Messico e musiche

Daniele Morelli è un chitarrista jazz. Innamorato del Messico, si è trasferito nella sua capitale. Intanto sono passati 10 anni. Ora celebra la sua nuova terra con un disco e un racconto esclusivo fatto di sones, huapangos, jarochos, jarabes, cumbia, spiriti guida e mariachi che cantano nei

Danile Morelli, chitarrista italiano innamorato del Messico
Danile Morelli, chitarrista italiano innamorato del Messico

Daniele Morelli è un chitarrista jazz (ma non solo) italiano che da 10 anni abita in Messico. Ha suonato in numerose formazioni e a fine anno scorso ha pubblicato l'album La valigia dei sogni, in collaborazione col batterista Matteo D'Ignazi, dedicato proprio al Paese sudamericano. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza in Messico, dove la musica è vissuta in modo del tutto diverso dai Paesi europei. 

 

Questo racconto sul Messico mi piace iniziarlo con una piccola introduzione. Nel 2011 vivevo tra Bruxelles ed Amsterdam suonando con il mio quartetto ed altri progetti, immerso nel jazz e nella vita del Nord Europa già dal 2007 dove studiavo al Conservatorio Jazz di Lyon, in Francia. E proprio nell’estate del 2011, stando in Italia, un gruppo toscano mi invitò a partecipare al loro prossimo tour in Messico. I Tamales de Chipil avrebbero suonato nell’Auditorio Nacionàl e su altri grandi palchi e io avrei suonato la chitarra. Pronti, andiamo!

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Fu così che a metà ottobre suonammo il primo concerto del tour nel Zòcalo di Città del Messico, una delle piazze più grandi del mondo e così altri concerti durante un mese. Era uno dei periodi più festosi e caratteristici in Messico perché era il Dia de muertos, il giorno dei morti, che viene festeggiato nelle forme più bizzarre e surreali fuori e dentro i cimiteri. Ricordo il concerto del primo di novembre, in un quartiere popolare di Città del Messico, suonando su un palco fuori da un cimitero invaso di mariachi che offrivano il proprio repertorio ai familiari che andavano a trovare i propri morti.

Prima di suonare decisi di farmi una passeggiata in questo cimitero pieno di gente, musica, dolci e tequila, dove i vivi festeggiano con i morti e non potevo credere ai miei occhi ma neanche alle emozioni. La città-mostro, come chiamano qua Città del Messico a causa della sua grandezza, ci offre tanti festival ed eventi e anche sole, dinamica ed energia, dove si mescolano l’antico e il moderno in un interessante caos organizzato. Questa fu la prima volta che andai in Messico, molti concerti in poco tempo ma abbastanza per decidermi un anno dopo a ritornarci da solo per scoprirlo un po' più a fondo. 

Esattamente 10 anni fa, nel 2012, mi fermai diversi mesi a Città del Messico. Affascinato dai sincretismi urbani che derivano dal mix tra la cultura preispanica, la coloniale e la moderna. Dicono che Salvador Dalì é stato solo una volta in Messico e ha deciso di non tornarci perché era più surreale dei suoi quadri. Ma ero anche affascinato dalla quantità di musica, giorno e notte, ovunque. Tanti gli stili e i generi messicani che io non conoscevo assolutamente , la musica accompagna qualsiasi momento della vita, come dicevo nei cimiteri, ma anche per strada o nelle cucine economiche c’é sempre un chitarrista o un violinista cantando in cambio di una mancia.

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In questa kermesse continua di suoni anche il jazz aveva il suo seguito e avevo l’impressione che stesse andando di moda. Iniziai a suonare con i musicisti locali di jazz e in poco tempo a riempire i giorni della settimana suonando in diverse formazioni. Ogni tanto facevo delle uscite fuori città, come l’indimenticabile concerto di Wayne Shorter sulle spiagge caraibiche in Yucatàn nel novembre del 2012, le passeggiate sul vulcano Popocatepetl, o a Wirikuta, la montagna sacra dei Wixàricas, gli ultimi guardiani del peyote.

