“È un disco positivo”. Lo ripete sempre Capa durante l’incontro per ascoltare e raccontare Orbit Orbit, il suo nono e nuovo disco. Lo dice e sembra volerlo confermarlo a sé stesso e alla platea. Perché in effetti, dopo due concept come Prisoner 709 e Exuvia (rispettivamente la prigionia e la fuga), questo lavoro ha un altro segno. Eppure non è semplicissimo associarlo all’idea di felicità che, dolosamente, ci hanno spacciato in questi anni.
Orbit Orbit è il disco della libertà, che per per Caparezza è possibile solo attraverso l’immaginazione, perché la “real life” dell’essere umano è troppo limitata e condizionata da mille fattori (la relatività, anzitutto) per poterci ambire. Con non pochi tratti in comune con Museica, il capolavoro assoluto dell’artista pugliese, Orbit Orbit è un disco immaginifico che racconta un viaggio nel cosmo e dentro sé stesso. Che concede all’artista una prospettiva privilegiata, quella che ti fa dire che da lassù “la Terra è bellissima”, sì, ma che casino.
A rendere il tutto incredibilmente stratificato e complesso la concomitanza tra l’album e l’omonimo fumetto realizzato assieme a nove disegnatori, ogni capitolo del quale “accompagna” un brano. Musica e tavole, di cui si può fruire assieme, o in maniera totalmente indipendente. Da un punto di vista sonoro, le fondamenta sono affidate in maniera più omogenea che in passato aspace music, o cosmic music, degli anni ’70 e ’80, di cui Capa è fan da sempre. Rockets, Kraftwerk, Ganymed, I signori della galassia. Gente truccata e mascherata, come in un fumetto. Perché, Capa lo ripete di continuo, i fumetti lo hanno salvato.
Qua un paio di veloci riflessioni, alcune nostre e la maggior parte dell’autore stesso, sulle 14 tracce di questo ennesimo grande disco, “il primo che voi sentirete meglio di me”.
1. Fluttuo, orbito
Come da tradizione di Caparezza, si riparte da dove ci si era lasciati quattro anni fa con Exuvia, un disco che ci ha messo un po’ più del solito ad “arrivare”, ma che ormai si è preso il posto che merita nella discografia dell’artista. Dopo la fuga e l’uscita dal bosco, ecco il momento della massima incertezza, quello in cui si vaga (anzi fluttua) senza sapere quale sarà la prossima meta. Il pezzo è il consueto diluvio di citazioni e riferimenti, tra quelli più pop e quelli altissimi. L’artista engagé non c’è più da un pezzo, pure il cantante ha lasciato il posto al cosmonauta che usa la propria mente per cercare la strada (senza l’ayahuasca).
2. Il pianeta delle idee
Non ci si può abbandonare e basta, le nostre idee, la nostra creatività non può essere imprigionata, tornerà sempre a bussare. E alla fine, forse, ci salverà. Dopo un intro decisamente cosmic (soprattutto nella prima parte del disco questa matrice è fortissima), ecco qualche eco di quella world music, seppur ampiamente rivisitata, che è stata una delle chiave del successo di Caparezza. Qui viene omaggiato il “padre putativo” di tutta l’opera, ossia il manga Galaxy Express 999. La numerologia è importata per Capa e il 9 è presente in tutto l’album.
3. Io sono il viaggio
Il primo singolo. Non perché debba “spaccare le radio” (dura più di 5 minuti, d’altronde…) le tanto meno gli streaming, campionato a cui Caparezza, come dirà verso la fine del disco, non ambisce. Questa focus track introduce e al contempo riassume il concept del disco. L’ispirazione del pezzo è Moroder (“l’idea era una sorta di mix tra I Feel Love e Neverending Story"). È la colonna sonora della ripartenza.
4. Darktar
Il pezzo più strettamente legato al fumetto, perché Darktar è uno dei personaggi chiave delle tavole pubblicate da Sergio Bonelli e sceneggiate con grande dedizione da Michele. Darktar è l’antieroe della storia, un nemico che però non è mai aggressivo. Vive nella pece a simboleggiare chi passa l’esistenza nell’autocommiserazione. Qua Capa torna a “interpretare” anzitutto vocalmente uno dei suoi personaggi.

