Mind Enterprises: Italo Disco, scusa se insisto

Il "Secco" e "Baffone" suonavano post punk in due band diverse. Sono veterani innamorati della musica, che non han mai mollato. Ora sono diventati virali nel modo più inaspettato: con reel pieni di groove e stile. Ci siamo fatti raccontare in esclusiva la loro storia, con il Coachella all'orizzonte

I Mind Enterprises
I Mind Enterprises
20/10/2025 - 17:05 Scritto da Redazione

Nel caso in cui il vostro algoritmo vi voglia abbastanza bene, sarete sicuramente incappati in questo bizzarro duo dai coloratissimi vestiti retrò, dai synthoni italo disco e da una generale vibe anni '80 che sembra totalmente anacronistica rispetto al fatto di averli trovati scrollando su Instagram. Loro si chiamano Mind Enterprises, come il pubblico da mezzo mondo ha imparato a conoscerli. E come molti altri scopriranno la prossima estate al Coachella, il festival musicale californiano, nonché il più importante a livello mondiale.

Dietro questo piccolo culto online si celano due musicisti italiani: Andrea Tirone e Roberto Conigliaro, noti anche come Il Secco e Baffone dai commentatori dei loro diffusissimi - alcuni hanno superato il milione di visualizzazioni - reel. E adesso vengono in qualche modo riconosciuti come delle sorte di alfieri della italo disco, genere che negli anni ha visto oscillare il numero di detrattori e cultori a seconda del periodo storico. Ecco, in questo momento sembra che la fetta più grossa sia composta da questo secondo gruppo di persone, almeno a giudicare dal seguito che i Mind Enterprises stanno riscuotendo.

 
 
 
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Alla base del loro successo non c'è solo "l'iconicità" della loro presenza online, con queste due figure stilosissime e fuori dal tempo impegnate in session musicali in cucina, in terrazza, al bar e in qualsiasi luogo riescano a piazzare una Roland o una consolle per dj. Ciò che funziona più di tutto è il sound, quel mischione di funk, disco e elettronica che sembra cucito addosso a loro due, almeno tanto quanto le improbabili polo che sono soliti indossare. Ma qua non stiamo parlando di due che sono venuti fuori per caso: i Mind Enterprises fanno musica da parecchio, anche in forme totalmente diverse rispetto a quella che vediamo oggi, come ci hanno raccontato loro stessi. Poi, finalmente, l'algoritmo li ha premiati. E ora eccoci qui.

Prima di tutto: ma questi vestiti clamorosi dove li trovate?

Ovunque, non c’è solo una sorgente, comunque non compriamo mai cose nuove. Spesso i negozi vintage sono dove trovi le vere chicche. Andrea ha vissuto 5 anni in Gran Canaria, lì trovavi delle intere carriole di vestiti di seconda mano a 50 centesimi.

Come vi siete conosciuti?

È successo parecchi anni fa in Sicilia, all'Ypsigrock. Suonavamo entrambi lì con due band diverse, ci siamo conosciuti e abbiamo scoperto che ci eravamo da poco entrambi trasferiti a Londra: non avevamo molte conoscenze là, il nostro inglese era precario. Allora è nata amicizia fatta di necessità, dopo una nottata a bere whiskey.

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Che genere suonavate all'Ypsigrock all'epoca?

Eravamo entrambi in delle band sul post punk/new wave, erano gli anni degli LCD Soundsystem, The Rapture, cose affini a loro. Dopodiché prima di arrivare all'italo disco il percorso è stato molto dilatato: abbiamo passato prima una fase da bedroom producer in cameretta, poi un’altra cosa afrobeat. Dopo quasi due decenni siamo approdati a questa forma qua.

Vi riconoscete nella definizione "italo disco"? O non vi ci ritrovate del tutto?

A noi piace, abbiamo dichiarato amore al genere, quindi va bene. L'unico distinguo che ci sentiamo di fare è che non siamo nostalgici: ci rifacciamo a quei suoni, ma non prendiamo il pacchetto chiuso dell'italo disco dell'epoca. L’idea è prendere alcune cose di quegli anni, solo quelle che servono oggi.

Perché l'italo disco funziona ancora oggi, secondo voi?

L’italo disco è ciclica: viene e va ma non muore mai. Sta alla base della musica elettronica, fa leva su dei meccanismi molto semplici, quelli chiave della musica dance: pochi strumenti, melodie chiare, sono degli elementi universali che funzionano sempre. Nello specifico, in questo momento particolare probabilmente il grosso carrozzone techno ha raggiunto il massimo che poteva raggiungere. La gente si è stufata di ballare a 140 bpm, serve qualcosa di complementare, più rilassato.

 
 
 
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Ai vostri concerti chi viene? Riuscite a convertire il pubblico dai social al palco?

Instagram è pura pubblicità: la gente sa che esisti e viene ai concerti. Ti può dare una visibilità più grossa. Poi il nostro concerto è ben rodato, non è che l'abbiamo tirato su negli ultimi mesi di "viralità", è uno show coi suoi tempi che di solito arriva al pubblico, che di per sé è molto trasversale, al punto che ogni tanto ci lascia perplessi. Vediamo di quelle persone che ci viene da chiederci: "Ma questi qua da dove sono arrivati?". Ed è meglio così, rispetto che ad avere solo i cultori del genere, perché è musica fatta per far prendere bene.

Avete girato un po' in tutta Europa: dove si trovano i pubblici più caldi, secondo voi?

In Germania. Per la nostra esperienza, è un pubblico che è al 100% con te. Quando i tedeschi si mettono a fare una cosa la fanno bene e questo vale anche nel ballare: danno tutto.

E adesso arriverete anche al Coachella. Come avete reagito alla notizia?

Ce l'ha detta l’agente americano, era esterrefatto: non è mai successo che un gruppo si beccasse un’offerta dal Coachella senza essere in America. Erano increduli loro, figurarsi noi. Ancora non abbiamo iniziato a pensare che live faremo. Soprattutto dobbiamo arrivarci vivi, perché prima abbiamo una fucilata di altri tour.

Chiudiamo con questa: qual è la canzone che avreste voluto aver scritto voi?

Self control di Raf.

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L'articolo Mind Enterprises: Italo Disco, scusa se insisto di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-10-20 17:05:00

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