Città del Messico é molto caotica e assorbente ma é anche il crocevia, oltre che di tutte le culture latino americane, di tutte le etnie indigene originarie messicane. Mi piaceva frequentare un mercato di artigianato nel centro storico e fu proprio qui che iniziai a stringere una forte amicizia con alcuni musicisti Wixàrikas. Ogni tanto suonavamo insieme e iniziai ad invitarli a venire a suonare qualche brano con il mio trio durante i concerti, sotto gli occhi indiscreti del pubblico. Così nacque il Grupo Tsikuaki, una fusione di musica wixàrikas e jazz con canzoni in lingua originale. Suonammo diversi concerti interrotti da sporadiche assenze di alcuni musicisti che ritornavano alla Sierra per la sacra caccia al cervo, con pellegrinaggi nel deserto e cerimonie di peyote. I Wixàrikas vivono ancora oggi le loro tradizioni, antiche di millenni, in maniera molto forte e il mitico cervo blu li accompagna nelle loro visioni così come nel loro artigianato e indumenti.

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Poi ho conosciuto il Chiapas e San Cristobal de Las Casas perché dicevano che si suonava molto jazz e infatti era vero. Iniziai a suonare tutte le sere sempre con musicisti diversi, messicani e non, standard jazz ma anche musica originale. La piccola e cosmopolita scena jazz della città era fantastica ed é stata crescendo in questi anni. Il periodo che ho passato in Chiapas suonando é stata l’occasione per conoscere anche le culture locali, chamulas, lacandones, tojolabales e le comunità autonome zapatiste che sono ancora attive e mantengono viva l’idea dei “rivoluzionari poeti”.

Avevo, anche qua, la possibilità di suonare e conoscere altri mondi, altre culture, altre forme di pensare, altre forme di vivere e anche altre forme di fare e vivere la musica. Nelle comunità indigene la musica non é solo intrattenimento ma accompagna anche le cerimonie ancestrali. Ero cresciuto musicalmente in Italia e nel Nord Europa e adesso scoprivo che queste esperienze messicane mi arricchivano come persona e inevitabilmente anche la musica. In Chiapas abbiamo suonato con il mio quartetto di Amsterdam, con la DadaBeat, l’orchestra di afrobeat che fondai a San Cristobal de Las Casas e ancora oggi suona, con il Grupo Tsikuaki e un’infinità di gruppi di jazz tradizionale e contemporaneo. S.C.L.C. è una città che per la sua storia rivoluzionaria é piena di bar e centri culturali e gli eventi musicali sono all’ordine del giorno.

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Con il passare degli anni ho sempre alternato concerti in Chiapas e a Città del Messico, suonando in eventi, festival e jazz clubs in diversi stati messicani, e concerti estivi in Italia con il mio trio, quando nel 2018 ho conosciuto la città di Oaxaca, la capitale dell’omonimo stato. Una città con una storia artistica immensa. Qui ho avuto l’opportunità di suonare regolarmente con diversi progetti e conoscere da vicino la cultura Mixe, le comunità autonome che abitano appunto la Sierra Mixe, conosciuti per avere una forte tradizione musicale e orchestre di fiati anche nelle comunità più isolate delle montagne.

Ricordo il primo concerto jazz a Santa Maria Tlahuitoltepéc, nella Sierra Mixe, in quartetto, il 30 dicembre 2019, e ci sono poi ritornato per Dia de Muertos l’anno dopo dove, anche se il mondo stava in piena pandemia, si festeggiavano i morti con bande di fiati durante 4 giorni e notti consecutive. Non meno intensa la “muerteada” de San Agustìn Etla, sempre durante Dia de Muertos, dove tre orchestre di fiati suonano incessantemente nelle strade e piazze del paese, da mezzanotte fino a mezzogiorno, con il grande duello finale tra bande proprio alle 12 dove la folla di persone, con maschere orribili, fantastiche e surreali si accalca lanciando fumogeni quasi a simboleggiare una rinascita dei morti. In Messico lingue e culture, antiche e moderne, si mescolano continuamente così come i suoni e la musica ancestrale, tradizionale e attuale, dalle grandi città alla selva, dal deserto ai Caraibi.

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Qui sotto vi consiglio una piccola playlist per conoscere da vicino la musica messicana, sones, huapangos, jarochos, jarabes, cumbia per citare alcuni generi.

 

Mezcalito – Lila Downs

Cumbia Cusinela – El Venado Azul

EL Cascabel – Tlen Huicani

Sones y Jarabes Mixes

Huapango de Moncayo

Guacamaya – Los Sonex

Macondo - Celso Pina

Sembrando flores – Los Cojolites

 

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L'articolo Messico e musiche di Daniele Morelli è apparso su Rockit.it il 2022-04-29 14:45:00

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