Al Medimex la Puglia ti entra sottopelle

Tom Morello (con la maglietta di Gramsci), Diodato tra la sua gente, jazzisti fantastici, gli showcase dei nuovi talenti. E ancora il nostro corso di podcast, le mostre, i talk. Il nostro racconto dei tre giorni di festival organizzato da Puglia Sounds a Taranto, dove la musica serve ad innamorarsi

Il palco del Medimex – foto stampa Medimex
Il palco del Medimex – foto stampa Medimex

Ci sono borghi e centri storici in Italia che vivono in un limbo. Sono antichi, come ricordano i mattoni dei palazzi che si affacciano sulle viuzze strette. Ma a volte diventano il cuore di eventi che li porta al centro dell’attenzione di molte persone. Allora i negozietti sulle strade riversano fuori oggetti di tutti i tipi, i bar si riempiono e la città convoglia tutte le sue energie sull’evento. I vecchi borghi si stiracchiano, si scrollano di dosso la sonnolenza del caldo di inizio estate e ospitano la gente in visita.

Tra le stradine della città vecchia di Taranto è successo mercoledì, primo giorno del Medimex. L’International Festival and Music Conference organizzato da Puglia Sounds ha occupato le vie, le piazze e i locali tra i due mari. Da un lato lo Ionio e dall’altro il Mare Piccolo, un golfo nel golfo. “La cosa più incredibile di Taranto è questo mare che spunta da ogni parte” dice Luciano Rutigliano dell’ufficio stampa mentre camminiamo sul Ponte Sant’Egidio. Direzione Spazioporto, per la serata di giovedì, dedicata alla musica pugliese di domani.

Lo Spazioporto – foto stampa Medimex
Lo Spazioporto – foto stampa Medimex

Lo Spazioporto è un locale appena fuori dal centro storico. È il cuore club del festival, con bidoni per l’olio riutilizzati come tavolini e una sciarpa del Taranto FC appesa sopra l’ingresso. Si esibiscono nove artisti e band selezionati per il progetto Puglia Sounds record. Il soul pop di Vienna e Lauryyn, il pop rock dei Salento All Stars e Freud’s Fraud, il cantautorato folk di Rossana De Pace, l’elettronica di Macro, poi Leea Clem, Meschino e Trevor. Tutti giovani, incoraggiati grazie ai fondi regionali stanziati per spingere la musica pugliese. Si beve Raffo, la birra tarantina. 

Al Medimex la protagonista è la regione. Questo è il cuore del festival, usare la musica per avvicinare le persone alla Puglia, a Taranto. C’è un progetto più ampio del semplice andare ai concerti, anche chi è venuto qui solo per ascoltare le band o seguire gli incontri si immerge in un territorio. Entra sottopelle grazie all’accento marcato di Rossana de Pace, al main stage in pieno centro, alle conferenze in Università, fino al dj set di Stuart Braithwaite dei Mogwai e Gruff Rhys dei Super Furry Animals in memoria di Kiko Loiacono, tour manager barese morto a novembre 2022. La Puglia crede nella musica come strumento di aggregazione, come valore, come motore per far conoscere la sua scena emergente e i suoi luoghi. Qui la musica non è solo musica, ma nemmeno solo concerti.

Nei primi giorni di festival ci prepariamo alle chitarre e alla folla sotto palco con incontri, mostre e corsi. Mercoledì il Medimex apre le porte del MArTA –  il museo archeologico nazionale di Taranto – per presentarci Lou Reed. Non il solito cantante di Transformer e New York, ma il giovanissimo musicista che suonava insieme ai futuri Velvet Underground alle inaugurazioni dei negozi di vestiti. Perfect Day: Lou Reed e la New York di Andy Warhol è una mostra che raccoglie foto di Steve Schapiro, Allan Tannenbaum, Mick Rock e altri. È aperta da un intervento di Marc Urselli, sound engeneer che ha lavorato anche con Lou Reed ed è chiusa da Steve Hunter, chitarrista nel disco Berlin e in diversi tour del cantante.

Un po' di mostra su Lou Reed – foto stampa Medimex
Un po' di mostra su Lou Reed – foto stampa Medimex

Il secondo giorno iniziano le conferenze nella sede tarantina dell’Università di Bari. Si chiama Hot House! Il sostegno alle nuove generazioni in uno scenario di trasformazione. Tra chi deve intervenire c’è la musicista jazz Alessandra Bossa. Si parla di finanziamenti stanziati nel 2018 per lanciare artiste e artisti emergenti. “Ho visto per la prima volta il meccanismo funzionare”, dice la musicista. Non riesce ancora a paragonare l’Italia al Nord Europa, dove venivano trasmetti sulla tv nazionale concerti jazz di musicisti emergenti durante il lockdown, ma la strada sembra quella giusta. “Ho capito che posso fare musica jazz in Italia”, conclude.

