La Negazione di un attimo

Siamo in tanti, ancora oggi, a commuoverci con “Brucia di vita” e “Il giorno del sole”. Ora c ’è un libro, “Collezione di attimi”, per chi se la vive così. Per rivivere la storia della band hardcore torinese, con un giovane Neffa alla batteria e Marco Mathieu nell’anima

Un libro da sfogliare come un book fotografico e una raccolta di testi che son diventati canzoni, ma anche da leggere come un racconto intessuto a brandelli. Come un'autobiografia collettiva messa su servendosi dei lampi della memoria, improvvisi e accecanti come il flash di una vecchia fotocamera analogica, e di un gran senso della sintesi.

Pochi fatti ma topici, poche parole ma pregnanti. Non c'è auto-agiografia nei ricordi raccolti da Guido “Zazzo” Sassola e Roberto “Tax” Farano, insieme allo storico grafico dei Negazione DeeMo, messi cronologicamente, ingegnosamente intervallando foto storiche ad altre inedite, e poi canzoni, appunti, lettere, ritagli di giornali e fanzine anche del calibro di Maximum Rocknroll, stralci di idee e badilate di coerenza a fare tremare le pareti, attentamente raccolte in oltre 350 pagine - tutte dedicate ovviamente all'amico Marco Mathieu, scomparso alla fine dello scorso anno.

Collezione Di Attimi (Spittle 18, 376 pp a colori) è un gran bel volume edito dall'inossidabile Goodfellas a dieci anni da Il Giorno Del Sole, audio-libro su Shake Edizioni che a un CD con sedici tracce da Little Dreamer, Lo Spirito Continua e Condannati A Morte nel Vostro Quiete Vivere includeva un bel libretto di una sessantina di pagine. Dal primo ritaglio in cui appare il nome NEGAZIONE sulla fanzine PunkAmInAzione nel 1983, scorrono così le immagini della vita get in the van, non solo artistica, della storica band torinese, puntellata dalle figure di famiglia (poco conta che siano le persone con cui hanno condiviso i tour, gli amici che gli hanno dato asilo politico nel loro continuo girare il mondo o le facce estatiche dei presenti ai loro concerti) e dalle note influenze musicali.

 

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Da appassionato vi inviterei a notare le assurde t-shirt mai viste indossate dai quattro, oggi di sicuro mercanzia da collezionismo selvaggio. Ci sono tutti: i B.G.K., i M.D.C., i Verbal Abuse, i Cheetah Chrome Motherfuckers, una naiffissima dei Minor Threat fatta a mano, gli Offenders e i Middle Class, altro che la robetta che oggi si vede in sottopalco e si vende da H&M - ovviamente si scherza, forse.

E se credete che questa parentesi sia un filo fuori fuoco e fuori luogo rispetto alla recensione intrapresa, vi basterà vedere la faccia di Marco immortalata sulla polaroid che lo ritrae a Washington DC con Ian MacKayne o ricordare i concerti dei Napalm Death con Lee Dorrian bardato di maglia dei Nagazione per comprendere che non si tratta mai “solo di magliette”.

Ogni pagina di Collezione Di Attimi è vera, pesante. Qualcuna commovente, come quelle dei flyer e delle foto di concerti in posti che non esistono più, o come l'ultimo concerto con Fabri alla batteria nel 1987 (“Alla fine tutti diedero una mano - riporto - e diventò un concerto di quelli che rimangono davvero nella storia. C'è chi l'ha definito il canto del cigno della prima scena HxC.”) prima del suo dietrofront pochi mesi dopo. Altre semplici e divertite, come quelle di Marco, nell'inedito ruolo di driver e manager, nell'estate in giro assieme agli Indigesti con un Van Volkswagen del 1973 almeno.

 

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E poi c'è quel 11 marzo del 1988 al Hiroshima Mon Amour: “Non ci siamo lasciati benissimo. Forse succede sempre nelle vere storie d'amore. Dopo varie discussioni le settimane precedenti, Fabrizio ci dice che è di nuovo finita. Mi ricordo Thomas della We Bite, venuto a portarci il disco appena uscito, in un angolo a piangere”. Erano, per certi versi, anni pioneristici quegli anni Ottanta là. Chi pensa che ora siano tempi duri, scomodi, in cui rimanere a galla è difficile, magari si sorprenderà nello scoprire che prima era anche peggio, molto peggio.

Ma erano gli anni in cui ogni goccia di sudore della fronte veniva spesa senza controllo fino allo stremo delle proprie forze, sulla spinta di un sincero bisogno di dovere fare qualcosa per sé e per gli altri. Una regola non scritta che Marco, Zazzo, Tax e Fabrizio conoscevano benissimo. Esplicativa, al proposito, la permanenza/resistenza media degli altri quattro o cinque batteristi che hanno preceduto e seguito (“Sempre alla ricerca di una formazione stabile - scrive Zazzo - Poi arrivò Giovanni Jeff Pellino, che poco dopo avremmo soprannominato Neffa, per la sua vaga somiglianza con un calciatore paraguayano di quegli anni!”).

Negazione: la formazione del 1990. Da destra: Marco Mathieu, basso; Roberto “Tax” Farano, chitarra, Guido “Zazzo” Sassola, voce; Giovanni “Neffa” Pellino, batteria.
Negazione: la formazione del 1990. Da destra: Marco Mathieu, basso; Roberto “Tax” Farano, chitarra, Guido “Zazzo” Sassola, voce; Giovanni “Neffa” Pellino, batteria.

Fabrizio: appena un anno. La foto scelta per la copertina, con loro intenti a cazzeggiare sul furgone, cattura, con una punta di tenerezza, un po' della grandiosità di quel periodo, di quella generazione di musicisti, di una razza distante che cercava di vedere e creare un nuovo paesaggio per stupire ed entusiasmare il proprio pubblico. Un paesaggio che ancora migliaia di persone si portano dentro al cuore.

Insieme ai dolori e alle speranze, alla pace e al rumore, all'estasi e al tormento della vita di tutti i giorni. Valore aggiunto dell'intera opera, che scavalca un intoppo che potrebbe essere insormontabile, è che Collezione Di Attimi ha tutte le didascalie tradotte in inglese, confermando in primis l'indomito e ben noto spirito senza confini dei Negazione e permettendo di essere letto dalle migliaia di fan della band sparsi in ogni dove.  

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L'articolo La Negazione di un attimo di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2022-05-05 09:11:00

Tag: libro

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