“Tutto sarà perdonato”. Questa era la promessa di MI AMI 2025, che chiedeva al pubblico di fidarsi e a esplorare la nuova casa del festival, il suggestivo Idroscalo di Milano, per ritrovarci la stessa atmosfera - con un pizzico di magia in più - che aveva da sempre contraddistinto tutte le edizioni precedenti del festival della musica bella e dei baci. Lo stesso mandato avevano sei fotografi, due per ogni giornata di festival, con in mano una fotocamera instax mini 41, per cogliere con il loro occhio la meraviglia che ogni anno MI AMI riesce a sprigionare. Ci siamo fatti raccontare da ciascuno di loro chi sono e cos’hanno scattato.
Giovedì - Leonardo Cervellin
Che fotografo sei?
Scatto per passione, curiosità, per il piacere di osservare cosa succede intorno a me. Mi piace cercare degli elementi, dettagli o scene che raccontino l’atmosfera di un momento.
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Giovedì pioveva, ma c’era un’energia incredibile, la musica riusciva a unire tutti sotto la pioggia. Con la mia instax ho cercato di cogliere espressioni, gesti, piccoli dettagli che raccontassero quanto la musica fosse più forte del maltempo.
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
È una storia fatta di ponci colorati, vestiti bagnati, occhi chiusi mentre si canta e mani alzate verso un cielo grigio.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso di quelli che hai scattato?
Uno in particolare: un gruppo di ragazzi ballava strettissimo sotto un ombrello troppo piccolo per tutti, talmente gasati da dimenticarsi della pioggia e del fango. Sembrava che in quel momento non esistesse niente altro che la musica.
Giovedì - Ada Senelli
Che fotografa sei?
Sono una fotografa di musica e concerti, scatto in digitale, lavoro tanto sul color grading. In questo periodo mi piace virare tutto sul verde. Oggi sono così, domani vediamo
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Onestamente? Abbracci, baci e l’amore che ti fa stare sotto a un palco sotto la pioggia. Quello che cerco di cogliere sempre, e che è più spontaneo, quindi perfetto per un’istantanea
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
Conta che io ho scattato il primo giorno, il giovedì, e ha piovuto tutta la sera. Quindi cercavo quella storia, le felpe fradice, le scarpe alte, i k-way fluo e la gente presa bene. Tutti abbiamo il ricordo di un bellissimo concerto nel fango. Forse la cura è quella cosa lì.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso di quelli che hai scattato?
Sono rimasta scioccata quando Emma ha finito Il Mondo Fuori. Pensavo di aver colto l’essenza di questo momento quando ho fotografato un gruppo di ragazzi e ragazze sdraiati a terra uno sull’altro sotto la pioggia, ad ascoltarla dall’inizio alla fine (una versione più lenta e meravigliosa tra l’altro). A canzone finita, le persone intorno a me si abbracciavano commosse. Ho scattato tre di questi abbracci, e mi sono emozionata. Fun fact: uno degli sdraiati l’ho riabbracciato all’uscita senza sapere chi fosse. Mi ha trovata su instagram e ho scoperto che l’avevo già fotografato, sempre per terra, a un altro concerto. Non ci seguiamo a vicenda. Gli devo ancora rispondere in verità. è che la bellezza di questi momenti così rari a volte mi spaventa. Comunque, grazie MI AMI e instax, anche per questo <3
Venerdì - Frump
Che fotografa sei?
Amo fotografare corpi e persone: molti dei miei lavori sono di nudo artistico perché è la pelle la superficie che più mi aiuta a parlare delle storie dei soggetti che scelgono di condividere qualcosa con me. Essendo fotografa di lavoro, mi interfaccio con realtà e committenze differenti, ma le emozioni sono quelle che guidano i miei scatti in ogni contesto.
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Ho cercato di cogliere proprio questo: le emozioni. La instax è stata l’alleato perfetto per il MI AMI, essendo leggera e comoda è stata in mano mia per tutta la durata del festival e l’immediatezza che può dare una istantanea mi ha permesso di lanciarmi in ogni situazione per cogliere emozioni e momenti senza indugiare sulle impostazioni. Pratica, veloce, perfetta per pensare alla magia che si è scaturita tra i 4 palchi.
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
Le foto che ho scattato parlano di amore, quale occasione migliore per celebrarlo se non il MI AMI? Quest’anno c’era un’energia pazzesca, amore verso la musica, amore verso ideali condivisi, verso gli amici con i quali si cantava a squarciagola, verso i partner, verso la famiglia e verso sconosciuti con cui ti trovi a condividere lacrime e sorrisi.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso di quelli che hai scattato?
Ogni momento che ho scattato mi è rimasto impresso, e instax mi ha permesso di renderli indelebili. Forse la foto che racchiude di più tutto l’amore che ho visto e colto è quella delle due persone che sorridono un attimo dopo esserci baciate, complici nel loro mondo, mentre attorno ciascuno celebra a proprio modo sotto al Palco Lago.
