Lovegang126: Roma che ama, Roma che conta

L’amicizia, l’arte, le Peroni e gli scazzi. C’è tutto questo e molto di più in “Cristi e Diavoli”, il primo posse album della crew romana di Franco 126, Ketama e gli altri, dopo 15 anni assieme. Così come nella nostra chiacchierata con loro, alle porte di un live al MI AMI che sarà un incendio

Lovegang126 - foto di Beatrice Chima
Lovegang126 - foto di Beatrice Chima

Nell’arco degli ultimi 15 anni i membri della Lovegang126 – che saranno sul palco tutti insieme a MI AMI venerdì 26 maggio – hanno lasciato la scalea del Tamburino che li ha concepiti e si sono ramificati per le rispettive strade. C’è chi riempie i palazzetti di accendini ed è colonna sonora itpop di tenerezze adolescenziali, chi continua a muoversi nell’underground, chi si è stabilito in un’equilibrata via di mezzo. Franco126, Ketama126, Pretty Solero, Drone126, Asp126, Ugo Borghetti e Nino Brown sono, prim’ancora di musicisti, fratelli per scelta. Le loro canzoni trascendono il genere in cui si cimentano nel singolo andando a dipingere una Roma sospesa nella stasi della tradizione attraverso gli occhi di un ragazzo che cresce, la ama e la odia, sogna e si disillude. Per questo Cristi e Diavoli è in egual parti un ritorno alle origini ed un’estensione del collettivo verso il proprio nebuloso futuro. 

Incontrarli tutti insieme in un ufficio milanese fa specie, ognuno in completa uniforme Lovegang (la linea di abbigliamento che li ha brandizzati ancora di più dei loro riferimenti alla birra Peroni) seduti in semicerchio a fumare a sgamo verso la finestra, quasi ricordando una comitiva di studenti in autogestione. 

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“A Roma se sta ‘na crema”, mi conferma Franco126 all’inizio della nostra intervista. Certe cose non possono cambiare. Scopriamo che la scelta di pubblicare un album della crew soltanto adesso non è una scelta, ma una congiunzione astrale. “Se avessimo perso l'occasione di fare un progetto del genere insieme, che non è nemmeno detto sia la cosa più vantaggiosa o più sensata per tutti, ce ne saremmo pentiti amaramente", ci dicono.

Mettere d’accordo 7 teste con carriere separate per scrivere un unico album è esattamente l’impresa che ci si aspetta, ma allo stesso tempo un lavoro collettivo di consacrazione viene da loro descritto come un gesto dovuto. "Questa idea di tirare in mezzo in qualche modo molti di quelli che ci hanno ispirato, soprattutto su Roma, era una cosa che volevamo fare per noi stessi. E anche per consacrarci in qualche modo come collettivo romano, cioè è assurdo che non avessimo ancora un disco. Capito? Quindi serviva proprio mettere questo mattone qua, anche per dire noi ci siamo stati, questa è la nostra realtà. In qualche modo la Lovegang è un pezzo di storia dell’hip-hop romano, ed era giusto così.”

Foto di Beatrice Chima
Foto di Beatrice Chima

Insieme a loro, nelle 18 tracce che compongono Cristi e Diavoli, una scuderia tutta romana li spalleggia nei feature: dai veterani Danno, Gel, Gemello e Gemitaiz ai colleghi Side Baby e Gianni Bismark.

L’album è prodotto di amore e collaborazione fino al beat, ogni produzione ad opera di Drone e Nino Brown (più qualche apparizione sporadica di Il Tre). Come nel Madreperla di Guè e Bassi Maestro che ha ribaltato le carte in tavola nell’hip-hop del 2023, anche in Cristi e Diavoli si riparte dal campionamento e dalle radici dell’hip-hop, con una successione di banger boom-bap e strofe punitive. 

“Volevamo suonare il genere che ci ha uniti all’inizio. Siamo ritornati nella dimensione dell’ascolto collettivo, spolverando i dischi che sentivamo da ragazzini ma con un orecchio differente. Cambia proprio la consapevolezza e si riesce a mettere a fuoco le cose che ti piacciono di quei dischi che per noi erano la Bibbia 10 anni fa”. Anche il vestito sonoro dell’album comunica un legame che non ha leggi stilistiche. Per la loro performance venerdì 26 Maggio al MI AMI hanno preparato “du’ ore de barre”, una serie di grandi classici dai loro repertori, per quella che potrebbe essere una rarissima occasione di vedere il team al completo in azione. “È un momento speciale nella vita di ognuno in cui è stato possibile riunirci, ma non è detto rimanga così, perché torneremo presto tutti a scrivere musica per i progetti individuali”.

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Il collante che continua a far gravitare i membri della 126 l’uno verso l’altro a discapito della fama e degli screzi sarà sempre la visione che li accomuna. Alla fine della nostra conversazione convengono tutti: “Siamo sempre noi perché chi ce l’ha la voglia di trovare gente nuova? Quello che ci ha avvicinati è stata proprio la difficoltà ad integrarci”.

L’hub di artisti romani segue la tradizione di Rome Zoo, TruceKlan e Brokenspeakers per portare avanti l’eccellenza urban del territorio, ma resta nell’animo una comitiva di amici che vuole donare all’immaginario spesso violento e truce dell’hip-hop una nuova palette sgargiante.

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L'articolo Lovegang126: Roma che ama, Roma che conta di Vittoria Brandoni è apparso su Rockit.it il 2023-04-21 16:02:00

Tag: album

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