Le migliori versioni italiane di "Banana Boat Song" di Harry Belafonte

Day-O. O meglio Deeeeeeeee O. Con "Banana Boat" l'artista americano, morto a 96 anni, ha scritto un inno alla dignità umana. Che è stato trasformato in mille modi diversi, dall'invocazione divina di Celentano alle trasposizioni napoletane, fino all'ode alla "mona" dei Pitura Freska

La copertina del disco Calypso di Belafonte
La copertina del disco Calypso di Belafonte

Harold George Bellanfanti Jr., per tutti solo Harry Belafonte), è stato un gigante. Della musica, dell'impegno, della vita, come ha ricordato in queste ore l'amico Quincy Jones. È stato cantante e musicista, ma anche attore e attivista dei diritti umani. Era nato a New York nel 1927 e lì è morto ieri, a 96 anni. 

Ha fatto scoprire e reso universali le musiche caraibiche, lui nato ad Harlem da un madre della Giamaica, Paese in cui sarebbe tornato a vivere per alcuni anni in gioventù. Il suono di quelle terre, le loro musiche tradizionali e le successive riformulazioni, entrarono presto nel patrimonio di Bellafonte. Nel dopoguerra trova due successi clamorosi con Matilda e Day-O o Banana Boat Song, canto popolare calypso da lui rivisitato e ammodernato. I suoi dischi vendono alla grande, e lui ne approfitta per portare con sé alla notorietà in terra americana artisti come Miriam Makeba e altri grandi interpreti di quella che sarebbe poi stata ribattezzata world music.

Belafonte è sempre stato impegnato contro il razzismo, la guerra e per i diritti civili. Nel 1985 partecipò a USA for Africa, supergruppo di 45 celebrità, tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, con cui cantò We Are the World, prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. 

Di seguito vogliamo proporvi le versioni italiane di Banana Boat Song, che sono parecchie, insolite, abbastanza eccentriche e molto divertenti. L'originale è un canto "politico", che parla di lavoro e in particolare descrive la fine del turno di notte dei portuali che, dopo aver caricato la nave bananiera, sono pronti a tornare a casa e chiedono la (magra) paga della giornata. Il tono, lo stile e le onomatopee ne hanno decretato il successo, facendola finire in tutt'altri contesti, spesso usato come brano "d'alleggerimento" o magari sigla di un programma come il Muppet Show o in una scena iconica del film Beetlejuice. Con queste rivisitazioni vogliamo rendere il nostro piccolo omaggio a mister Belafonte.

Adriano Celentano - Deus

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La prima citazione va ad Adriano Celentano, che trasforma il mitico Daaaaay-O del brano in Deus, che diventa anche il titolo del pezzo e quello del suo disco del 1981. Il testo della canzone, e il videoclip, sono celentanismo allo stato puro. Tra invocazioni all'assoluto, apocalissi imminenti, ingiustizie e speranze (limitate di redenzione).

Deus, Deus,
c'è qualcosa che nel mondo non va.
De-, tu sei De-, tu sei De-, tu sei De-, tu sei Deus
e qualcosa qui nel mondo non va.

Ti sei distratto e qui c'è il caos.
(Che casino che è scoppiato qua giù.)

Mina - Banana Boat

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Mina ne fa invece una cover ad aprire il Lato B il suo album Catene nel 1984 (non è un caso che due rivisitazioni del brano arrivino negli anni '80, quando il pezzo ebbe un suo apogeò, da noi). Velocizzato, meno dolente e un po' meno "spirituale" dell'originale, il pezzo si avvale della voce meravigliosa della nostra diva. E tanto basta.

Gino Latilla - E banan

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Tutto si può trasporre in una canzone napoletana. A sapergli dare il giusto pathos. E di certo lo fa Gino Latilla (che napoletano non era), con l'accompagnamento del maestro Cinico Angelini, suo scopritore. Latilla è stato un nome grosso della musica italiana, vincitore del Festival di Sanremo nel 1954 con Tutte le mamme e interprete di una hit come Vecchio scarpone. Aveva in tasca la tessera 41 della P2, ma quello è un altro discorso. E banan è un pezzo del 1972. Notevole il verso "Ehi Guagliò, Me sto facendo sicco sicco, mentre o Mister se fa ricco". Il testo era stato scritto dalla sua ex moglie Carla Boni (neanche lei napoletana). 

Quartetto Cetra - Pummarola Boat

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Altre leggende della musica italiana, che nel 1957, dai porti giamaicani trasportano la vicenda a due passi dal Maschio Angioino (il molo Beverello è il porto principale di Napoli). Il pezzo è un grande successo, tanto che lo eseguiranno anche Peppino Di Capri e da Bruno Martino in quintetto. Niente frutta tropicale in questo caso, indovinate un po' cosa arriva?

Stamattina al molo Beverello
È arrivato un piccolo battello:
È battente bandiera americana
Ma nella stiva sua non c'è
Nemmeno una banana...
È arrivato il “Pummarola boat”!

Pitura Freska - Bienal

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Da Napoli a Venezia, per un altro dialetto e per un gruppo altrettanto geniale, protagonista del disco 'Na bruta banda del 1991. Tra i tanti eventi e luoghi della laguna cantata da Oliver Skardy e compagni (il concerto dei Pink Floyd, Marghera, etc) ci fu anche la Biennale, il momento più alto e patinato della stagione del Lido. Un momento in cui in città arrivano grandi star e grandi... mone, tanto che più che la "mostra del cine" sembra la mostra del "cine porno". Insomma, sì, "ma quanta mona che ghe xe al Bienal".

Bonus track: Harry Belafonte + Raffaella Carrà

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Questo è l'originale, con la più internazionale delle nostre star della tv e della musica. Era il 1988 e la trasmissione era Raffaella Carrà Show

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L'articolo Le migliori versioni italiane di "Banana Boat Song" di Harry Belafonte di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-04-26 12:43:00

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