Mimi Parker, la voce oltre le nuvole

Si spegne una delle voci più importanti dell’indie americano, che con il marito Alan Sparhawk ha dato vita ai Low, e l’eco della sua perdita si sente forte anche in Italia, dove la band è stata molto amata, dai tour indipendenti nei club ai grandi teatri. Ecco perché sarà ricordata

I Low, Mimi Parker in primo piano
I Low, Mimi Parker in primo piano
07/11/2022 - 15:38 Scritto da Simone Stefanini

Prima di entrare a far parte di questo magazine ho suonato per anni in una band che aveva tra le proprie influenze, piuttosto marcata, i Low. È stata una decisione presa coscientemente, perché eravamo in due a cantare, voce femminile e maschile, spesso armonizzate. Tante indie folk band nel mondo usano la stessa formula, ma penso nessuno sia mai riuscito a toccare i livelli di perfezione stilistica, tecnica e spirituale di Alan Sparhawk e Mimi Parker, la coppia che, in arte come nella vita, ha creato una delle band più importanti della vita mia, e fortunatamente di quella di tanti altri.

Mimi Parker e Alan Sparhawk, i Low
Mimi Parker e Alan Sparhawk, i Low

Domenica 6 novembre stavo rientrando dal concerto milanese dei Bon Iver, bello da toccare l'anima e quando ho visto su social che era iniziata a girare la notizia della morte di Mimi Parker a causa di un cancro ovarico a 55 anni, ho perso il ritmo del respiro. Come se avessi saputo una brutta notizia di qualcuno di famiglia. Tutti i fan dei Low già erano a conoscenza che la band aveva dovuto rinunciare al tour europeo di Hey What a causa della malattia di Mimi, compresa l'unica data italiana al C2C di Torino che si tiene proprio in questi giorni, ma l'ipotesi della morte era così remota da non farsi reale.

I Low sono tra gli inventori dello slowcore, una musica fatta di lentezze esasperanti, minimale, creata peer essere suonata in un trio sghembo in cui Alan alla chitarra e Mimi alla batteria, in piedi, davanti a un timpano, un rullante e un piatto, riuscivano a creare una mistura magica - insieme ai vari bassisti che si sono avvicendati nella band. Un gruppo che nasce dalla famiglia di Alan e Mimi, da Duluth Minnesota, marito e moglie di fede mormona e dalle loro armonie vocali che sembrano prese direttamente dalle panche del coro di una chiesa.

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Quello che hanno sempre fatto, dagli esordi lentissimi a tratti wave di I Could Live in Hope e Long Division di metà anni '90 al periodo dell'indie folk rock dei capolavori Secret Name, Things We Lost In The Fire e Trust fino alle distorsioni di The Great Destroyer e alle sperimentazioni elettroniche noice glitch degli ultimi album Double Negative e Hey What, è sempre stato convertire noi senzadio, atei e agnostici praticanti, a toccare il cielo. Non volontariamente, chiaro, ma è difficile parlare con un fan dei Low senza che quest'ultimo non citi la spiritualità di cui viene pervaso quando li ascolta. Non ci sono tante band che riescono a dare questa reazione.

Alan e Mimi, sempre insieme, nella vita e nei tour in furgone. Li ho visti dal vivo solo due volte, sempre a Bologna, in un club nel 2002 e in un teatro nel 2013. La prima volta ho avuto modo di parlare con loro a fine concerto e già che c'ero li ho aiutati a portare la batteria nel furgone. Loro gentilissimi, diversi da ogni altra rockstar, pure dagli indipendenti, unici nella loro unione fuori e dentro lo spettacolo. Mi sono risparmiato l'orrore dei fischi dei fan dei Radiohead quando aprirono ai colossi inglesi in un tour italiano del 2003, non era la loro dimensione né la mia. 

Purtroppo non ho visto concerti recenti ma sono una delle poche band di cui ho continuato a comprare il vinile a scatola chiusa, sapendo che dentro qualche gioiello ci sarebbe stato. Ne parlo al passato perché non credo sia possibile l'esistenza dei Low in una combinazione diversa da Mimi e Alan, e non so nemmeno lontanamente immaginare il dolore di quest'ultimo dopo aver perduto la moglie, la madre dei propri figli e la bandmate di una vita. Lui, col piglio di chi sa addomesticare le parole, ieri ha scritto sui social:

 

"Amici, è dura comprimere l'universo nel linguaggio e in un messaggio breve ma 

Lei si è spenta la notte scorsa, circondata dalla famiglia e dall'amore, incluso il vostro. Tenete il suo nome vicino e sacro. Condividete questo momento con qualcuno che ha bisogno di voi. L'amore è davvero la cosa più importante".

È difficile non commuoversi leggendo queste parole, pensando alla musica dei Low che non ci sarà più, pensarla come una cosa finita, archiviata. Pensare a Mimi, splendida musicista e cantante con la voce che sembrava venire al di là delle nuvole, che si scioglieva alla perfezione con quella di Alan per crearne una diversa, nuova, che fosse maschile e femminile, dentro il caos o tra le poche note di chitarra

La musica dei Low, preghiera laica per quelli come me che quando non si accende il computer bestemmiano ma poi sentono il bisogno, quando chiudono gli occhi, di sperare in qualche forza primordiale del cosmo, che ti abbracci proprio come fanno quelle canzoni. Grazie di tutto, solo questo. 

 

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L'articolo Mimi Parker, la voce oltre le nuvole di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-11-07 15:38:00

Tag: addio

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