Liberato 'miez o mare

Un concerto a sorpresa, di fronte a Procida, la nostra Capitale della cultura. Un quartetto d'archi al posto dei synth e la magia del Golfo di Napoli. Siamo stati allo show del cantante senza identità e ve lo raccontiamo con immagini e parole

Il concerto di Liberato sopra una barca nel golfo di Napoli - foto di Stefano Romano
Il concerto di Liberato sopra una barca nel golfo di Napoli - foto di Stefano Romano

‘Miez o mare, letteralmente. È lì che vediamo una zattera galleggiante allestita come palco, a qualche metro di distanza da una riva dolcemente scoscesa, lì che vediamo un profilo incappucciato familiare comparire a bordo di un motoscafo e sbarcare per prendere posto vicino agli altri musicisti. Alle loro spalle, il golfo di Napoli in Cinemascope: Monte di Procida si affaccia verso di noi sul suo costone di tufo, il litorale di Miseno si srotola lì dietro fino all’omonimo sperone con il suo faro bianco, mentre alle sue spalle il Vesuvio, enorme, sovrasta un abbraccio di mare e roccia che inizia a tingersi di rosa.

Sulla destra, la costiera sorrentina chiude l’orizzonte adagiandosi verso Capri, ed è la scenografia perfetta, lo scrigno che racchiude tutti i riferimenti geografici ed emozionali di Liberato. Siamo sulla Spiaggia della Lingua di Procida, il gioiello nascosto dell’arcipelago campano, almeno rispetto alla più glamour Capri e alla più popolosa Ischia, e che però quest’anno è capitale italiana della cultura e scenario di una rassegna di eventi e iniziative che va avanti da aprile.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Negli ultimi giorni tre video intitolati proprio Miez ‘o mare avevano annunciato una collaborazione tra Liberato e Voiello, facendo presagire che c’era qualcosa a bollire in pentola (pun unintended). Nel primo episodio vedevamo Liberato salpare a bordo di un gozzo da Marechiaro, a Napoli, mentre nel secondo, all’altezza di Capo Miseno (a metà tra Napoli e Procida), sosta con una bella fetta di frittata di maccheroni a soddisfazione, come vuole la tradizione partenopea della trasferta balenare.

Liberato ammicca da sempre ai luoghi comuni (topoi, se preferite) della cultura napoletana, basti pensare solo ai cartoni delle pizze per annunciare il concerto milanese. E però, quante cose sono cambiate da quando il progetto era legato a doppio filo con un pilastro dello streetwear globale come Converse.

D’altronde, e lo dicevamo qualche tempo fa, nel nuovo Liberato II le atmosfere rigorosamente urban si mescolano con una vena partenopea più classica. Certo, Voiello è un brand cool nel settore della pasta, che già vanta testimonial dal peso mediatico importante, ma anche un pastificio campano con quasi 150 anni di storia sul groppone.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Un tipo di collaborazione inedita per il progetto napoletano, da cui era difficile capire cosa aspettarsi. Una canzone? Troppo presto. Un semplice spot? Non ne sarebbe valsa la pena. Un concerto? In effetti era la cosa più probabile, la caption del secondo video di Voiello lo suggeriva e nei commenti social l’ipotesi è iniziata a serpeggiare presto.

I procidani è da qualche giorno che assistono all’allestimento dell’area e qualcuno ha iniziato a fare due più due. Del resto, con il parlare che si è fatto nei mesi scorsi dell’isola capitale della cultura italiana, era difficile immaginare che il viaggio in barca del cantante misterioso, dopo essere passato per Miseno, potesse finire altrove.

In un terzo video, uscito il 20 luglio stesso, il gozzo getta l’ancora proprio davanti al borgo colorato della Corricella a Procida. Liberato estrae una sirena a manovella e lancia il suo richiamo. Nei commenti su Facebook qualcuno già chiede: “ma è oggi?” Bisogna però aspettare le cinque per una storia Instagram che dà l’appuntamento per “la via delle otto”.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Prima i ragazzi di Procida, qualche fortunato che si trova sull’isola e quello che avevano avuto la soffiata in anticipo, chi alle 17 si è messo di corsa sul primo traghetto; alle otto siamo tutti lì, circa 500 persone sdraiate in attesa sulla spiaggia, per l’occasione completamente brandizzata da Liberato X Voiello, così come la shopper, la maglia e il pacco da mezzo chilo di spaghetti in omaggio all’ingresso.

Negli ultimi minuti si è visto un po’ di viavai sul palco galleggiante, figure bardate si aggirano intorno alle postazioni: un piano elettrico, una consolle, quattro sedie che qualche minuto dopo vengono occupate da un quartetto d’archi, il volto coperto da una maschera d’argento e avvolti in lunghe vesti nere.

Dopo un po’ il cantante incappucciato sbarca da un motoscafo (altro che gozzetto da pescatore, tra bandane e scafi qui siamo più dalle parti dell’epos dei contrabbandieri). Poi l’aria si riempie con l’inconfondibile nota della sirena, stranamente delicata: niente marchignegno a manovella, sono viola, violino, violoncello e contrabbasso a produrla, prima di lanciarsi in un intro classicheggiante.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Un primo assaggio del mood di un concerto di Liberato come non ne avevamo mai sentiti prima. La sezione di archi sfuma nella chineserie da reggia di Capodimonte di Anna, e faccia al mare è facile immaginarsi andare da Procida alla California, se mai per qualche motivo dovessimo preferire Los Angeles al Golfo di Napoli.

