Mas Festival - Avellino

(Le foto sono di Danilo Bubani e Massimiliano Meo)

Il Mas Festival è un piccolo festival con la passione per i dettagli. Il Parco della Pace viene trasformato in un salotto a cielo aperto, i gruppi suonano tra nuvole e animaletti di cartone. In una Avellino fin troppo stigmatizzata dai cliché, finalmente qualcosa di nuovo. Giovanni Continanza racconta.



Fa molto freddo, città ordinata, pulita, anomala. Per ogni napoletano la descrizione di Avellino è quasi sempre la stessa. E' il dipinto naif di una provincia meridionale che sfugge dai luoghi comuni, quasi fosse un'isola rispetto a ciò che la circonda, un'oasi di tranquillità in una parte d'Italia famosa per le caotiche abitudini. Nonostante non sia lontanissima da dove abito, è una città che conosco poco. Sono curioso. Il Mas, festival organizzato dall'associazione Koinè Art Lab, sembra l'occasione ideale per saggiare gli animi di una zona a me sconosciuta. Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, Funky Pusherz e soprattutto Ex-Otago, fanno il resto. Niente da dire, le premesse sono ottime.



(Tiger! Shit! Tiger! Tiger!)



(Ex-Otago)

Arrivo al Parco della Pace, location della rassegna, verso le dieci. Mi accolgono stand curatissimi, panini alla (vera) salsiccia, divani, lampadari e tappeti fatti con fogli di giornale. L'effetto è straniante, le sensazioni sono familiari. Sembra di stare in una grandissima stanzetta, sotto una soffitta di stelle. Lo scenario da parco giochi è un ottima cornice per i Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, e ti ritrovi a mettere insieme un immaginario da cartoon ed il loro sound newyorkese. L'attitudine live dei Tigers è notevole. Un suono sempre tirato, intenso, scarno ma riconoscibile. Immediato. La gente se ne accorge ben presto: balla, applaude, si esalta. Ricambia. Dalla bella ed incessante "Whispers" alla eterea "Vampire", i Tigers dimostrano una classe ed uno stile degni di nota.

Dopo un viaggio musicale Avellino-New York di circa tre quarti d'ora, tocca tornare a casa. Ci pensano i Funky Pusherz, crew campana hip-hop. Rime slabbrate, intense, scanzonate. Un funk denso e profumato come ricordi acri di gioventù. Si crea una strana alchimia, un adagio delle scene musicali meridionali: l'ironia veicolata tramite messaggi semplici e un'anima intensa. Raccontare le contraddizioni di un territorio dicendo: "A carn a sott e i maccarun acopp" (la carne sotto e i maccheroni sopra), è un ottimo esempio. E' anche questo l'hip hop napoletano, un gioco di tende e vetri offuscati, ironia da calcio balilla, aneddoti unici. Una visione della realtà mai lontana dalle radici.



Ed è proprio quello humour casereccio ad essere il miglior testimone possibile per gli Ex-Otago, headliner della serata. L'incrocio tra provincia meridionale e la band genovese è perfetto, l'impressione costante è quella di un gruppo sempre a suo agio, entusiasta e sempre scanzonato. E' un contesto che ben si associa al piccolo mondo raccontato da pezzi come "Pertini is a Genius, Mirinzini is not famous" o "Robiliante". Quel mondo fatto di icone ed eroi conosciuti con il passaparola, vecchietti pieni di energia e voglia di vivere, miti da Bar Sport. Quella dimensione esistenziale che ti spinge a parlare sempre di calcio e musica. Un'ironia che può portare a gaffes. Pernazza ad un certo punto esalta Lavezzi ed il Napoli, in una terra dove l'Avellino Calcio è religione. Piovono fischi, qualche risata. Qualcuno esulta. E' proprio questa la magia degli Ex Otago. Quel cazzeggio al profumo di anni 80, capace anche di delicatezze belle quanto inaspettate. E' il caso di "Bar Centrale", brano suonato intensamente, trasmesso come i sapori della tua infanzia, familiare, intimo come un deja-vù. Oppure la nostalgia di "Costarica", brano inedito, il mistero dei luoghi, un mix moderno tra bossanova e musica d'autore. Un dipinto naif, forse involontario, dell'Italia odierna, disillusa e fuggiasca. Disagiata e sperduta. I nuovi Ex-Otago sono poco lo-fi, molto italiani. La consapevolezza che si unisce al ricordo, piccolo tepore in una serata fresca d'Estate. Chissà se dura. Il tempo di pensarci, e sono già a casa.



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L'articolo Mas Festival - Avellino di Giovanni Continanza è apparso su Rockit.it il 2010-09-04 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • nickwire 14 anni fa Rispondi

    anche questo è vero :)

  • sacredsake 14 anni fa Rispondi

    Vorrei sottolineare che dopo il "forza Napoli" incriminato, il Pernazza pronunciò anche un apprezzatissimo "forza i verdi lupi irpini"!!!