Musiche per un’estate alternativa (che sa tanto di ’90)

Cosmetic e Giovanni Truppi, la “provincia sonica” di Vasco Brondi: anti-tormentoni diversissimi tra loro per un’estate tra le chitarre degli Weezer, il crossover di Beck e l’ode ai distorsore, con fiumi di nostalgia intelligente, di quella che mette in pace con le contraddizioni del 2022

Erikas Mentale e Virgen de Las Tabernas  nel video "Anni '90" dei Cosmetic, diretto da Andy&Trab
Erikas Mentale e Virgen de Las Tabernas nel video "Anni '90" dei Cosmetic, diretto da Andy&Trab

L'estate musicale 2022 è bizzarra: se da una parte quelli che amano il pop si godono un insperato ritorno alle melodie e al mood della canzone da spiaggia degli anni Sessanta (ne abbiamo parlato qui) che stanno facendo diventare fuori moda  - qualcuno ha detto meno male? - i reggaeton vari con le parole in spagnolo un tanto al chilo, dall'altra parte gli alternativi, quelli che impermeabili ai tormentoni, vedono nel ritorno alle sonorità degli anni Novanta un porto sicuro a cui approdare, dopo la sbornia di vecchie ma sempre ruspanti glorie al Firenze Rocks coi Green Day, i Red Hot Chili Peppers e i Metallica, oppure dopo il concerto dei Fontaines DC, anche loro debitori di quell'ondata.

Per loro e per tutti quelli che resistono all'estate degli acquagym e delle discoteche segnaliamo due singoli che sfuggiranno sicuramente ai radar delle classifiche commerciali, eppure starebbero benissimo dentro le charts della MTV che mandava in heavy rotation i Nirvana. Tre pezzi diversissimi tra loro, quasi antitetici, che si ispirano al sound pre e post grunge, io a quell'epoca, senza toccare la musica che ha fatto epoca. Si tratta della didascalica Anni '90 dei CosmeticAlcune considerazioni di Giovanni Truppi e Va dove ti esplode il cuore di Vasco Brondi.

Prendiamo la prima, Anni '90 dei Cosmetic, tratta dal disco Paura di piacere uscito non troppo tempo fa e rimasto colpevolmente sotto traccia tra gli ascolti generali. Una canzone in cui la band romagnola gioca talmente tanto con la nostalgia che sarebbe stato facilissimo andare fuori traccia e pestare il merdone del boomer che dice "prima era meglio, oggi fa tutto schifo" e invece, pur dicendolo, riescono nell'intento di divertire e inumidire gli occhi di quelli che, a quegli anni lì, ci sono rimasti amorevolmente sotto. 

 

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Nella musica le influenze degli Weezer e degli Smashing Pumpkins, di quel fuzz che riempie ogni poro e ogni silenzio per una canzone dal piglio power pop, piena zeppa di citazioni di band, concerti e oggetti del modernariato, che inizia con la cabina del telefono per cercare la festa del liceo e finisce con un sincerissimo: "Io e te – negli anni 90 – ma dimmi poi come fai a smettere?!". Selezionatori radiofonici, fate diventare questo singolo super indipendente, pubblicato per To Lose La Track (edizioni La Tempesta) un anti tormentone dell'estate. Basterebbe qualche passaggio, il passaparola farebbe il resto, ne siamo sicuri. Per rimanere in tema MTV la canzone è anche corredata da un video che potrebbe ricordare 1979 degli Smashing Pumpkins, e viva Dio per queste piccole pietà.

Dall'altra parte del mare, Napoli per la precisione - ma ora sta a Bologna quindi era solo per dire - Giovanni Truppi ha tirato fuori una canzone che, nella sua tradizione che fa della varietà musicale il suo marchio di fabbrica, fa a pugni con la sua produzione recente, più pianistica e cantautorale, per tornare a divertirsi con suoni più taglienti, grazie alla chitarra di Giorgio Maria Condemi (resident della band di Motta) e alla produzione di Marco Buccelli e Niccolò Contessa (sì lui, mr. I Cani), che suonano nel pezzo.

