Subsonica - Palasport San Lazzaro - Padova



È stipato di fans, venerdì sera, il Palasport ‘San Lazzaro’ di Padova, per la seconda data del nuovo tour dei Subsonica organizzto per promuovere il doppio cd live “Controllo del livello di rombo”.

Sono così tanti che il bassista Luca Vicini comunica che il concerto inizierà in ritardo per permettere a chi si trova ancora bloccato nell’ingorgo di entrare. Alle 22, quando i Subsonica salgono sul palco, l’entusiasmo è alle stelle. L’immensa folla composta in gran parte da ventenni (con punte verso i sedici anni e verso i trenta) effonde una continua acclamazione che contrasta le note che i cinque torinesi macinano sul palco. È un inizio tranquillo, con brani tranquilli come “Il cielo su Torino” o “L’errore”. Il primo momento notevole arriva con “Albascura”, vero anthem generazionale urlato in coro dal palasport con foga impressionante. È un brano simbolo di questa generazione, che si contrappone fin dal titolo alla vecchia “Albachiara” di Vasco Rossi: là un ritratto delicato di adolescente che si affaccia alla vita; qui la disperazione esistenziale di una ragazza che a vent’anni butta via la sua vita, “per tutti gli uomini osservati da sotto/si nutre di cose che fanno male”.

Il concerto intanto prende quota: sfilano “Aurora sogna”, “Nuvole rapide”, “Eva-Eva”, “Disco labirinto”, “Nuova ossessione” e come di rito i Subsonica fanno del palasport una gigantesca discoteca, in cui migliaia di corpi adolescenti si muovono, ballano, sudano, cantano in coro. È speciale l’adorazione che i fans tributano alla band torinese, diversa dal culto di cui godono le altre star italiane. Perché se anche i Subsonica cantano il disagio dei giovani, pure non si propongono come uguali a essi. Con la brillante qualità della loro musica e della loro immagine che rimanda al glamour della discoteca di tendenza, i torinesi rappresentano il sogno di una generazione, il modo in cui essa vorrebbe vivere: ballo, moda, adrenalina, sesso. Ma anche impegno. Quando il cantante Samuel grida “Liberiamoci dalle bugie, dall’ipocrisia, da questa sporca guerra”, introducendo “Liberi tutti” è un boato. Forte anche l’attacco al governo sottinteso dalla cover di Morricone intitolata “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, accompagnata da immagini dell’omonimo film di Elio Petri e dal campionamento di Gian Maria Volonté. Anche se la maggior parte del pubblico, troppo giovane, si domanda cosa sia. Ma Volonté somiglia moltissimo a un Berlusconi bello e siciliano: e la sua voce che intima: “L’uso della libertà minaccia le istituzioni tradizionali… la repressione è il nostro vaccino” su uno sfondo azzurro dovrebbe chiarire le idee a tutti.

Parte dei proventi del concerto, comunica Max Casacci, va ad Emergency. E invita tutti ad andare al Cso Pedro per un aftershow. La band fa scintille: “Gente tranquilla”, “Perfezione groove”, “Strade”, “Tutti i miei sbagli”, “Sole silenzioso” mettono in mosra una compagine stellare. Samuel domina la folla con gesti ieritici, e i salti di Boosta - aggrappato alle tastiere sorrette da un’enorme molla - evocano una tauromachia uomo-macchina simbolo della musica della band. Un crogiolo in cui si fondono house, dub, rock, drum’n’bass, pop, reggae, avanti anni luce rispetto al resto della musica italiana. E su di essa l’impatto dei Subsonica rischia di essere epocale.



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L'articolo Subsonica - Palasport San Lazzaro - Padova di Renzo Stefanel è apparso su Rockit.it il 2003-03-14 00:00:00

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