Venezia 78: la musica italiana è il film più emozionante

Tanti documentari musicali alla mostra del cinema, a conferma del buon momento del genere e dell’unicità dei nostri artisti. Si va dalle le melodie immortali di Morricone (visto da Tornatore) a Ezio Bosso, e poi una Vanoni sorrentiniana e le confessioni padre figlio dei De André

Ornella Vanoni in una scena toccante di "Senza Fine" di Elisa Fuksas
Ornella Vanoni in una scena toccante di "Senza Fine" di Elisa Fuksas

Si apre la 78a Biennale del Cinema di Venezia, una delle più prestigiose manifestazioni riguardo l'arte cinematografica che, in questi anni pandemici, ha dovuto cambiare le carte in tavola e adattarsi alla nuova fruizione in streaming a causa delle sale chiuse e che oggi cerca un rilancio forte. Mentre il Lido più famoso d'Italia è pronto per accogliere star internazionali sul classico red carpet, quest'anno la rassegna offre ai suoi spettatori anche alcuni documentari musicali molto interessanti.

Si può dire che, con l'avanzare del tempo e la scomparsa di molti artisti unici (si pensi a Ennio Morricone e Ezio Bosso), negli ultimi anni i documentari musicali italiani si stanno facendo sempre più belli. Lodevole il lavoro di Walter Veltroni sul concerto perduto di Fabrizio De André e della PFM dell'anno scorso, così come Via con me, il film su Paolo Conte di Giorgio Verdelli.

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A questo proposito ci piacerebbe molto che le piattaforme di streaming, sempre molto attente al format, iniziassero a produrre documentari sui nostri più grandi cantautori e interpreti, da Lucio Battisti a Mia Martini passando per Rino Gaetano, Lucio Dalla, Faber e Franco Battiato, Luigi Tenco e Sergio Endrigo, invece romanzare le loro storie in fiction RAI di dubbio gusto e produzione scadente. Sarebbe materia gradita agli estimatori e a tutti quelli che vogliono farsi una cultura.

In più, il documentario non dev'essere per forza post mortem o compresso nella durata di un film, si pensi a McCartney 3,2,1, la docuserie su Disney+ in cui il baronetto parla a Rick Rubin di tutta la sua carriera a cuore aperto, mostrando reperti che commuovono e ascoltando le canzoni che hanno fatto la storia. 

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Il primo documentario d'autore di questo Venezia 78 è Ennio di Giuseppe Tornatore, in cui il regista di Nuovo Cinema Paradiso racconta la collaborazione trentennale con Morricone in un racconto corale che vede, oltre alla lunga intervista di Tornatore al Maestro, anche gli interventi di Bertolucci, Argento, Verdone ma anche Tarantino, Oliver Stone e Bruce Springsteen, insieme ai colleghi compositori Hans Zimmer e Nicola Piovani. Un film per entrare nella testa e nella quotidianità di uno dei più grandi artisti che l'Italia abbia mai avuto.

 

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In tema di compositori e di grandi figure, da vedere è anche Ezio Bosso - Le cose che restano di Giorgio Verdelli che, affidando il racconto allo stesso Maestro scomparso nel 2020, apre la porta dei suoi flussi di coscienza e dei suoi pensieri, leggendo la sua vita straordinaria come un diario. Una storia commovente di forza di volontà e di ispirazione per un artista che viveva per la musica, di un grande musicista e divulgatore che ci ha lasciato troppo presto e di cui sentiamo una forte mancanza. 

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Senza fine di Elisa Fuksas è dedicato a Ornella Vanoni, la grande signora della canzone italiana e, ci permettiamo, l'ultima vera punk. Un racconto di memorie ma sorprendentemente  improntato verso il futuro per una cantante che ha fatto della sincerità il suo tratto distintivo. Un film in cui si indaga il rapporto di Ornella con la regista e in cui non vengono tagliate neanche le discussioni. Con lei, Vinicio Capossela, Samuele Bersani e Paolo Fresu, all'interno di un hotel degli anni '40 che fa da sfondo alla storia e da veicolo per un viaggio nel tempo. Visivamente sembra il più interessante di tutti, ha uno stile sorrentiniano che può riservare belle sorprese.

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Inoltre, Venezia 78 presenta il documentario Deandré#Deandré - Storia di un impiegato di Roberta Lena, sul concerto in cui Cristiano De André, figlio di Fabrizio, ripropone tuto l'album del padre del 1973, riarrangiato per l'occasione. Nel film entriamo dentro le dinamiche padre figlio, il rapporto tra i due artisti e approfondiamo uno dei dischi più politici degli anni '70 italiani. Molto più appassionante la storia dei nuovi arrangiamenti, improntati su un rock piuttosto banale rispetto quelli del disco originale, orchestrato da Nicola Piovani.

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La lista dei documentari alla Biennale di Venezia conta anche Becoming Led Zeppelin di Bernard MacMahon sulla leggendaria band inglese che ha inventato l'hard rock e Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song di Daniel Geller e Dayna Goldfine sul cantautore canadese che più di tutti ha influenzato la scrittura di Fabrizio De André di cui parlavamo qui sopra. Una serie di pellicole che speriamo di poter vedere quanto prima in sala o in streaming.

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L'articolo Venezia 78: la musica italiana è il film più emozionante di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-09-01 10:24:00

Tag: cinema

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