5. A Comic Book Saved my Life
All’inizio nel titolo doveva esserci anche “Last night”, ma poi per questioni di diritti forse anche no dai. Il pezzo, forse quello con il ritornello più forte, racconta in tre strofe come il fumetto abbia salvato tre volte la vita all’artista. Nell’infanzia, quando gli ha aperto le porte dell’immaginazione, in adolescenza, quando lo ha introdotto alla musica, perché i suoi primi gruppi del cuore erano, appunto, molto “fumettosi”, tipo i Kraftwerk (o le sigle dei cartoni animati). L’ultimo salvataggio è recente, post Exuvia, quando Capa si stava perdendo e gli inchiostri gli han ridato la rotta. Nel pezzo c’e un sample dei Rockets, daLe Chemin.
6. Il battitore
La prima cover ufficiale della discografia dei Caparezza, e uno dei brani più forti del disco. Il privilegio spetta a un cantautore della sua terra, la Puglia, Enzo Del Re, artista popolare e decisamente minimalista che suonava percuotendo una sedia e schioccando la lingua. Per dare forma alle sue onomatopee, Caparezza prende “un’anda alla Hans Zimmer". La cover è fondamentale per il disco: “Sono partito proprio da lei per concepire il lavoro”.
7. Autovorbit
Si esce dall’orbita, si esce dal tracciato, se mai ci si fosse entrati. Caparezza non è “per i ritorni”. “Io voglio andare avanti, non fare mai le cose vecchie: ecco perché, tra le altre cose, è sparita la voce di Caparezza degli inizi”. Questo brano lo esplicita, è una risposta a chi gli chiede (ogni giorno) “ma quando torni”. Eppure lui era “lì, di fronte ai loro occhi, non me ne ero mai andato via”. Il beat guarda alla drum’n’bass, con una lunga coda strumentale come molti pezzi del disco.
8. Curiosity
Il pezzo racconta la storia di una persona molto famosa e molto “rock” di Zocca, ossia… Maurizio Cheli, il primo astronauta italiano a essere volato con uno shuttle (c’e pure la sua voce alla fine del pezzo). È un inno alla curiosità, a vedere cosa c’è dopo, altrove, al di là del bagliore. È un bellissimo inno alla scienza che prende l’atmosfera in prestito dalla musica space degli anni 70. Lo spunto arriva direttamente da Help Me del duo francese By the Savers.
9. Gli occhi della mente
Altro pezzone, possibile singolo. Il sample che non ti aspetti è da Delirio, di un giovanissimo Gianni Morandi. “Non sono mai stato interessato all’hype, per me i sample sono funzionali: quando sentito questo pezzo di Gianni Morandi ho subito capito doveva essere nel disco”. Nel fumetto – che, ricordiamo, procede di pari passo con le canzoni – il protagonista atterra su pianeta piatto (sic) ed è scambiato per il messia. L’immaginazione è la cosa più bella del mondo, ma se “deviata” e porta uno a convincersi di cose sbagliate diventa un problemone. C’è anche una pseudo citazione da SXM (“io quando andavo a scuola da bambino”).

10. Come la musica elettronica
Lo statement definito. Ho 52 anni e va bene così. Per Capa la vita è fatta di cose che si ripetono di continuo, dai compleanni ai natali, ma almeno con il passare degli anni si possono assistere e partecipare a questi eventi con una prospettiva diversa. Altrimenti è un’orbita eterna, un loop. Il pezzo parla, senza mezzi termini di essere vecchio (ai giovani rapper, e non solo, augura San Siro e San Francisco, ma lui non li capisce). È bello essere vecchi, senza rimpianti, senza la pretesa di vivere fuori da tempo.
11. The NDE
NDE è l'acronimo di "Near-Death Experience" (esperienza di pre-morte), una cosa clinicamente studiata e non un’allucinazione. Tutti coloro che l’anno avuta raccontano di sentirsi come usciti da un tunnel (sic) e di poter in questo modo vedere le cose dall’alto. È un pezzo dispari, in 5/8, nel rap non se ne vedono quasi mai perché non sono affatto semplici. “Rappare su questa sequenza mi ha richiesto un certo sforzo. È una sorta di prog rap”, dice Capa.
12. Pathosfera
Il capolavoro del disco, da ascoltare e riascoltare. Il testo è emozionante, lancinante. L’autore, per sua stessa ammissione, si ritrova in un mondo che è l’esatto opposto di quel che sperava a 20 anni, con la guerra dietro casa, il genocidio, colonialismo, cose che inaspriscono l’essere umano e fanno sì che molti mettano il paraocchi. “Vedo sono soldati che commettono omicidi e poi fanno i balletti sui social, non so cosa possa esserci di peggio”. Il rischio, davanti a questo orrore e in generale alle difficoltà, anche personali, della vita, è di anestetizzarsi per proteggersi. Ma è l’errore peggiore che si possa fare, perché perdendo l’empatia si perde l’umanità, e non si riconoscono più nemmeno le cose positive. Un pezzo intimo, sostenuto da una chitarra, scritto dall’autore anzitutto per ricordare a sé stesso chi non deve ricordare.
13. Cosmonaufrago
Lo spazio è il luogo della libertà infinita. Però “non ci si può fare nulla”. Bisogna stare nel modulo perché non c’e ossigeno, non ci si sopravvive. Questo pezzo è una riflessione sulla libertà. È stato registrato a Londra, e la lunga coda finale strumentale ne è la riprova. Ai musicisti Caparezza ha semplicemente detto di suonare quel che volevano e questo è il risultato (“anche se io avrei tenuto lungo quel momento tipo mezz’ora”).
14. Perlificat
Sull’ultima traccia Michele ripete per l’ultima volta – rendendosi conto, da lettore di Kafka, che molti potrebbero non vederla così – che “è disco positivo”. Un album che si apriva con l’elettronica, con il sintetizzatore, che permette a una sola persona di fare la parte di tutti i musicisti del mondo. E si chiude con un pezzo realizzato assieme all’orchestra di 72 elementi di Roma. “Un pezzo costosissimo, e non è nemmeno un singolo”. Un pezzo però necessario, corale, che intende sottolineare come umanità sia capace anche di cose belle. Karl Jaspers, studioso di Van Gogh (altra grande passione/ossessione) scrisse che la perla è la base dell’atto creativo. Infatti l’ostrica, quando viene attaccata da un batterio, reagisce “buttando fuori” la perla. Una cosa bella che nasce da una malattia. Così per Caparezza: non ci sarebbe la perla, la musica, se non ci fosse la l’attacco da parte della realtà, con le sue storture. Perlificat è un invito a creare, un’ode all’atto creativo come divinità.
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L'articolo L'immaginazione è l'unica vera libertà: "Orbit Orbit" di Caparezza raccontato traccia per traccia di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-10-31 12:21:00

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