Se mi dessero un euro per ogni volta che qualcuno mi ha detto "vogliamo fare il Tiny Desk italiano" sarei ricco. Se dovessi ridarli per ogni volta che l'ho detto io, tornerei automaticamente povero. Chiunque sia appassionato di musica e del suo racconto, ha pensato almeno una volta di poter replicare l'iconico format della NPR, la National Public Radio americana. Vuole la vulgata che dopo un'esperienza frustrante in un locale rumoroso, Bob Boilen, musicista e host statunitense, invitò la collega Laura Gibson a suonare nel suo ufficio. Fecero un piccolo live acustico, registrato con pochi mezzi, che diede il via a un format divenuto mitologico e che va avanti da 800 puntate.
Ci sono passati letteralmente tutti gli artisti più importanti al mondo da quelle quattro mura, ammirati live da un pubblico ristretto di colleghi, amici e familiari in religioso silenzio e da casa da milioni di appassionati in tutto il mondo. Ci sono state performance memorabili, atti creativi unici (e di recente persino un incredibile stage diving). Non è affatto raro che una performance live al TD diventi virale, e dopo 17 anni non è affatto scontato.
Merito dei nomi coinvolti e dell'atmosfera unica, merito anche di come suona il Tiny Desk, un autentico marchio di fabbrica. Minimalismo e dedizione assoluta alla causa. Dietro al suono del format c'è da sempre Josh Rogosin, che nella sua carriera è capace di passare da un'arena con migliaia di persone a uno stanzino deserto, restituendo al meglio l'audio di entrambi questi posti. Le sue produzioni per Tiny Desk Concerts hanno ridefinito il concetto di intimità sonora. Da qui non si è più fermato, e oggi è al lavoro su altri format altrettanto ben curati (da due anni circa non è più al lavoro su TD): i progetti Global Sound Concerts e Ghost Light Concerts, con cui continua ad esplorare (ora in giro per il mondo) la relazione tra luogo, artista e ascoltatore.
Negli scorsi giorni il sound engineer e produttore musicale era in Italia. Dopo dieci anni dietro al banco dei Tiny Desk — dopo aver "fatto suonare" Harry Styles, Taylor Swift, Olivia Rodrigo, Sting, Coldplay, e molti altri — Rogosin era a Bologna per registrare una puntata speciale di Global Sound Concerts, con cui esplora il legame tra luoghi, culture e creatività musicale. La registrazione con protagonista la Cari Q Music Band, di cui nei prossimi mesi si vedrà il risultato, è avvenuta in uno spazio speciale, l'Ex.Dynamo, hub sociale dedicato all’arte, alla cultura e alla mobilità sostenibile ospitato nelle gallerie della stazione cittadina.
Ma nella sua due giorni bolognese Rogosin ha ripercorso anche i suoi 25 anni di carriera nella radiodiffusione pubblica e la mitologica storia dei Tiny Desk Concerts in una due giorni di masterclass e workshop (la formazione è oggi l'altra sua priorità) organizzata da dBTechnologies – azienda bolognese che dal 1990 produce e distribuisce sistemi e soluzioni per l'audio professionale – all’interno della sua dBTechnologies ACADEMY.
Rogosin ha portato a Bologna il suo metodo in sessioni molto partecipate: rispetto per gli artisti, attenzione al pubblico, slancio verso la percezione, l'osservazione delle culture e una visione chiara del futuro del mestiere. Josh ha ricordato che talento e storie significative si trovano ovunque, non solo nelle grandi produzioni. Ne abbiamo approfittato per fare una chiacchiera con lui.

