Al MI AMI Alan Sorrenti ha fermato il mondo per un istante

La luce dove ci sono le ombre, gli sguardi che finiscono tra i sogni, la notte che torna sui suoi passi, sorrisi che si perdono nel tempo. Il ritorno alla musica del "figlio delle stelle" dopo vent'anni è stata una magia che sarà impossibile scordare

Tutte le foto di José Limbert
Tutte le foto di José Limbert

“Oggi allora assieme illuminiamo quest’angolo di mondo”. Inizia così il live più atteso e al contempo inaspettato di questa edizione del festival, un frammento di meteorite piombato in riva all’Idroscalo. “Che gioia vedervi qui al MI AMI, figli delle stelle”, dice Alan Sorrenti, quando per la prima volta si rivolge al suo pubblico dopo l’esordio con il suo nuovo singolo, Giovani per sempre.

Sul palco Dr. Martens si è materializzata una leggenda della musica italiana, capace di svariare tra i generi e gli ambienti musicali più diversi e di imprimere nella memoria collettiva alcune delle hit più clamorose della nostra discografia. Una leggenda che da quasi 20 anni – per motivi che lui qua spiega – non saliva su un palco. Segni di ruggine, nessuno. Di conseguenza non fa affatto paura la pioggia che, per salvare almeno un po’ la faccia a un meteo che da giorni invoca disgrazia, inizia a cadere proprio sulle prime note del suo act. 

Alan è emozionato. Tornare a suonare dal vivo, farlo a Milano, la città dove la sua carriera ha preso la pista per il decollo. Tornare a parlare con delle generazioni che di lui conoscono più il mito che la dimensione di artista totale, sperimentatore di suoni e autore di testi eterni. Per lui la musica ha una missione – un concetto fondamentale per il suo buddismo –, quella di portare la luce tra le ombre. Per ora, sono le nove di sera, convivono. 

Lo scambio generazionale, d’altra parte, è il cuore del ritorno musicale di Alan Sorrenti. A ottobre uscirà con un disco interamente realizzato con Ceri, uno dei produttori (Frah Quintale, Franco 126) che ha cambiato il suono del pop italiano recente. Per questo “comeback” dal vivo, poi, si è affidato a una squadra di “turnisti” semplicemente strepitosa. Una band cosmica, come lui più volte la definisce, che pare accompagnarlo da una vita e ne ha come assorbito alla goccia il groove. Alla chitarra c’è Colombre e poi i fratelli Belissimo al basso e alla batteria, Gaetano Scognamiglio a tessere la tela con la tastiera, Paolo Zou, Luca Marini e Ilaria Boba.

Le prime file sono aggiudicate da tempo, alle transenne un bellissimo mix generazionale tra chi Alan lo ha vissuto fino in fondo e ragazzi a cui potrebbe essere arrivato dai genitori, dalle serie tv o dall’eco delle sue canzoni. Anche il fondo della platea, intanto, comincia a riempirsi. K-way addosso, qualche ombrellino, ma per ora la pioggia ha i contorni di un cilecca visti i nuvoloni che si addensavano già dal primo pomeriggio. L’aria è di tempesta, quello sì.

Ben presto, però, i venti si mischiano con il funky soul che arriva dai cosmici sul palco. La voce di Alan Sorrenti, vent’anni dopo, è un spettacolo. Un magnete. Donna luna, poi Un incontro in ascensore. "Una sigaretta e poi scompare il mondo intorno a noi". 

Al festival dei baci ci si bacia più che mai. Il romanticisimo è nell’aria e quando Alan cita Marvin Gaye, da sempre uno dei suoi numi (e ancora di più nel nuovo disco) tutto appare più chiaro. 

La pioggia raggiunge il suo mediocre climax, e anche la prima parte del concerto. I cellulari si levano tutti al cielo (chissà se per i propri profili social o per i parenti a casa, o entrambe le cose) per dedicare un frammento della propria memoria a Tu sei l'unica donna per me. Gruppi di ragazzi addobbati da profilattici ballano tra di loro e provano il falsetto sull’indimenticabile refrain, c’è invece chi si abbraccia e lo canta a squarciagola come fosse un pezzo di Vasco.

Il live va avanti, la pioggia depone le armi. Contro la luce invocata da Alan Sorrenti non può nulla nemmeno 3Bmeteo. Dopo Sottacqua, pezzo del 2003, arriva Pura Vida, poi, clamorosa, Sienteme, un capolavoro prog (con piccola nota divulgativa dell’autore sugli anni ’70 e la loro cometa creativa), suonata meravigliosamente da un gruppo di ragazzi che allora nemmeno erano in preventivo di esistere. La scaletta va avanti fino a Paradise Beach, applauditissima. “Tu, tu sei la fine del mondo. La fine e l’inizio”, canta Sorrenti.

Mi guardo attorno, Frah Quintale balla entusiasta, tutta la produzione del MI AMI è sotto il palco: il festival si è fermato, forse il mondo intero lo ha fatto. Alan saluta tutti. Non ci crede nessuno. Le note di Figli delle stelle iniziano dalla tastiera, la vibrazione è cosmica. Il resto è emozione pura (come potete vedere nelle foto di Josè Limbert). Dita al cielo, sguardi che sconfinano nel sogno, sorrisi persi nel tempo.

È notte, più luminosa che mai. 

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L'articolo Al MI AMI Alan Sorrenti ha fermato il mondo per un istante di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-05-28 22:51:00

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