Noi, loro, gli altri: il trono di dolore, rabbia e talento di Marracash

La famiglia, la carriera, poi tutto il resto. Il King del rap torna con un disco densissimo in 3 parti, dove, senza farsi mancare la giusta strafottenza, si formano nuove cicatrici e quelle rimarginate sanguinano ancora. Ed è grazie a questo se la corona rimane sua

Marracash - foto di Jonathan Mannion
Marracash - foto di Jonathan Mannion

Ormai lo sappiamo che gli ascolti in anteprima di certi dischi sono blindatissimi anche per quelli che chiamano addetti ai lavori. Motivo per cui, per sicurezza e per amore del rap italiano e di Marracash, ho puntato la sveglia alle 01.10, pochi minuti dopo il rilascio ufficiale del suo ultimo disco, Noi, Loro, Gli Altri, per poterlo ascoltare subito, come i veri appassionati vecchia scuola, quelli che si fanno anche tenere da parte in edicola la rivista monografica sull'artista appena uscita.

Inganno l'attesa guardando il tennis, ci sono gli ATP Finals 2021 a Torino; non ne so niente di tennis, ma c'è l'italiano Sinner contro il russo Medvedev e Sinner mi piace, è un nuovo idolo giusto, da seguire e prendere come spunto, sangue freddo, forza d'animo e una volontà fuori dal comune. Sinner perde, ma a testa altissima dimostrando che è uno che ce la farà e intanto penso a Marracash, doppio dei suoi anni, che da tempo ce l'ha fatta.

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Noi, Loro, Gli Altri arriva a due anni esatti da Persona e sorprende subito anche solo per la scelta di usare tre copertine per aiutarci a capire il concetto del disco. Tre immagini che fermano tre momenti, tre situazioni, tre identità. La copertina principale è Noi, dove riconosco qualcuno nella fotografia, in particolare Elodie, la cui storia d'amore col rapper è appena giunta al capolinea. Dopo aver ascoltato il disco, capisco o immagino chi possano essere le altre persone che fanno parte di quel Noi: familiari, amici, la cerchia stretta che si raccoglie attorno a lui, gli unici per cui vale la pena lottare. Loro, invece, sono in una luminosissima sala riunioni, si capisce subito il contesto, si intuisce che si tratta di manager, discografici, avvocati, tutto ciò che rappresenta il music business. E infine Gli Altri, tutti gli altri indistintamente, la folla, le persone che lo circondano.

Se Persona rappresenta un disco di rottura per il rap italiano, nonché l'album più venduto del 2020 e già un vero cult, Noi, Loro, Gli Altri sembra quasi andare a chiudere un discorso, un ragionamento; completa come una sorta di tomo secondo un lungo e profondo racconto autobiografico iniziato due anni fa. È un altro disco denso, con forti rimandi ai primissimi lavori di Marracash, con quel suo parlato caratteristico, il suo modo di chiudere le rime e le canzoni, quella purezza e quella velocità di pensiero oltre che di flow.

Io, sulle ali de Gli angeli di Vasco Rossi, è una confessione, uno dei pezzi più belli e veri del disco, tanto da ricordare Bastavano le briciole, con un mood malinconico e sincero e rime che smuovono il cuore. Marracash sembra voler puntualizzare e mettere di nuovo in chiaro alcune cose, segnare e fermare un altro momento della sua carriera e della sua vita. Aggiunge dettagli a storie già conosciute, si apre a noi ancora di più, ci spiega meglio alcuni episodi. Come quello del suo amico Dario, che per gli ascoltatori di sempre non è certo un nome nuovo.

La copertina di Noi
La copertina di Noi

Marra entra nello specifico della sua vita e della realtà che lo ha formato e delle persone che lo hanno reso quello che è: Noi, Loro, Gli Altri è un altro disco su se stesso, sulla sua ulteriore evoluzione, ma con una serie di riflessioni sull'esterno, sugli altri e su tutto quello che ci ha investito in questi due anni. A modo suo ovviamente, e con il suo stile ormai inconfondibile fatto di malinconia, dolcezza, strafottenza, eleganza, stile, rime profonde, alcune commoventi.

Probabilmente c'è stato del tempo per pensare e riflettere di più in questi due anni, ma anche soffrire di più e tutto questo nel disco si sente. Ma si sente anche che siamo vivi, che Marra è tornato e come sempre è carico di parole, esperienza, melodie, racconti, vita. Malinconia di nuovo, così come di nuovo depressione e ansia, pillole e alcol, ma anche sfottò e testi da ridere. Un disco massiccio e impegnativo, da ascoltare e riascoltare, anche perché ci sono preziosità nascoste oltre a quelle evidenti come Gli Altri (Giorni Stupidi) o LOVE con Gué – la sintonia perfetta per un brano tutto d'amore che è una bellezza fatta da loro due –, ma anche Laurea ad Honorem con Calcutta e Nemesi con Blanco, due emozionanti commistioni di generi e di generazioni.

Marracash - foto di Jonathan Mannion
Marracash - foto di Jonathan Mannion

Anche qui, come in Status, disco potentissimo, di puro rap e rivendicazioni, non mancano occasioni per ribadire il ruolo del rap (“anche nel rap c'è un limite alle minchiate che puoi dire”) e di chi sia il migliore sulla scena. Risate alla Joker, altra maschera, risate come quelle dei cattivi nei film, come quella di Vincent Price in Thriller. I pezzi bomba sull'argomento sono Pagliaccio (ma è Fedez?) e Cosplayer, dove si torna a parlare di maschere, travestimenti, finzioni, imitazioni. Anche Marracash cambia e si trasforma in ogni traccia, mostrando tutti i suoi lati; molto amore e molte emozioni sempre e rabbia sempre, anche se sembra più elaborata, calmierata. E se non fosse ancora chiaro il concetto di Noi, Loro, Gli Altri, c'è lo skit di Fabri Fibra che lo descrive bene e che può aiutare a capire: "Io so solo che volevo essere uno di loro per non essere come tutti gli altri, ma nella vita mi è successo di essere sia noi, che loro, che gli altri. Noi siamo qui a fare quello che ci piace, loro sono là fuori che criticano e tutti gli altri sono intorno che tirano avanti".

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L'articolo Noi, loro, gli altri: il trono di dolore, rabbia e talento di Marracash di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2021-11-22 09:56:00

Tag: album

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