A Melpignano, in provincia di Lecce, ogni anno c’è un palco molto grande, in cui viene tramandata l’antichissima tradizione della pizzica. Accade da 28 anni, e ogni anno c’è sempre più gente ad ascoltare i classici della tradizione salentina riletti ogni volta in una maniera diversa, mantenendone cuore e spirito intatti. La Notte della Taranta è il più grande festival al mondo di musica popolare, e uno degli eventi imperdibili della – fine dell'– estate italiana. Da festival folk e di nicchia a grandissimo evento, preceduto e seguito da altre date di un festival itinerante in tutta Italia, per soddisfare l'enorme richiesta.
Quando la conduttrice Ema Stokholma sale sul palco, esordisce con «non voglio vedere nemmeno un cellulare stasera», ma – lo dicevamo già un anno fa – le mani dei tantissimi in piazza sono già occupate da tamburi, vino, abbracci. Le persone che frequentano il concertone vivono in maniera molto viscerale.
Quest’anno, il maestro concertatore dello show andato in scena sabato 23 agosto è stato David Krakauer, clarinettista e compositore dall’ambito jazz e dell’improvvisazione, una bella sterzata dopo Shablo, Fiorella Mannoia, Dardust e altri nomi decisamente pop. Eppure, a parte alcune punteggiature clarinettistiche da gran maestro, gli arrangiamenti sembrano mettere un paio di dita di polvere sugli spesso arditi ma riusciti tentativi dei precedenti concertatori. Dopo le percussioni doppie di Carlo Di Francesco per Mannoia e gli innesti elettronici di Dardust, quelli di Krakauer sanno di già sentito, ma comunque non depotenziano in alcun modo la carica deflagrante della pizzica, per un pubblico che è venuto apposta.
Il difficilissimo ruolo di interpretare un brano della comunità Arbëreshë – la minoranza italoalbanese presente in Salento – quest’anno tocca a Ermal Meta, tanto pugliese quanto albanese, che rende una ottima versione di Lule Lule, oltre alla sua Mediterraneo. A doversi misurare con una lingua simile ma diversa è stata invece Anna Castiglia, che dopo una rilettura divertente quanto complicata in chiave taranta di Ghali, ha commosso la piazza con Beddha Ci Dormi ricca di rispetto e una voce dalla rara pulizia. Sul palco anche il vincitore di Sanremo Giovani Settembre con la sua Vertebre, soltanto quella, purtroppo: siamo piuttosto certi che Andrea sarebbe stato capace di interpretare anche un brano della tradizione salentina.
In onore del titolo scelto per questa edizione "Sotto lo stesso cielo", on sono mancati gli appelli per Gaza, da parte dei componenti dell’orchestra – Alessandra Caiulo su tutti – ma sopratutto importante la presenza di TÄRA: l’artista palestinese di "arab'n'b" ha portato sul palco di Melpignano la sua Araba Fenice e un aggraziato e deciso grido per la Palestina libera, mettendosi anche in gioco danzando. Se negli anni scorsi Elodie, Angelina Mango, Gaia, si sono messe in gioco con il corpo di ballo e le movenze della pizzica, quest’anno TÄRA è stata l’unica – oltre alla conduttrice – a prendere parte alle coreografie di Fredy Franzutti.
A dimostrazione che il pubblico della taranta gradisca gli ospiti ma in fondo sia lì per la taranta, il Canzoniere Grecanico Salentino ha festeggiato i 50 anni di attività trovando il calore del proprio pubblico naturale, mentre a infiammare la piazza è stato Antonio Castrignanò, già performer dell’Orchestra Popolare Del Salento – lasciata nel 2017 non senza polemiche – che mancava da sette anni dal palco della Notte Della Taranta. Il figliol prodigo ha dedicato alla piazza anche delle “barre inedite” sul tema di «chi va via e ritorna», reincontrando un popolo che non aspettava altro che il ritorno del frontman di una tradizione.
Ancora una volta, i veri protagonisti, attesi, acclamati, sono i cantanti dell’orchestra, quest’anno con alcune new entry: a Consuelo Alfieri, Alessandra Caiulo, Stefania Morciano, Antonio Amato, Salvatore Galeanda, Giancarlo Paglialunga e Enza Pagliara – che ha curato anche l’apertura del concertone con il suo progetto Festa Adriatico Balcanica – si sono aggiunti Dario Muci e Ninfa Giannuzzi. Artisti che portano la musica salentina in giro per il mondo tutto l’anno e che il pubblico della taranta conosce e riconosce con le differenti personalità complementari che rendono pressoché perfetto l’equilibrio delle voci dell’Orchestra Popolare.
Se è una buona idea il tentativo di aggiornare il repertorio della Taranta con un brano inedito di Domenico Turi Saluterò di nuovo il sole, il pubblico è decisamente freddo e dubbioso per i tentativi di Krakauer di avvicinare la pizzica e il klezmer, oppure una Salento Square Dance con Sarah MK alla voce, una sorta di Gioca Jouer in inglese in salsa Pizzica, che ha lasciato dubbiosi in molti.
Ma, per fortuna, al popolo della taranta – circa 150.000 persone questa edizione – poco importa. Nonostante alcune stranezze nazional-popolari – c'è un sosia di Al Bano in prima fila, al pubblico per quanto attento, di questo o quell’ospite, del maestro concertatore più o meno impegnato. Perché La Notte Della Taranta è quell’evento che ha registrato un +50% delle presenze già alle prove generali di venerdi, con 70.000 persone. Perché ai taranters innamorati di questa terra e di questa musica importa poco degli arrangiamenti più moderni o più impolverati se in fondo rispettano e portano avanti una tradizione brillante come quella della pizzica: perché poi quando alla fine c’è Rirollalasi salta tutti, quando inizia Kalinifta ci si abbraccia. Si raccolgono i tamburi, si va verso il treno, si fa la nottata con i nuovi amici, e si aspetta la prossima notte in cui il morso della taranta verrà a trovarci.
---
L'articolo La Notte della Taranta 2025: sotto un cielo contaminato di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2025-08-25 23:15:00
COMMENTI