Manuella, gypsy dall’anima sarda

Dopo Londra, Roma, Milano, la cantautrice gallurese è tornata nella sua terra amata. È la Sardegna la protagonista del suo ep d’esordio, “Giostra”: 6 tracce che mischiano l’elettronica al pop, tra d’n’b, suoni afro. E una voce che sprona a uscire dalla propria comfort zone per non vivere d’inerzia

Manuella
Manuella

C'è di tutto in Giostra, l'ep d'esordio di Manuela Manca, in arte Manuella: intanto, la Sardegna. E il suono ancestrale e i colori aridi dell’isola (dove è nata nel 1990 a Budoni, in Gallura, ndr), con cui apre il disco Sceti tui, brano cantato in lingua sarda sulla drum and bass. Poi, il pop caricato dalla voce esplosiva di Ad Oslo x2 giorni, che è la traccia più intima dell’ep.

Ci sono, ancora, i richiami alla sua isola e al mediterraneo in Giostra (terza traccia, omonima al disco), brano che parla dell’infanzia della cantautrice. Cenni che si mischiano a suoni afro, "a tratti gypsy" (come dice lei stessa, che sottolineano "il mio avere un piede in Sardegna, l’altro nel mondo").

C’è Ho smesso, il singolo con cui Manuella decide di inaugurare nel 2019 il suo progetto musicale (dopo la gavetta tra Roma, Londra e Milano, e dopo l’esperienza nel 2016 con Rocco Hunt, accompagnato ai cori durante tutto il Wake up tour). "L’ho scritto principalmente per me, e forse proprio per questo ho scelto di pubblicarlo prima di tutti gli altri brani", dice la giovane artista.

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Che continua, con un accento sardo che beatamente non le si è staccato di dosso, nonostante gli anni lontani da casa: "Prima di iniziare con tutto il resto avevo bisogno di incastonare nella mia musica il mio mantra. Mi è servito per 'prendermi' ciò che volevo e lasciare andare ciò che non volevo più. Inoltre, è un brano che mi ricorda quanto posso essere forte. Da soli, spesso, ce ne dimentichiamo: io me lo sono detto in questa canzone, che è lì, e posso ascoltarlo ogni volta che desidero".

Poi, Ego r.i.p, traccia (forse la più bella dell’ep, insieme a Sceti tui) in cui emergono le influenze e gli ascolti della giovane, che spazia tra pop ed elettronica, ma anche soul, jazz, rock e bossanova. Un tentativo di tranquillizzare l’anima, perché ucciso l’ego si sta meglio, in pace con sé stessi. Infine, a chiudere Giostra c’è Sua Maestà, ultima traccia in cui, dietro le metafore e i doppi sensi, si celano il sesso e le riflessioni riguardo i vari modi di vivere la sessualità, e interpretarla.

Giostra è "un compasso quasi rotto che diventa una scala altissima", dice Manuella, per darci un’immagine in grado di restituire il significato complessivo del suo ep d’esordio. Un lavoro che sprona, attraverso le sei tracce, ad "abbandonare la propria comfort zone per conoscere, esplorare e scoprire tutto ciò che la vita ha da offrire", spiega. La comfort zone a cui si riferisce è quella che costruiamo dentro di noi, continua: "Sono le cazzate che ci raccontiamo per non crollare emotivamente".

Quelle convinzioni che ci fanno vivere per inerzia. Alimentano la crescita di una serie di blocchi interiori che con il tempo possono diventare antagonisti della vita. "Io, me ne sono finalmente liberata", annuncia la ragazza, che ha lasciato il suo lavoro da project manager ed ora è felice: "Mi avrebbe sicuramente garantito una lunga carriera. Mi rendeva cool agli occhi di tante persone, ma a me levava la vita!", sorride.

"Con questo non penso di essere arrivata da nessuna parte. Sì, sono più felice e mi sento più ibera di prima", ma sono ancora tanti i passi che dovrà fare per continuare a viaggiare serena e consapevole di quello che si ha e si vuole ottenere, come'è riuscita a fare fino ad adesso.

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Nata in un piccolo centro della Gallura, coccolata dalla voce del nonno paterno che le cantava le poesie galluresi, è lui e il fratello (batterista) che le trasmettono la passione per la musica e il canto. Si trasferisce a Roma, dove appena maggiorenne comincia a esibirsi in varie jam session in storici locali romani. Nel 2011, dopo un breve periodo a Londra, decide di trasferirsi a Milano per la specializzazione e per intraprendere il progetto Manuella.

Che dopo sette anni nella big city è tornata in Sardegna, nella sua terra amata: "Tornare a casa era fondamentale per me e per il mio progetto", dice l’artista. Che non esclude un ritorno a Milano, certamente, ma per ora sta bene qui dove è nata. La Sardegna è tornata ad essere la sua base, da cui tiene vivi i legami con i colleghi intessuti negli anni: "Sono sempre in contatto con Marco Azara, produttore che ringrazio ancora una volta perché è stato fondamentale per me e per Giostra", comincia.

"Poi, Yves Agbessi e Giovanni Gaias, due professionisti con cui ho già collaborato e vorrei continuare a farlo; Andrea Dissimile (batterista di Mecna e Generic Animal), musicista che stimo tantissimo. Ci siamo sentiti spesso negli ultimi mesi, idem con Francesco Stoia (bassista dei Tiromancino), che adoro e ringrazio di cuore per aver suonato su Ad Oslo x2 giorni. Il cui testo è stato scritto insieme ad Arianna Mereu, altra meravigliosa collega".

"Eclettica, ipersensibile, testarda", sono gli aggettivi con cui Manuella cerca di definire sé stessa. E allo stesso tempo "riflessiva, trasparente, vulcanica" è la sua musica. Ma anche emotiva, misteriosa, ipnotica. Dicono di lei che è la portavoce dell’ethno beatmade in Sardinia. Un progetto appena cominciato, ma già molto interessante. 

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L'articolo Manuella, gypsy dall’anima sarda di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-09-03 14:30:00

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