MI AMI 2024, giorno 1: la pioggia bagna la mia pelle, ma mi asciugherò

Non basta un diluvio torrenziale a fermare i baci e la musica che riempiono l'Idroscalo. L'apparizione di Neffa, i Sxrrxwland risorti, il culto di Bello Figo, la magia di Marco Castello, Daniela Pes e Venerus e moltissimo altro ancora: a MI AMI ciò che piove di più sono sempre le emozioni

Miamers che combattono la pioggia - foto di Kimberley Ross
Miamers che combattono la pioggia - foto di Kimberley Ross

È notte fonda e l'acqua scende impietosa sugli ultimi highlander – non pochi – rimasti all'Idroscalo, ammassati sotto una coperta di ombrelli e impermeabili per sentire il live di Okgiorgio, altrettanto eroico per aver fatto dimenticare il meteo disastroso al pubblico danzante di fronte al palco Jack Daniel's finché si potuto. È una delle immagini più belle di questo MI AMI 2024, nonché il motivo principale per cui questo festival è così speciale: la gente ha un pubblico che è lì per prendersi tutta la musica che c'è, e poco importa se è accompagnata dal diluvio. Poche volte come quest'anno (forse mai) la pioggia aveva investito il maggio milanese, lasciando l'Idroscalo in condizioni "glastonburyane". Ma, ancora una volta: la musica è più forte di un po' di fango.

Prima della pioggia, che inizia a diventare ingestibile solo a tarda sera, c'è un formicolio che attraversa tutto l'Idroscalo, a partire da quando i primissimi miamer accedono al festival. Ad aprire le danze è sempre il palco Jack con Soap, nostra CBCR che canta i turbamenti della Gen Z con dolcezza e malinconia, accompagnata da una band inaspettatamente rock. Lei è al suo ultimo giorno da 18enne, per propiziare la diciottesima edizione di MI AMI.

Altea con Lauryyn - foto di Kimberley Ross
Altea con Lauryyn - foto di Kimberley Ross

Da qui per molti si aprono gli occhi della scoperta nel pomeriggio, proprio per assorbire i suoni del pop che sarà: arrivano poi Thoé, tra elettronica e r'n'b, e i ritornelli killer di Teseghella, mentre le elegantissime melodie di Lauryyn, con deviazioni verso il jazz e l'elettronica, aprono il palco Dr. Martens. Sguardo puntato come sempre al futuro, con tanti di cartelli MI AMI 2025 che si possono già scorgere in giro per il festival.

In poco tempo si accendono anche le luci del palco Idealista e del palco Champion (la nostra "Collinetta"), e il festival diventa quel rincorrersi di emozioni a cui non sappiamo come rinunciare. Qui, ora, estasi. È quella sensazione di afferrare qualcosa che altrimenti sfuggirebbe, mordere l'attimo nel momento in cui ci si palesa di fronte a "ogni irripetibile chance", come la chiamava qualcuno che ha suonato giusto il giorno prima del festival. L'ha percepita bene chi era al palco Dr. Martens durante lo strepitoso live di Venerus, che nel mezzo delle sue visioni oniriche ha evocato una leggenda, con la canzone più azzeccata possibile. "Oggi non c'è sole intorno a me", ed ecco che Neffa si materializza sul palco per Aspettando il sole (non ha funzionato per fermare il diluvio, ma non ce ne frega niente). Appena prima era sul palco Champion con Ele A, al terzo anno consecutivo al festival, per un punto di contatto generazionale nel rap che ha emozionato parecchio.