Agli incontri sono presenti esperti del settore, non il grande pubblico. Di giorno si parla di finanziamenti, didattica musicale e sostenibilità dei live. Mercato del Live: Tra gigantismo e sostenibilità è il titolo del panel a cui partecipa anche Maurizio Salvadori di Trident, l’organizzatore del Jova Beach Party. È la sua occasione per farsi rivalutare. “Il Jova Beach Party è stato all’avanguardia in campo di sostenibilità”, dice. In molte spiagge dice di aver trovato rifiuti prima del concerto, e l’evento è stato una buona scusa per ripulirle. Trident sembra non aver ancora capito che sostenibilità non è solo sinonimo di pulizia, che anche lasciando una spiaggia più pulita di come era prima, un ecosistema può essere comunque minacciato.

Di giorno si parla e si seguono i corsi sulla fotografia musicale, fonica, registrazione, live show design, video live e quello a cura di Rockit su come creare un podcast. Ma la sera nel fine settimana ci sono i concerti, dallo Spazioporto fino al main stage sul lungomare. Il Medimex ha posto per chiunque sia interessato alla musica, in ogni dimensione.

Diodato live al Medimex – foto stampa Medimex
Diodato live al Medimex – foto stampa Medimex

Gli Echo and the Bunnymen salgono sul palco venerdì sera con un live poco coinvolgente. La gente se n’è accorta, e ha aspettato con pazienza il concerto di Diodato. “A Taranto si dice che è un concerto a stare. Non è uno di quelli per cui ti strappi la maglietta, ma nemmeno uno che ti fa scappare”, dice qualcuno, ma non sono tutti della stessa opinione. Il cantante sembra emozionato, la sua famiglia viene da questa città. Lo dice a tutti, ma il pubblico lo sa già e parte un applauso dedicato a Taranto. Diodato canta bene, sa muoversi sul palco e la band incastra una batteria serrata a cori e una sezione di fiati che dà un tocco r’n’b e funk. Anche per me è stato “un concerto a stare” se penso a Diodato, ma i tarantini erano in piazza per ascoltare un altro tarantino. La musica al Medimex non è solo musica.

Poi arriva sabato, con un concerto incredibile dei Murder Capital prima di quello degli Skunk Anansie. La band di Dublino si muove tra un post-rock fumoso, un accento marcatissimo, distorsioni e riverberi. Per un attimo mi dimentico dell’età un po’ avanzata del pubblico e mi lascio trasportare in un turbine shoegaze che ricorda i Fontaines DC.

Intanto lo Spazioporto si sta trasformando in un club underground londinese. Stuart Braithwaite e Gruff Rhys stanno tirando fuori dei vinili 45 giri per una serata di musica selezionata in memoria di Kiko. Le sue foto passano dietro ai due musicisti che, concentratissimi, pescano i dischi, li guardano, poi li rimettono in mezzo agli altri e ne prendono uno diverso. Forse hanno un ordine, forse ne cercano uno preciso. Stuart si distrae, secca un calice di rosso e torna ai vinili. Sono brani leggeri, tra gli anni Sessanta e Settanta, tra cui spicca Prisencolinensinainciusol di Celentano. Li ascoltiamo dall’inizio alla fine. Niente di più lontano da un dj set come si immaginerebbe chiunque, ma la gente balla.

Gruff Rhys alla consolle – foto stampa Medimex
Gruff Rhys alla consolle – foto stampa Medimex

L’ultimo giorno si avverte il turbolento finale di un festival che ha spaziato dal jazz al post-rock, dalle conferenze alla gente che balla in un club fino alle 3 di notte. C’è sempre più gente, anche domenica, quando si toccano quasi le 4000 persone. Tom Morello sale sul palco con O bella ciao e una maglietta con un enorme scritta, strizzo gli occhi, c’è scritto “Gramsci”. A metà concerto mostra la scritta “Niente fascismo” dietro la chitarra durante un assolo. Il cartello si intona alla t-shirt, sembra di tornare a un concerto dei Rage Against the Machine. Ma a conquistare tutti è la scaletta sorniona di cover che spaziano da Killing in the Name cantata dal pubblico a Gossip dei Måneskin, fino al gran finale di Power to the People di John Lennon tutti con il pugno alzato. Dopo di lui i Cult non reggono il confronto. Iniziano senza grinta e il concerto riesce a ingranare solo molto tardi. Pensiamo ancora a Tom Morello segretario del PCI.

Il concerto dei Murder Capital mi gira ancora in testa ma Diodato e Tom Morello sono stati il Medimex. Non hanno solo fatto musica, hanno portato un valore sul palco della Rotonda marinai d’Italia. Hanno costruito un messaggio con competenza e passione, partendo da qualcosa che li tocca. Mi torna in testa anche la frase stampata su tutti i volantini del festival: un sogno, un’idea, un rito, un mestiere. Diodato e Morello l’hanno capito.

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L'articolo Al Medimex la Puglia ti entra sottopelle di Martino Fiumi è apparso su Rockit.it il 2023-06-19 13:04:00

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