La musica dei videogiochi ha riacceso l'amore per la musica classica in un pubblico più giovane?

È fin dai primissimi anni ‘2000 che le colonne sonore orchestrali vengono utilizzate per accompagnare i videogiochi, e i risultati sono sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti

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26/10/2023 - 11:58 Scritto da Redazione

È fin dai primissimi anni ‘2000 che le colonne sonore orchestrali vengono utilizzate per accompagnare i videogiochi, e i risultati sono sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti. Del resto, alcuni di noi ricordano quando, nel loro periodo rock più estremo, erano costretto a sciogliersi ogni qualvolta ascoltavano “To Zanarkand”, colonna sonora del celebre Final Fantasy X. Siamo sicuro che tutti, giocando a titoli come Dante’s Inferno, Gyruss o The Evil Within, avranno notato che le composizioni classiche riescono a donare uno spessore diverso alle trame, condendo di autorità, follia e prestigio qualsiasi prodotto.

Non serve, insomma, un educatore di conservatorio per comprendere che il binomio videogiochi - musica classica funzioni in modo portentoso, e che contribuisce a trasportare i giocatori in una dimensione catartica all’interno della quale anche la finzione dei videogiochi diventa reale e drammatica. Gli anziani non possono farlo… Ma vuoi vedere che a riaccendere l’amore per la musica classica nei giovani saranno proprio i videogiochi di nuova generazione?

Perché la musica classica funziona nei videogame?

Che piaccia o no, la musica classica e le composizioni orchestrali sono dotate di una certa complessità. Anche le partiture meno sofisticate, infatti, prevedono l’utilizzo combinato di più strumenti e suonano, per le nostre orecchie, come qualcosa di irresistibilmente interessante e maestoso. Questo vale tanto per le profonde colonne sonore adatte ai momenti romantici, quanto per quelle cadenzate e ritmate utilizzate in giochi di strategia e di avventura. Per comprendere il profondo valore dato dalle musiche ai prodotti videoludici, possiamo prendere come esempio il celebre videogioco “Cuphead”. 

Le colonne sonore del titolo sono state composte da Kristofer Maddigan, ispirate alle produzioni artistiche che hanno caratterizzato i popolarissimi cartoni anni ‘30. Perdipiù, una delle soundtrack originali di Cuphead ha raggiunto addirittura il primo posto nella classifica jazz Billboard (qui un articolo di Everyeye che approfondisce l’argomento). Difficile, tuttavia, dire che il successo del gioco sia stato esclusivamente merito delle rocambolesche colonne sonore. Ha molto più senso considerare invece che la commistione degli elementi grafici, delle meccaniche di gioco e del sonoro abbia contribuito complessivamente a rendere Cuphead un vero e proprio trend negli ultimi anni.

I nuovi giocatori e l’amore per la musica classica

Senza dubbio, i videogiochi next-gen hanno avuto il grande merito di riavvicinare le nuove generazioni alla musica classica. Se, in passato, le composizioni orchestrali erano perlopiù barbose e viste come eccessivamente distanti dal mondo musicale moderno, oggi si riesce ad attribuire un valore indubbiamente più elevato a questo genere di produzioni. Non è un caso, insomma, se per giochi come Crysis o Call of Duty le colonne sonore vengano commissionate ad un artista ineccepibile come Hans Zimmer.

Si può dire, tuttavia, che ai videogiochi serve la musica classica quanto alla musica classica servono i videogiochi, e un tale rapporto di reciproca dipendenza sarebbe stato impensabile anche solo 5 anni fa. Il risultato è che, da un lato, le musiche dei videogiochi sono ormai diventate opere d’arte a tutti gli effetti e, dall’altro, che la musica orchestrale classica sta vivendo un rinnovato ed incredibile splendore. Chissà, quindi, se i videogame non avranno addirittura il merito di aumentare il numero di studenti nelle classi di conservatorio. Quello che sappiamo per certo è che le produzioni classiche di Bach, Beethoven e Mozart sono trattate con uno snobismo di gran lunga inferiore rispetto a qualche tempo fa, il che non può che riempirci il cuore di gioia.

Musica classica tra odio e amore

Le nuove generazioni, insomma, sembrano cogliere molto meglio la complessità e l’intensità delle opere musicali classiche. Probabilmente queste funzionano così bene all’interno del mondo videoludico proprio per l’interessante gioco di contrasti che ne viene fuori. A ogni modo, se le nuove generazioni saranno più attaccate alla musica orchestrale una buona parte del merito sarà senza dubbio dell’industria videoludica.

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L'articolo La musica dei videogiochi ha riacceso l'amore per la musica classica in un pubblico più giovane? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-10-26 11:58:00

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