifugio in canzoni che rispetto al passato hanno meno cellophane attorno. Se la discografia italiana prima riservava al pubblico teen prodotti evidentemente pensati per quel pubblico, tra cellophane e melassa, adesso, dopo mille bolle di generi e sottogeneri arrivate ed esplose, sono rimasti nuovi racconti in cui i ragazzi possono rispecchiarsi, come Ariete o, appunto, gli Psicologi.

"Il cantautorato italiano ci ha aiutato tantissimo nella scrittura, in viaggio venendo qua abbiamo sentito soltanto Tenco, ad esempio". Il passaggio alla musica ascoltata consapevolmente, invece, arriva con la scuola: "C’era un tipo di quei cool che ha detto 'bello il rap', e io ho pensato 'cos’è il rap?' e poi ho capito, ho scoperto Fabri Fibra, come molti coetanei, scoprendolo con pezzi mega-mainstream in radio, come Vip In Trip o Tranne Te, e poi da lì scoprire il lato più deep della faccenda". Pieni anni ’00 al limite degli anni ’10, in cui inizia il cambiamento radicale anche della fruizione dell’ascolto, quando la musica ancora non era liquida, ma provava ad esserlo: "In gita ci stava l’amico con l’mp3 con tutte le canzoni scaricate da YouTube, e quindi i titoli erano incasinati, erano i titoli dei video, ma alla fine usavamo YouTube, penso", dice Kaneki, mentre Drast riporta a galla un ricordo che anche chi vi scrive aveva rimosso: «Il bluetooth, siamo stati gli ultimi con il culto del bluetooth: c’era uno che aveva tutte le canzoni scaricate, le hit mondiali, quei 10 pezzi che volevano tutti e li dispensava agli altri con il bluetooth".

Drast, l'altra metà della coppia
Drast, l'altra metà della coppia

Millennium Bug, il loro album, è figlio di tutto questo: dei pezzi mainstream passati sul bluetooth e delle cose più oscure scoperte su YouTube, anche se in questa terra di mezzo, e appena prima di mettere piede nell’età adulta, Drast ha collezionato dischi. "Dai 10 ai 14 anni ho anche collezionato una grande quantità di CD, andavo alla Feltrinelli, scansionavo il codice e ascoltavo il cd per acquistarlo prima di comprarlo, e mi è tornato molto utile perchè ora si è persa l’abitudine il disco nella tonalità". Così si è formata la cultura musicale (e soprattutto sonora) della band, e così anche la tendenza un filo anacronistica di costruire Millennium Bug come un disco vero e proprio: "In un mondo in cui lo streaming è importantissimo, dove ogni ascolto è importante, anche pubblicare un intro di 40 secondi sembrava una follia, ma lo abbiamo fatto perché ci andava, volevamo dare al pubblico un disco da sentire dall’inizio alla fine, poi le canzoni seguono l’ordine cronologico di come le abbiamo scritte, è un insieme di tutte le cose che ci hanno fatto crescere e pensare".

La differenza tra Drast e Kaneki e i “cantanti” puri che volevano salire sul palco per egocentrismo o voglia di fare la popstar sta nel punto di partenza: non volevano cantare, volevano scrivere: "La scrittura era un posto in cui mi sentivo a mio agio, non abbiamo mai trovato amore o amicizia in classe durante le nostre carriere scolastiche, eravamo i reietti della classe, che però trovavano altri reietti nelle altre classi, facendo gruppo, scoprendo anche di non essere soli e facendosi forza l’un l’altro, ed in questi gruppi facevamo ascoltare le prime cose, prendendoci anche le prese per il culo".

Un momento dell'incontro al Medimex
Un momento dell'incontro al Medimex

Dal pubblico, i giovani fan urlano nomi di persone, amici degli Psicologi che orbitano intorno alla band, li conoscono tutti, sanno quale dei loro amici sia stato il primo ad ascoltare questa o quell’altra canzone. Non è un vero incontro tra artista e fan con un moderatore, ma è un gruppo di amici che dialoga, compreso “un povero vecchio” come si autodefinisce un divertito Assante, che lascia intervenire i ragazzi dalla platea nella conversazione. La comunione d’intenti, la condivisione, fare le cose insieme.

Ecco la chiave di questo incontro, con la curiosità di dettagli minuscoli come la nascita dei brani a metà tra smartphone o su carta, nonostante la loro naturale appartenenza sia digitale: «Se guardi la mia stanza è un casino, invece il mio computer è immacolato». La parola scritta, volta all’espressione pura, è ricorrente lungo tutto l’incontro, per mettersi a nudo in forma testuale. Con una metafora potente tirata fuori da Kaneki, sul perché scrivere li abbia liberati e fatti crescere in quel periodo determinante della propria vita: «È come spogliarsi».

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L'articolo A lezione dagli Psicologi di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-09-16 14:51:00

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