Liberato non ha più bisogno di segreti

Il nostro racconto del film dedicato a questi 7 anni dentro e fuori dalle nostra vite del cantante mascherato. Che, nella maniera meno convenzionale possibile, è riuscito a unire diversi mondi e persino a far dimenticare di essere "una persona"

Un momento dell'incredibile live di Liberato a Napoli
Un momento dell'incredibile live di Liberato a Napoli

C’è un’immagine che mette letteralmente i brividi: Liberato, incappucciato e scortato dal suo staff, nel fossato dello Stadio Maradona, per la celebrazione dello scudetto azzurro dello scorso anno. Una frame che è la perfetta istantanea di un momento che per ora è “soltanto” mitologia, ma  che presto diventerà con tutti i meriti storia.

Per un curioso caso del destino questi due cammini si sono incrociati di nuovo in sala. Pochi giorni fa al cinema è uscito Sarò con te, pellicola sul trionfo dei ragazzi di Spalletti e il delirio di una città in festa. Tempismo pessimo, ahinoi, visti i risultati attuali della squadra. Oggi, con un tempismo che invece non poteva essere che questo (è il 9 maggio, ricordate?), è uscito Il sogno di Liberato, il film che racconta questi 7 anni esatti di “lungo viaggio” (come lo racconta un amico che c’era dall’inizio) del cantante mascherato. 

Presentato in anteprima al Comicon, il film è nei cinema per una settimana. Restituisce in maniera magistrale l’epopea dell’artista, dagli inizi sgangherati con i dm alla gente con cui voleva lavorare al successo travolgente, che non ha però fatto venire meno l’esigenza di mantenere la propria indipendenza e pensare prima di tutto alla musica. 

video frame placeholder

Ne Il segreto di Liberato tutto questo emerge chiaramente: se all’esterno tutto è sembrato studiato nei minimi dettagli, la realtà era molto più DiY e improvvisata. Merito di un gruppo di lavoro che nel film parla al posto dell’artista, che lungo l’ora e mezza di film comunica nei modi in cui siamo abituati a vederlo, ossia sotto forma di voce e cappuccio. 

La sua storia è raccontata attraverso la fusione di tre linguaggi differenti: i disegni di Lorenzo Ceccotti e Giuseppe Squillaci (molto Miyazaki almeno all’inizio), la parte più evocativa con il voice over attribuito al cantante, e unadocumentaristica, che mette assieme i backstage di alcuni dei principali live tenuti fin qui da Liberato e le testimonianze di staff, colleghi e giornalisti (da Calcutta a Carlo Pastore, diretto di MI AMI Festival, che in questa vicenda ha la sua parte).

Il making of del film
Il making of del film

A firmare la pellicola è Francesco Lettieri, con Giorgio Testi alla regia (qua il loro bellissimo racconto del film). Sono due degli autori di videoclip più importanti degli ultimi anni. Lettieri, in particolare, è forse la persona che più di ogni altra ha contributo al successo di Liberato. 

Sin dal primo surreale contatto in occasione di 9 maggio, il pezzo d’esordio, Lettieri è diventato una specie di manager dell’artista (poi affiancato dai ragazzi di Bomba Dischi), per questo la sua testimonianza è molto preziosa. Tanti i momenti surreali di questa fase, come il presunto manager che da una pagina Facebook rispondeva a tutte le major pronte a ricoprirlo di soldi in caps lock e con la L della tastiera non funzionante. 

Il film si concentra soprattutto suilive. Si vedono le immagini dei live a Berlino e a Parigi, delle incredibili serate napoletane con gli 80mila di piazza Plebiscito. Alla mitologia di Liberato ha contribuito non poco la scelta di fare poche cose, ma tutte magiche

Il making of del film
Il making of del film

E poi chiaramente c’è tanto, a cominciare dal dialetto, Napoli. La Napoli di Liberato è santa e terrena, trasfigurata come le immagini dei suoi personaggi, verissimi anche se molto folkloristici. Una città maestra nel romanticismo e nel tratteggiare la cartolina di sé stessa, come si spiega in Il segreto di Liberato, che svela così due degli ingredienti che l’artista ha saputo unire come pochi prima di lui. 

Liberato ha unito due mondi che condividono lo stesso lungomare e a volte persino gli stessi quartieri, quello degli ultimi e quello di chi ha studiato e può permettersi l’ambizione. È diventato uno dei grandi racconti della città degli ultimi anni, echissenefrega di come si chiami davvero

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L'articolo Liberato non ha più bisogno di segreti di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-05-09 17:35:00

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