L'ambiente intimo del Tiny Desk è da sempre il vostro segreto per cogliere l'essenza di una performance. In tal senso, qual è la lezione più importante che avete colto in questi anni di lavoro?
Di permettere alle idiosincrasie degli artisti di trasparire edidenti. Questo, oltre al fatto di avere un pubblico dal vivo sono i due fattori più importanti per rendere Tiny Desk quello che è. La relazione che si crea tra artisti e pubblico accade una sola volta. E catturarla in modo intimo, con un ottimo audio e immagini efficaci, è qualcosa di innegabilmente potente.
Data la natura minimalista del set up di Tiny Desk, quali principi guidano le tue decisioni sull'audio e in particolare sul posizionamento dei microfoni?
Less is more. Sono probabilmente l'unico ingegnere audio a cui importano di più le immagini e, ovviamente, le vibes (qualche esempio? I cantanti che condividono gli stessi microfoni, usare gli "underheads" invece degli "overheads" per la batteria e tenere l'attrezzatura fuori dalla vista). Uno dei modi in cui realizzo tutto questo e cerco di mantenere alta la qualità è creare tracce multiple dello stesso microfono in post-produzione e equalizzarle in modo diverso per coprire un raggio più ampio. Ormai è molto raro che registri una band completa con più di 12 canali, soprattutto quando come ora sono in viaggio e devo mantenere l'attrezzatura leggera.

Dopo aver registrato oltre 500 concerti, quale artista o sessione ha presentato la sfida tecnica più inaspettata? E come l'hai risolta?
Anzitutto direi 800, se si contano tutti gli spettacoli casalinghi durante il Covid (che mi hanno dato l'idea di filmare gli artisti dove si trovano, come avviene con i Global Sound Concerts). Mi viene in mente KoKoKo, poiché la maggior parte degli strumenti era stata creata con oggetti di scarto trovati. Anche Hadestown, Blue Man Group, Sweeney Todd, Six e The Lion King: ho portato il teatro al Tiny Desk e ho amato la complessa sfida di catturare attori e musicisti in uno spazio così piccolo.
La domanda canonica: il tuo TD preferito?
Impossibile rispondere, ma dico sempre Monsieur Periné da Bogotà. Pare che quello show li abbia davvero aiutati a sfondare, dicono che ha reso loro più giustizia persino del loro album, registrato proprio in quel periodo. Ho amato anche Sam Smith e l'incontro che quel set ha portato, visto che in quella circostanza ho avuto il mio primo appuntamento che ho avuto con la mia fidanzata Francesca Ticchione (lei è italiana, dell'Abruzzo, ma non c'è mai stata, visto che è cresciuta in Cile).

La session che ti ha sorpreso di più?
Quando ho registrato Sting e Shaggy: non mi aspettavo che la combo funzionasse così bene. È uno dei nostri show in assoluto più popolari.
Hai lavorato anche a produzioni enormi. Quanto è stato difficile il passaggio dal mondo TD a situazioni così diverse?
Ovunque io vada vedo un talento incredibile. Non è necessario essere famosi per avere talento. Amo imparare la cultura di un posto attraverso la sua musica ed è per questo che oggi sono sempre in questo viaggio con i Global Sound Concerts.
Cosa ti ha portato a dare vita ai Global Sound Concerts?
Dopo aver guardato e mixato innumerevoli Tiny Desk Home Concerts, sono stato ispirato a viaggiare nei luoghi di origine degli artisti, per catturare la musica con il mio approccio giornalistico. Se Anthony Bourdain avesse uno show musicale, sarebbe questo.
Che consiglio daresti a un artista emergente riguardo alla registrazione musicale e alla cattura del suono giusto?
L'autenticità conta molto più della perfezione. Se la take ha qualche difetto ma la vibe è presente, lascia dentro qualche imperfezione per renderla reale. L'anti-AI.

Ecco, appunto. Con il ruolo sempre maggiore dell'AI nella produzione e registrazione musicale, come vedi l'evoluzione modificarsi la funzione dell'ingegnere audio nei prossimi cinque o dieci anni?
L'AI è uno strumento meraviglioso per artisti e ingegneri per trovare idee. Ma spetta comunque a noi professionisti del mondo creativo creare cose in modo collaborativo — da umano a umano — in vista del successo finale. Sempre e per sempre.
E riguardo a NPR? A cosa servono simili realtà nel panorama discografico attuale?
Internet e YouTube sono stati meravigliosi per gli artisti. Spero che questi network possano aiutare a far luce e a curare i contenuti, nel modo in cui fa NPR. Ci sono troppe cattive notizie nel mondo, emittenti come la RAI o la BBC svolgono invece un ruolo importante nel celebrare le arti, la creatività, nel raccontare l'esperienza umana nel suo complesso.
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L'articolo L'uomo che ha creato il suono dei Tiny Desk Concerts: "L'autenticità conta più della perfezione" di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-12-15 12:51:00
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