È proprio in Collinetta che l'urban la fa da padrone: Diss Gacha e Tony Boy sono due volti diversissimi della nuova scena, dove al fonosimbolismo del primo rispondono le barre glaciali del secondo. E poi c'è la terza faccia di questa medaglia, come ci insegna l'edizione di quest'anno: Bello Figo, accompagnato dalla sua live band, per un'esperienza transgenerazionale pazzesca, visto che chiunque voleva sentirlo. E non dimentichiamo di citare l'unexpected di Rhove, con tanto di capriola nel fango alla Woodstock '94, l'apertura affidata alla consciousness di Alda (live potentissimo) e il finale con il culto straight outta Deutschland Pufuleti. Non possiamo non citare le incursioni del giovanissimo ma ormai già grande Centomilacarie, una voce di cui il nostro cantautorato aveva bisogno, e di Chiello, che arriva dalla trap ma ormai lo conosciamo come uno dei gli animi più sensibili del nostro pop.

Rhove nel pubblico - foto di Onofrio Petrella
Rhove nel pubblico - foto di Onofrio Petrella

Il Jack Daniel's è il palco di giornata dei Tre allegri ragazzi morti, che saranno presenti ogni giorno di festival e che qua suonano le canzoni del loro primo decennio, per un momento di gaso che di nostalgia ha appena appena un goccio, vista la spinta del live (ma davvero compiono trent'anni?), con tanto di Vasco Brondi a duettare con loro su Quasi adatti. Prima di loro i Giallorenzo, unica data estiva, che ha lasciato chi era sotto a saltare con le scarpe completamente ricoperte di fango. Ne valeva assolutamente la pena. Tutto questo dopo aver visto in successione la carica di Vale LP, le coltellate nel petto di Tripolare e Bartolini tutto chitarre e lacrimoni. Per non parlare del miracolo di questo MI AMI: la resurrezione dei Sxrrxwland. Vipra, Osore e Gino Tremila vengono accolta da una schiera di giovani predatori come loro, per un momento di lucente decadenza, come un quadro vittoriano trasportato nel presente. C'è chi ha pianto e chi mente.

Altri momenti di spintonate notevoli sono il live di Sethu, dove la tristezza si esorcizza lanciandosi a testa bassa nella folla, e il pogo straripante di Visconti, all'Idealista: lì davanti si scatena l'inferno, mentre lì accanto anche la Spider Arena inizia a macinare con la selezione di dj curata dai Thru Collected. Delirio assoluto. 

L'Idealista in generale regala vibrazioni di novità sorprendente: dai set di Faccianuvola, di EMMA e di Aaron Rumore, rispettivamente l'angelo, il diavolo e lo spirito santo della scena hyper, al debutto live di Gato Tomato (con tanto di comparsata dei Brucherò nei pascoli), dalle scoperte Gaia Morelli e Yaraki, qua è dove si passa per andare verso uno degli headliner e non ci si riesce a schiodare perché catturati da quello che succede dal palco. E poi è qua che arrivano Ariele Frizzante ed Elton Novara, a chiudere il palco con il loro assurdo karaoke/non-karaoke.

Irbis con Frah Quintale - foto di Kimberley Ross
Irbis con Frah Quintale - foto di Kimberley Ross

Sul Dr. Martens, invece, bagni di folla per chi è già grande e chi ci auguriamo lo possa diventare presto. Irbis, che a un certo punto farà sbucare Frah Quintale, porta il suo bellissimo Lacrime e cemento dal vivo, riempiendo i cuori; Marco Castello e la sua super band fanno uno show clamoroso, aperto dalla sigla di Lupin e puntellato dal suo cantautorato mescolato di jazz, chill mediterraneo e un po' di ironia, tanto da far dimenticare i nuvoloni minacciosi in cielo; Colapesce e Dimartino vengono a chiudere un cerchio stupendo, visto che su questi palchi li abbiamo visti più di qualche volta, ma sempre singolarmente. E poi Daniela Pes, voce devastante, per un live dove le sperimentazioni elettroniche e vocali attraversano completamente i corpi dei presenti ipnotizzati nonostante la pioggia.

Oggi si ricomincia, non temiamo nulla. Neanche di innamorarci.

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L'articolo MI AMI 2024, giorno 1: la pioggia bagna la mia pelle, ma mi asciugherò di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-05-25 11:32:00

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