Sabato - Marco Musi
Che fotografo sei?
Sono un fotografo fortunato. Scatto alcuni dei concerti che mi interessano di più e sto collaborando con alcuni degli artisti emergenti di cui ho più stima in assoluto, molto prima di essere bravo quanto loro. Come individuo mi esalto quando sento l'importanza della ragion d'esserci stato di un momento o di un modo di porsi. Come fotografo quindi mi concentro su quella.
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Anzitutto ho cercato di capirla, è uno strumento agli antipodi da tutto il resto che avessi usato, che siano mirrorless o telefoni. Ho cercato proprio di fare reset mentale anziché di adattare cose che avrei fatto anche con altre macchine, e penso di averci trovato un modo suo di essere. Devo dire che è stato interessante e mi son divertito.
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
Per me MI AMI al di là delle amicizie è la miglior occasione di curiosare, di esplorare terreni musicali nuovi, di capire. Ho cercato scatti che direttamente o metaforicamente possano indicare questo stato d'animo perché c'è tanta gioia anche nella scoperta ed è lei che ci salverà, se lo vorremo, dalle playlist. E ho fotografato il pogo, perché quello per me è come il dolce, c'è sempre posto.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso di quelli che hai scattato?
Mi son dimenticato di avere una macchina istantanea in mano -era anche la prima volta- e ho scattato l'uscita del festival un po' alla leggera, così è uscita mossa. Appena l'ho vista colorarsi però ho realizzato che è così che effettivamente vediamo l'uscita quando la prendiamo a fine giornata, stanchi, accecati, ancora concitati. Mossa forse era proprio il modo migliore di scattarla e ho detto buona la prima. Vedi, la cosa della fortuna ritorna!
Sabato - Ariman Scriba
Che fotografa sei?
Essendo l’arabo una delle mie prime lingue, non mi sento una “fotografa” nel senso stretto del termine. In arabo non esiste il verbo “essere”, e questa assenza lascia spazio all’idea che si possa semplicemente fare, sperimentare. Io faccio foto, perché da sempre mi affascinano. Da piccola chiedevo in regalo solo macchinette compatte. Poi, l’incontro con una persona che vive per la fotografia mi ha riacceso una passione che avevo lasciato lì, in sospeso. Così oggi mi sento una persona che ama raccontare: attraverso le foto, ma anche con il disegno e la scrittura.
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Ho provato a raccontare le tante anime del festival, incarnate da chi lo rende davvero vivo: il pubblico. Ritraendoli in varie fasi della giornata, dai momenti accaldati sotto il sole ai momenti in chili serali, tutti accompagnati da una line-up pazzesca
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
Raccontano quello che il MI AMI ha costruito in tutti questi anni a Milano: una community vera, fatta di persone che nella musica trovano un modo per esprimere ciò che sono, nella loro unicità.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso tra quelli che hai scattato?
Ce ne sono tanti, ma il palco curato da Pop X mi ha colpita particolarmente. Ha creato un’atmosfera diversa dal solito: sconosciuti sdraiati vicini, tutti assorti nello stesso stato d’animo, connessi tra loro in un modo quasi spirituale.
Sabato - Nicole Carrion Reyes
Che fotografa sei?
La fotografia è il mio strumento per comunicare. Attraverso l'obiettivo, cerco di raccontare ciò che mi colpisce e ciò che sento. Non inseguo l'immagine perfetta, ma momenti autentici che abbiano un significato per me. Dopo quasi dieci anni di esperienza, il mio interesse si concentra sulle persone e sui contesti culturali che le circondano, con l'obiettivo di dare attenzione a storie e realtà sempre diverse.
Cosa hai cercato di cogliere con la tua instax?
Al MI AMI, l’energia si concentra tutta nelle persone. Ognuna porta con sé un mondo: il proprio stile, la propria vibe. Con instax ho cercato di cogliere i dettagli di queste con, accessori o momenti spontanei, raccontano qualcosa di personale in mezzo al caos del festival.
Che storia raccontano le tue foto a MI AMI?
Spero che le mie foto raccontino l’armonia e la libertà del festival. Quando fotografo in contesti così, sento un’energia fortissima! mi diverto e mi lascio trasportare dal flusso. Vorrei che questo si vedesse nei miei scatti e nella leggerezza con cui li ho vissuti!
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso di quelli che hai scattato?
Durante il live di Shablo, verso sera, ho notato un gruppo di ragazzi che si avvicinava al palco, avevano le birrette in mano e brindavano tra loro, completamente immersi nel momento. Li ho fermati un attimo per scattare, ed è venuta fuori una foto semplice ma vera! Secondo me è uno di quei momenti che raccontano bene lo spirito che c'era al festival!
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L'articolo MI AMI 2025: un festival dalla pelle nuova attraverso gli scatti di instax di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-06-04 12:09:00
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