 

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È un Truppi che sperimenta come si faceva immediatamente nel post grunge, come il geniale Beck di Loser e nel suo flusso di coscienza di Alcune considerazioni - questo è il titolo del pezzo - inserisce un riffone di chitarra, un beat hip hop old school e una metrica ritmata mentre inanella parole e concetti che meriterebbero ognuno un diverso approfondimento, tipo: "Fino a che età scoperemo da vecchi, se i gatti sono in missione segreta e se i gabbiani estingueranno i piccioni per poi passare agli uomini. Quale il Paese del mondo dove è più intelligente andare prima in vacanza prima che ci arrivi qualcuno come noi".

Nel suo calderone degno dei Chumbawamba mette un sacco di ingredienti per aggiornare la formula del crossover tra i generi e usa la sua ironia per parlare di esistenzialismo e pure di nostalgia, a suo modo. "E sembra passato più tempo dal 2007 che dal '96", dice nel pezzo, e poi lancia un affondo micidiale: "E c’è qualcosa che mi dice che è meglio se non rispondo al messaggio e mi conservo il ricordo di come eri all’università, e ora capisco di più perché i grandi sono così incazzati con i ragazzi tanto che non gli dicono mai com’è che va veramente, che basta solo non essere in giro quand’è l’uscita di scuola, basta soltanto questo, perché soltanto così puoi pensare che intanto il tempo non passa anche se passa lo stesso".

Finiamo questa sfilza di canzoni che prendono a pallonate il cuore con il nuovo singolo di Vasco Brondi, con una musica che somiglia a quando si faceva chiamare Le luci della centrale elettrica e a tutta la produzione del rock alternativo italiano che negli anni Novanta riempiva i palasport, dai CSI in poi, addolcita dal piano e da una valanga di parole che fanno tirare su col naso commozione invece della cocaina. 

Composta da Federico Dragogna dei Ministri e da Vasco Brondi, Và dove ti esplode il cuore rischia di fartelo esplodere davvero mentre racconta una storia d'amore e di provincia: "Ci siamo incontrati dove la strada ricomincia,  ci siamo capiti, sarà che siamo cresciuti nella stessa provincia meccanica, sporca, santa e sonica degli anni novanta quando anche l'aria era distorta, e c'era sempre da qualche parte una chitarra elettrica che ci benediceva. Diceva non importa, non importa, tifiamo rivolta. C'era sempre un amplificatore, qualcuno che gridava in una sala prove".

Non ve lo dobbiamo certo insegnare noi che vuol dire crescere in provincia, che negli anni Novanta l'Italia era tutta una provincia anche se crescevi a Milano, figurati a Modena o a Cecina come me, che d'estate c'è troppa gente per via del mare e d'inverno quasi nessuno, e la musica salva letteralmente la vita e se trovi qualche tuo spirito affine tienitelo stretto perché sarete sempre in pochi, e di alleati ne avrai sempre bisogno. Brondi in poco più di tre minuti e mezzo racconta un'epopea che di epico ha ben poco, di gente che si è salvata nella provincia che, come dice lui, "ti uccide o ti eleva".

 

Allora se siete nell'età in cui cercate (da sempre) di capire voi stessi o in quella della nostalgia canaglia, ma anche se siete di quei giovani che rimpiangono ere che neanche hanno vissuto, beh, innanzitutto perdonatevi, capita. Poi scegliete di ascoltare musica che non è fatta con lo stampino per finire su una playlist di Spotify e mettetecela voi, in quella maledetta playlist. Metteteci queste tre canzoni e tutte quelle che volete, andate in giro con le cuffiette e guardate le strade, i negozi, la gente e fate finta di essere in un momento diverso dal 2022, commuovetevi se ci riuscite. Ci sta che facciate pace proprio col 2022 e con le sue terribili, meravigliose contraddizioni.

 

 

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L'articolo Musiche per un’estate alternativa (che sa tanto di ’90) di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-06-20 09:48:00

Tag: singolo

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