Sentire la malinconia dei Perturbazione è sempre una gioia

La band di Rivoli (TO) sta per tornare con "(dis)amore", un concept album che sembra tornare nei territori familiari dopo anni in cui sembrava avessero perso la via di casa

Negli ultimi tempi avevo un po' perso di vista i Perturbazione, che da almeno 20 anni mi tiene compagnia quando sono un po' giù. Sarà stato per via di quel Musica X del 2013, quello della partecipazione a Sanremo e dei ritmi sostenuti, vicini alla dance, di certo straniante nella discografia di Tommaso Cerasuolo, dei fratelli Cristiano e Rossano Lo Mele e di Alex Baracco. Il loro marchio di fabbrica non è mai stata la perturbante allegria ed è sempre andata bene così, ce ne sono così tante di band di disimpegno che l'attracco al porto sicuro della malinconia dovrebbe essere garantito per legge. In questo, i Perturbazione sono incontrastati re.

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Dal 2002 ci deliziano con album bellissimi come l'esordio In circolo, che contiene Agosto, uno dei loro più grandi successi, gettonatissima quando si tratta di deprimersi sotto il sole. Del nostro tempo rubato (2010), un'opera meravigliosa, strutturata e molto lunga (24 pezzi), la cui formula sembra proprio verrà replicata nel nuovo album (dis)amore, un concept album che conterrà 23 tracce incentrate sulla impossibile definizione dell’amore e del suo contrario, che uscirà nella primavera di quest'anno per Ala Bianca Records. Un'operazione suicida per il mercato, per la capacità ridotta di attenzione degli utenti, per la formula album che non funziona più. Allora perché sono felice? Semplice: perché quando c'è ispirazione come nei 3 singoli usciti tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, del mercato e delle strategie non me ne frega proprio niente. Quando tornano i Perturbazione con la chitarra acustica e gli arrangiamenti avvolgenti, con il college rock nelle vene e il cantautorato indipendente nel cuore, capisco chiaramente che il mercato va bene per i numeri, il merchandising, la gara al sold out, il pavoneggiarsi sui social, ma che la musica rimane altro, che con il mercato spesso ha poco a che fare.

Le spalle nell'abbraccio, Mostrami una donna e Ti stavo lontano suonano su registri familiari, nonostante tutto all'esterno sia cambiato. Sembra di sentire una band che suona insieme per la prima volta dopo tanto tempo, che ha trovato la strada di casa dopo essersi persa volontariamente in un mondo nuovo e sconosciuto. Oggi c'è la possibilità di essere come si è, senza cercare di adattare il proprio suono alla moda del momento, proprio perché fuori è tutto omologato, plastificato, non necessario. Non vediamo l'ora di ascoltare l'album, nel frattempo ci godiamo tre canzoni che ci riportano un po' indietro nel tempo, per guardare avanti con più fiducia.

Il disco sarà presentato durante tre eventi speciali insieme all'attre Francesco Montanari, che accompagnerà la band dando voce alle parole di scrittori italiani che hanno raccontato i sentimenti narrati nell'album.

 

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L'articolo Sentire la malinconia dei Perturbazione è sempre una gioia di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-02-19 17:11:00

Tag: singolo

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