Al Medimex c’è vita, e ci sono le favole

4 giorni a Taranto per realizzare dei podcast con un gruppo di ragazzi, uno è diventato una favola per bambini (ma non solo) e ora ve la facciamo ascoltare. Ecco a voi la leggenda della sirena Skuma e Taro, un dinosauro che non ha molta voglia di cambiamento

Francesco Malerba, Federica Monterisi, Jessica Testa e Serena Verga hanno voluto chiamarlo SENSIcity, per loro in futuro dovrà essere un podcast con cinque favole per bambini e adulti in grado di far riscoprire la magia della percezione sensoriale. Il primo episodio, che vi proponiamo qui sotto, si concentrerà sull’ascolto, attraverso una metafora che vedrà protagonisti un dinosauro e una sirena. Sullo sfondo una Taranto in festa, chiassosa e viva. L’incontro bizzarro segnerà un cambiamento radicale nella vita dello scontroso dinosauro, troppo testardo e tradizionalista per accettare l’innovazione. Tra Jam session, strumenti e voci mai ascoltate prima si renderà conto che non tutto ciò che lo circonda è rumore ma suona, melodia che può suscitargli un’emozione

Clicca qui per ascoltare l'episodio che si chiama SKUMA&TARO, Skuma è la sirena portata a riva dalle onde del mare Tarantino e incoronata dalle altre sirene, a causa della sua incredibile bellezza, Regina. La leggenda di Skuma è quella di una ragazza che è scappata dal marito, abbandonata in mare, diventata sirena che ha cercato di vivere inseguendo il suo prossimo amore, proprio nel golfo di Taranto. Insomma è una personalità che vive e tutti conoscono, anche se dibattere la sua esistenza potrebbe non essere importante, alle volte non c'è bisogno di soffermarsi su cosa sia vita. Taro invece è un dinosauro, ma vuole rappresentare la tradizione che spesso ha paura di essere contaminata. Il loro incontro porterà a un podcast che racconta anche la necessità di favole, quel tentativo naturale di non illudersi ma di poter sognare, ribadendo che noi siamo qui adesso, ma non abbiamo sempre bisogno di cinico realismo. Permettiamoci di vivere e ogni tanto, permettiamoci delle favole.

Sono stato svegliato dal finale di quell'inverno grigio e Milanese per andare a Taranto e realizzare un corso intensivo dedicato ad appassionati e aspiranti creator di podcast, uno dei formati comunicativi di maggior successo negli ultimi anni. Non so niente di Taranto. Nel senso che conosco perfettamente le dinamiche degli ultimi anni e seguo con profondo rispetto la manifestazione del Primo Maggio, ma in realtà della città di Taranto non so niente.

Più in generale però, so che in Puglia c’è un movimento incredibile tra operatori culturali, progetti artistici e musicali e semplici appassionati. Una regione viva tutto l’anno, capace di brillare quando andare al mare non fa così freddo. A Taranto c’è molto vento, il tempo non è dei migliori. La città è viva, vivissima, Medimex è una sorta di piccolo germe culturale che gira tra le vie del centro storico e non solo. Palchi, talk, corsi di formazione, concerti e tante occasioni per conoscere nuove storie ma soprattutto nuove persone. Il Medimex è così, per qualche giorno durante l’anno si ferma tutto e grazie alla sapiente organizzazione nulla è pesante, noi abbiamo raccontato i concerti in questo report se volete leggerlo.

Arrivo a Taranto e mi incontro con Gabriele Beretta, che nella vita fa il podcast producer. Lui beve vino rosso fermo, io vicino al mare preferirei qualcosa di più fresco però lo seguo. Gabriele è una persona che ha vissuto tante vite, è un fulcro parole, territori e idee. Ha lavorato per la televisione, nel cinema, in produzioni più o meno conosciute e ha sempre cercato di mettersi alla prova con nuovi stimoli. Milanese vero, che vive a Mantova. Per amore o forse no, non è importante, Mantovano ma quando parla mi sembra di sentire la mia Emilia.

Gabriele adesso è un podcast producer, una figura nuova nel panorama Italiano dell’intrattenimento, in sostanza è una di quelle persone che realizza le tue idee. Produttore e regista, con uno sguardo tecnico e una visione creativa. Se andate qui, vedrete a quante cose ha lavorato come podcast Producer e soprattutto tutti gli apprezzamenti ricevuti attorno al suo lavoro. È entusiasta di quello che fa, ed è bellissimo conoscere persone che sanno portarti energia nel raccontare il loro quotidiano. Insieme a Gabriele dobbiamo realizzare due podcast in 4 giorni. Nel senso che dobbiamo proprio realizzarli.

Pensarli, scriverli, registrarli, fare il sound design, insomma tutto. La prima mattina lascio a lui la parola perché è una vera e propria enciclopedia di come si fa un podcast. Gli studenti sono 8, nel pomeriggio verranno divisi in due gruppi e chiamarli semplicemente studenti forse è riduttivo. Alcuni sono professionisti, altri semplici appassionati, ma la loro attenzione è tutta nel capire cos’è realmente un podcast e quali sono i criteri per realizzarlo. Gabriele va veloce, spiega e cerca di creare un legame con loro. Fondamentale, in questo genere d’imprese in cui resti per 100 ore chiuso insieme a persone che non conosci è capire chi siano, i loro percorsi e desideri. Al pomeriggio sarebbe toccato a me, che in realtà avevo solo il compito di spostare lo sguardo su ciò che andava realizzato.

Dobbiamo parlare di Taranto, del Medimex e cogliere tutti gli strumenti didattici nel corso di formazione, sperando almeno di non essere banali. Il podcast è un formato media molto trasversale, chiaramente ha un target di riferimento principale secondi gli studi ipsos, ma può arrivare a tutti. Può e deve essere ascoltato da tutti in base alla modalità dei contenuti offerti. Il sole si sta aprendo per le vie della città e nell’università in cui teniamo il corso c’è un gran via vai di persone. Speaker radiofonici raccontano la giornata, mostre, altri corsi o interviste e poi in generale, tanta voglia di stare insieme, conoscersi, anche con persone che non si conoscono. È una sensazione strana, da leggere sembra molto banale, però nel reale, sei in continuo movimento e così i ragazzi che hanno partorito la prima idea che volevamo farvi ascoltare. Quindi si sono messi a scrivere tutto, hanno ricercato i suoni e gli spunti, è stato tutto un flusso collettivo di partecipazione, un movimento costante che ha portato al risultato che avete ascoltato in precedenza. 

Con la fortuna di non rimanere mai fermi per quelle giornate, ho capito che scrivere una favola è difficilissimo, arrivare invece la mattina per primo in Università, non mi ha fatto tornare a qualche anno fa, devo essere onesto, perchè puntuale non sono mai stato nella vita, però mi ha fatto capire che dove ci sono persone che cercano di darti vita ed energia hai anche la fortuna di poterti concedere molto di più. Questa settimana ci ascoltiamo SENSIcity, prossima settimana un nuovo appuntamento, altre follie, altre storie, stesse vita. Ciao Medimex, grazie.

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L'articolo Al Medimex c’è vita, e ci sono le favole di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2023-07-06 12:39:00

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