Una panoramica sulla scena rock di Brescia



Dentro Brescia: una panoramica sulla scena rock bresciana...

Non si può certo dire che la provincia di Brescia sia rinomata per cultura e attività musicali; come molte delle province del Centro-Nord sono altri i campi che si coltivano intensamente, dal calcio, alla meccanica, alla caccia, al vino e questi sono gli argomenti che destano maggior interesse al bar come sui giornali.

Certo chiedere che la musica occupi lo stesso spazio del calcio è pura utopia che nemmeno Campanella nè Tommaso Moro avevano ipotizzato nelle loro digressioni filosofiche più eteree.

Se poi si restringe il campo alla musica rock e ancor di più al rock italiano, non si può che constatare la marginalità in cui vive questo genere. Troppo superficiale è ancora l'approccio non solo della gente, ma anche della stampa, dei comuni e degli stessi organizzatori di concerti, situazioni che daltronde il rock italiano si trova a vivere più o meno in tutta la penisola.

Insomma, il rock a Brescia è ancora vittima di una mentalità dialettale piuttosto chiusa e ne è prova il successo dei Charlie & the Cats (Charlie Cinelli e Alan Farrington), tanto demenziali quanto nostrani.

Al contrario anche gruppi affermati come Timoria e Scisma, pur baciati dal successo di critica e pubblico, continuano a essere relegati in un mondo alternativo certamente pieno di stimoli culturali, ma anche di limiti e disagi.

Proprio da questo sottofondo, distante da palchi rinomati come il Palatenda o il CTM di Rezzato o il Buddha di Orzinuovi, brulica un fermento alimentato da band che meriterebbero maggior considerazione.

Negli ultimi anni, infatti, sono fioriti numerosi gruppi interessanti che finora hanno pubblicato demo in attesa di una sospirata prova d'esordio in grado di proiettarli in una dimensione più consona. Queste giovani promesse propongono non a caso heavy metal e rock alternativo, ovvero i due generi su cui si basano anche le principali manifestazioni della provincia: Metal explosion e Bresciamusicarts (organizzata da Omar Pedrini dei Timoria). A conferma del fatto che è sufficiente un minimo di terreno a disposizione per permettere alla musica di sbocciare.

Basta un ascolto per intuire come qualità tecniche e originalità non facciano difetto nemmeno ai gruppi che si dedicano al cosidetto rock pesante; al di là delle definizioni che ormai ingabbiano questo genere in una serie di preconcetti, suona un rock vero, capace di intensità forse dimenticate.

Da segnalare sono sicuramente i Lychnis, autori di un punk melodico, arricchito dalla voce femminile di Leda Rizzi. I cinque del fiore del tuono hanno già fatto esperienza partecipando alla finale di Rock Targato Italia, esibendosi con artisti del calibro di Giorgio Canali (C.S.I.), Bandabardò e addirittura aprendo il concerto dei Deep Purple lo scorso anno a Pontoglio.

Altro nome di origine greca è quello dei Tragodia, dediti a un gothic metal che li ha portati finora a un demo "Dramas in splendent dreams" ben recensito dalle riviste specializzate non solo italiane. Una ritmica dark, dotata di potenza ma mai di velocità fine a se stessa, contraddistingue la loro musica capace anche di vaghe aperture sinfoniche.

Ormai sulle scene da tre anni, ma dediti assiduamente al rock da quando erano poco più che dodicenni, i Noir di Stefano Marzoli rivisitano atmosfere dure e cupe, care alla dark wave, aggiungendo delle tinte di drum’n’bass e qualche spruzzata di pop.

Di profondo metal e di progressive, è invece intrisa la musica dei Silent Victory e degli Auhra, entrambi con chiaro riferimento alle perizie tecniche e ai funambolismi dei Dream Theater. I primi adottano l’originalità di Marco Dinnella, ex-pianista classico, mentre gli Auhra, peraltro già relativamente conosciuti nel settore, si avvalgono della voce di Stefania Paolelli.

Se a questi nomi aggiungiamo gruppi ormai storici, ma non ancora affermati come Il grande Omi, e consideriamo i numerosi in attesa di registrare il primo demo, si può davvero parlare di un movimento metal bresciano che continua ad aumentare di quantità e di qualità nella speranza che qualcuno si accorga della sostanza di questo rock.

Altra famiglia, meno dura ma altrettanto prolifica e alternativa, è quella che fa essenzialmente capo all’associazione BSound che offre a circa una ventina di gruppi quella visibilità e quell’appoggio indispensabili a chi inizia ad accostarsi al mercato discografico.

I Mexcal, per esempio, presenti dal 1995 ormai anche fuori provincia, hanno compiuto un lungo rodaggio partecipando ad Arezzo Wave e arrivando a suonare con gente del calibro dei Ritmo Tribale e di Francesco Renga, altro bresciano di lusso. Oltre ad un’attività live che ha toccato anche Berlino, il gruppo ha ormai alle spalle cinque lavori che, pur essendo rimasti solo dei demo, ben rappresentano la loro notevole crescita artistica.

Più elaborati nelle sonorità, sono gli Empty Frames guidati da Raffaele Caenaro ad un rock sostenuto, pieno di chitarre effettate e melodie aperte; davvero bella la loro Wait, presente sull’album "Anise", ripubblicato l’anno scorso.

Altrettanto meritano i Lumiére electrique, più rumorosi e sperimentali nel rielaborare le strutture delle canzoni: il gruppo di Alessandro Paderno ha completato due demo che si distinguono per spegiudicatezza strumentale nell’invertire la conduzione elettrica dei brani. Sulle trame chitarristiche di Giallo e Ritratto corrono melodie che riportano alla mente certe malinconie dei Radiohead.

Nei primi mesi di quest’anno dovrebbe venire alla luce anche una raccolta dei Cinemavolta, autori di un pop che ha come brano manifesto Provoca squilibrio; pensando a gruppi come i Bluvertigo non possiamo che augurare loro almeno le stesse possibilità.

Nei tanti colori della tavolozza della provincia bresciana ci sono anche lo ska ironico e coinvolgente dei Nunc bibendum est, dei Fine 99, il jazz/blues dei 3dibastoni, il folk di Alan Zamboni e molte altre sfumature.

Punto di riferimento dal vivo per questi gruppi è il Donne Motori, piccolo locale della zona Industriale Fornaci cresciuto a suon di rock e non solo, che ogni sera alterna cover band, artisti stranieri, italiani e locali. Prossimamente scalderanno lo storico angolo del palco anche Gianmarco Martelloni (7 marzo), i Cinemavolta (17 marzo) e i Punto G (28 marzo).

Tanta abbondanza non può che far lanciare un’appello prima di tutto a promoter bresciani di livello come D’alesandro & Galli, la Faustini Promotions di Pontoglio e l’A.D.M.R. di Chiari a farsi sempre più carico di una realtà che non va trascurata.

Se davvero si vuole che il rock venga considerato cultura e arte a tutti gli effetti anche in Italia, non possiamo che sollecitare gli addetti ai lavori a guidare e proteggere i nostri giovani talenti. Forza Brescia è allora un incitamento che non viene solo dalla curva del Rigamonti.



Brescia, come altre città italiane, vanta una sua scena musicale, ma come sempre manca qualcosa... un po' negli spazi, un po' nelle persone. In questo articolo c'è una carrellata su tutti i gruppi della zona... dagli sconosciuti ai più famosi.

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L'articolo Una panoramica sulla scena rock di Brescia di Christian Verzeletti è apparso su Rockit.it il 2001-03-06 00:00:00

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