Sempre dal nuovo album, segue Guagliuncella napulitana, forse il testo più autenticamente neomelodico di un progetto che ha ammiccato sempre a quegli stilemi, ma senza mai osare troppo come ha fatto con questa dichiarazione d’amore senza fronzoli. Inutile dire che il pubblico, sia i tanti giovanissimi che i più grandi, ha già mandato a memoria tutti i nuovi brani.

A partire da questa doppietta iniziale con i pezzi più delicati e romantici del nuovo disco, perfetta per presentarci questa formazione inedita senza troppi scossoni. Si canta, ma salta all’occhio la differenza con il precedente live campano, quello sul lungomare di Napoli nel 2018: saranno le dimensioni diversissime della folla, sarà una cura maggiore ai suoni, ma qui si sente tutto e si canta con Liberato, non sopra di lui.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

La successiva Nunneover è una delle canzoni nuove più efficaci, per testo, melodia e ballabilità, un reggaeton misurato che diventa addirittura elegante in questo nuovo arrangiamento. Stesso andamento con Oi Marì, trasportata dalla Capri del rendez-vous del 2019 ad un altra isola e ad un nuovo mondo sonoro. Frasi in spagnolo, ritmi da ballo in spiaggia al tramonto, ma questo reggaeton è sul ‘na mentira: sono di nuovo i suoni classici a riempire lo spazio tra i colpi del tum ta-tum cha, trasformando il pezzo senza indebolire il senso del ritmo e delle parole.

Adesso è chiaro che gli archi non sono legati alle atmosfere del nuovo album, ma saranno i protagonisti di tutto il concerto: fanno le veci dei synth, dei lead vari, delle voci pitchate dei drop, insieme al piano enfatizzano elementi acustici che prima erano intrecciati in una rete di effetti e suoni digitali. Insomma ammantano tutti i brani di un’inedita veste, se possibile, ancora più romantica e melodica, con più dolcezza e più pucundria, forse semplicemente più Liberato.

9 maggio per esempio è asciuttissima e sciarmante, mai così fresca da quando compariva sui nostri schermi ormai 5 anni fa, così sospirata, attenta ad enfatizzare i suoi vuoti e i suoi silenzi. Dopo arriva Gaiola Portafortuna,non uno dei singoli più forti, che forse per questo ha avuto una seconda occasione nell’arrangiamento piano e voce del primo album. Col senno di poi quella versione anticipava alcuni suoni di Liberato II e infatti la ritroviamo qui, perfettamente incastonata in questo scenario e nella scaletta, che fluidamente scivola su Partenope.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Nell’inno alla sirena che racchiude tutto il senso estetico del nuovo album in suoni, parole e immagini, l’incastro tra piano, archi e cassa/bassi dà il meglio: gli strumenti acustici partono dal loro spazio nella versione studio per rapire tutto il brano e trasportarci dal mare alle corti settecentesche dello stupendo videoclip di Francesco Lettieri. Da qui in un attimo passiamo al momento più dancefloor, con una Me staje appennenn’ amò carica di ritmo e malinconia house.

La band dimostra di poter spingere con la cassa dritta, anche le luci bianche e azzurre intanto iniziano ad avvolgere la zattera e a scagliarsi dalla spiaggia verso il cielo. Ma la direzione scelta è un’altra, ormai il blu si è fatto scuro e arriviamo all’apoteosi di questo breve lampo di bellezza con Tu t’e scurdat ‘e me.

Siamo ngopp a Procida ma chiaramente non piove, abbiamo gli ultimi minuti per ballare e poi salutarci su una lunga coda struggente dominata da piano e voce. Alla fine una barca porta via il cantante e, così com’è iniziato, lo show finisce. Ne avremmo voluto ancora, magari una parte più ignorante con Je ‘o tteng e t’o ddòng e Cicerenella, oppure altre spine nel cuore con Niente o Nun ce penzà, ma soprattutto qualche minuto di musica in più.Se non altro per quel manipolo di fan invasati che, appena letto l’annuncio, ha preso il mare sulla prima nave per raggiungere un concerto in mezzo al mare.

Foto di Stefano Romano
Foto di Stefano Romano

Ma la verità è che un progetto come Liberato sa che non deve mai saziare, lasciare sempre con l’acquolina in gola e provare a stupire come questa volta, con una modalità nuova e quasi scostumata di organizzare il concerto. Senza preavviso, un mercoledì sera in una piccola isola del Sud, un happening che però, minutaggio a parte, non risparmia sulla musica: dopo anni di stop e voci che lo davano per finito, è bello vedere Liberato tornare con un nuovo suono live che spinge più in là il discorso aperto in studio.

Immerso in uno scenario da sogno che sembra dare corpo ai suoi versi, con un allestimento semplice ma funzionale e la cura del dettaglio che fino ad ora non aveva portato in Campania. Dopo una ripartenza così ne vogliamo ancora e presto, ma la magia di un concerto a sorpresa ‘miez ‘o mare a Procida potrebbe essere difficile da eguagliare.

---
L'articolo Liberato 'miez o mare di Sergio Sciambra è apparso su Rockit.it il 2022-07-22 10:49:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia